sabato 30 ottobre 2010

Buon vicinato

Siamo tre persone con storie molto diverse tra loro. La mia mi ha fatto arrivare in solitaria fino a qui, le loro includono un matrimonio e un figlio per ciascuno, eredità preziosa di amori che per diversi motivi non ci sono più. E' questa la composizione del nostro pianerottolo: due padri single e una zitellina, io. La più piccola, con l'appartamento meno importante, come le mie responsabilità, a loro confronto.
Potremmo essere un interessante campione per una ricerca sociologica: siamo lo specchio dei tempi, in effetti, se dobbiamo prendere in considerazione lo stato. Sconfiniamo appena oltre i 30 e appena oltre i 40, stiamo cercando di reinventarci a livelli diversi, in modi diversi, lo facciamo per noi stessi e per le persone che ci amano. E per le piccole persone per cui siamo tutto. Siamo un curioso mix tra moderno e tradizionale, costituito quest'ultimo dal bagaglio di valori che ci portiamo dietro con responsabilità, che affrontiamo in tre modi del tutto differenti.
Incontrarci, in questa fase iniziale di case nuove ed echi nelle stanze, frigoriferi semivuoti e corse al supermercato, lavatrici da fare o da comprare, forni da inaugurare, sembra essere stata la nostra fortuna, fin da subito. Ognuno di noi ha, dietro la porta accanto, altri due modi diversi di vivere e di essere felici. O almeno di provarci.
Da due venerdì abbiamo istituito la "cena del pianerottolo". Si mettono insieme idee e cibarie, ci si siede intorno ad un tavolo, si mangia e si parla. Non importa di cosa, non importa se siamo un po' stanchi, o un po' distratti dalla tv o da internet. Siamo lì, ed è una bella sensazione. Per me una coccola in più: unica donna, scopro forme di galanteria contemporanea. E un mondo maschile molto, molto complicato.

martedì 26 ottobre 2010

Alibi genetici

Sono malata di Grey's Anatomy. Completamente irrecuperabile.

Ieri ho visto uno degli episodi della settima serie, non ancora uscita in Italia. Meredith, voce narrante che introduce ogni puntata, parlava del DNA di una persona. Non hai scampo, dice, è tutto già scritto lì, immutabile, immodificabile. Dentro e fuori sarai così, la scienza è scienza. Anche se c'è sempre la possibilità di scegliere, e qui sta il difficile no? Non farsi trascinare dalla corrente a te destinata.
Però questa corrente, a volte, è davvero forte. Questo tuo modo di essere emerge sempre, ti porta spesso a prendere decisioni simili, a difenderti dal male sempre allo stesso modo, a perdere la pazienza per le stesse cose, a sbattere sempre contro gli stessi muri. Quante testate, contro le nostre pareti personali? Innumerevoli.
L'esperienza in questo caso non mi sembra altro che consapevolezza. Con il tempo sai che una certa cosa sta prendendo una certa piega, sempre la stessa. Individui in anticipo contro che muro andrai a sbattere, e lo farai lo stesso, in linea alla prima legge di Pezzali "nessun rimpianto, nessun rimorso". Lo sai, tuttavia lo stordimento a botta avvenuta è sempre una novità, chissà come mai.
Per fortuna, a volte, la corrente si allenta e tu nuoti in acque del tutto nuove. Hai paura della profondità, forse, cerchi di vedere il fondo. O ti ci immergi. Da sola certo. O con il tuo Derek.

domenica 24 ottobre 2010

Rispetto

In questa domenica pomeriggio grigia (il sole si fa vedere solo in settimana. Io protesterei con il sole) mi ritrovo in questa cucina in tutto e per tutto a me familiare, con il micione acciambellato sulla panca come unico rumore di fondo, la micina sulle mie ginocchia che osserva lo schermo e le mie dita sulla tastiera, e la Manu che studia Storia dell'Arte. Ha due libri, apro quello che lei non sta consultando e leggo delle origini.
L'Arte che nasce in onore della morte. In suo omaggio, in suo rispetto, in suo onore. Dalla Preistoria e dalla nostra essenza arriva l'attenzione all'eternità. Che gli uomini nel tempo hanno perseguito in tutti i modi, buoni e cattivi, belli e brutti, con molto e molto poco successo.
Spesso i riconoscimenti avvengono in memoria. Ieri sera, per esempio, alla Festa dello Statuto della Regione Lombardia, le medaglie e i sigilli del Consiglio Regionale, premi per meriti di vario genere, sono andati anche a persone che non ci sono più. Il monsignore ucciso in Turchia; la nonna a Trezzano investita sulle strisce pedonali da un camion, che però ha spinto via e salvato il nipotino in carrozzina. Ricordi di vite che suscitano emozioni.
Poi ci sono altri modi di trattare la morte. Come succede ad Avetrana. Un luogo dove il rispetto, l'onore, il riconoscimento e l'omaggio a una ragazza appena sbocciata non esiste.
Neanche i Paleolitici saprebbero essere tanto primitivi.

venerdì 22 ottobre 2010

Refresh scrittorio

Ero in macchina stamattina e ascoltavo...la concorrenza. E' innegabile. Linus e Nicola mi piacciono sempre, mi sono sempre piaciuti, non ci trovo proprio nulla di male. E quindi...

Oggi il "titolare" parlava del suo blog. Ieri non lo aveva aggiornato e lo ha fatto stamattina alle 6.30. E ha detto una cosa verissima: per funzionare si dovrebbe scrivere qualcosa tutti i giorni.
Nel suo caso, c'è la certezza che ci sia un numeroso pubblico telematico che lo legga, e che quindi la necessità che ci sia bisogno di avere sempre una piccola novità da raccontare. Il suo però è un palcoscenico in più, oltre a quello che negli anni si è ricavato nell'etere, e non solo. In casi molto meno in vista diciamo che non c'è proprio tutto questo bisogno, però...
Scrivere di sè è terapeutico. Non solo perchè nutri l'egocentrica speranza che qualcuno legga (vabbè...non facciamo gli ipocriti) ma perchè è davvero stimolante. Diventa un bisogno, non è solo puro esercizio stilistico.
Scherzando con gli amici, dico spesso che in realtà non so fare nulla. Non ho un'arte vera e propria, cosa che invece hanno tutti i componenti della mia famiglia. Papà è un artigiano e realizza opere da abitare, e se le ricorda tutte. Sono disseminate in tutta la Provincia. La mamma è cresciuta in bottega, da una sarta. Da giovane confezionava abiti, pantaloni e giacche. Ora questa inclinazione è venuta meno, ma ha scoperto prima il decoupage, poi la pittura su ceramica. La Manu è una fantastica restauratrice e molte amiche l'hanno chiamata a decorare le stanze dei loro bimbi. Io non posso vantare nulla di tutto questo, nessuna manualità evidente, magari ancora sommersa, ma se è così dev'essere proprio ben nascosta!
Non mi resta che scrivere. A volte, pare, mi riesce anche benino.

martedì 19 ottobre 2010

Il resto scompare

Ieri mattina ho fatto la zia. Di nuovo. Devo dire che ci sto prendendo gusto. Devo dire che avere tanti "nipotini" in giro mi piace.
Il ragazzino in questione non ha neanche tre settimane. Nell'arco delle tre ore che ho trascorso con lui e i suoi genitori, non è mai stato chiamato per nome. Maiale, l'appellativo più usato. E non ci somiglia per niente, sia chiaro.
Insomma, ho salito di corsa quella rampa di scale per trovarlo appena appena sfamato dalla mamma, che me lo ha lasciato per una mezzoretta in braccio. Era lì, appoggiato alla mia spalla, che sospirava a occhi chiusi, avvolto in una copertina azzurra. Così piccino, con quelle piccole dita così definite aggrappate alla mia maglia.
Sabato sera è stata la volta dei cuginetti gemelli. Gemelli perchè lo dicono l'anagrafe e la realtà dei fatti, perchè i piccoli non possono essere più diversi, in realtà. Presto anche la piccola Cesanese riceverà visita, la mamma è avvisata.
Ho osservato le mamme. Dormono poco e la loro vita ruota intorno ai piccoli tesori. I loro ritmi sono cambiati del tutto, e questo è l'aspetto che mi incanta di più. Improvvisamente il flusso delle giornate è mutato, la nave degli impegni ha invertito la rotta e tu non decidi quasi più nulla. Ma, a parte le difficoltà logistiche (borse, passeggini, ovetti e seggiolini, trasferimenti e giubbottini) è proprio questa bolla di tempo che le mamme vivono in modo speciale. Certo, anche i papà. Di loro, credo non ce ne sia mezzo che non vorrebbe poter fare altrettanto. Godersi lunghi attimi di vite perfette.

giovedì 14 ottobre 2010

Mi piace ovunque

Era un giochino. Niente di più. Era una dimostrazione innocua della potenza di un social network. Il pretesto era nobile, la lotta per il cancro al seno, ma è rimasto solo un pretesto, è rimasto sullo sfondo, è - anche se politically uncorrect - rimasto un accessorio. Ma ho letto di reazioni, da parte di donne, decisamente sopra le righe.
Sì, verissimo, abbiamo ancora una volta alluso sessualmente per trattare un argomento serio. Sì, lo abbiamo fatto, in tutta coscienza.
E' una reazione che ho trovato davvero buffa. E stupida. Sì, mi spiace, perchè mossa da persone che reputo davvero intelligenti. Mi pare che sia un'obiezione su una bazzecola, quando ci sono montagne che infangano l'immagine della donna ovunque. Che succede? La nostra soglia di tolleranza si è talmente abbassata altrove che non troviamo di meglio che prendercela con un giochino innocente? Tette, culi, botox che fa zigomi di gomma e labbra-canotti sono in qualsiasi angolo d'Italia. Ci hanno indotto a pensare che forse, per valere, avremmo dovuro trasformarci in tanti piccoli animali da zoo, da esemplari da emulazione, con il cervello accessorio più inutile di una pochette porta accendino, quando non si fuma.
Agguerritissime sui tacchi a spillo, vulnerabilissime coi capelli in disordine. Che strana razza stiamo diventando? Dove è finita l'identità? Dov'è lo specchio che guarda dentro? Dove il rafforzamento del sè, in che direzione vanno tutte quelle parole che siam brave a tirar fuori a fiumi con le amiche, son tutte lamentele di che?
Mi spiace, anzi no, non mi spiace per niente applaudire a un'iniziativa piccola, e stupida, che ha come merito la dimostrazione di una forza d'unione di cui troppo spesso ci dimentichiamo di avere.

martedì 12 ottobre 2010

Fumo dalle orecchie

Vorrei tanto evitare di arrabbiarmi, davvero. Sono una giovine in salute e senza problemi, con una famiglia che mi supporta, non mi manca niente. Voglio solo ragionare nell'ottica del "guadagnare di più", e mi va benissimo farlo "lavorando di più". Più lavoro e più cose riesco a conciliare, anche se spesso qualcuno se n'è approfittato e mi ha pagato zero, o male, o come ha voluto, anche se spesso mi ritrovo sfinita e a dormire quando capita e svegliarmi e impiegare qualche minuto per capire se è notte o giorno.
Vorrei tanto evitare di arrabbiarmi. Ma a volte non ci riesco. Leggo di dichiarazioni che mi fanno cadere le braccia, e mi farebbero cadere i coglioni se ce li avessi.
Ho il mio progetto di vita e sono determinata a portarlo avanti. Un progetto implica ovviamente delle scelte. Sono single, non c'è nessuno che divide gli oneri di questo progetto, e ne vado fiera, anche se è difficilissimo.
Ho trent'anni ADESSO, e adesso mi andrebbe di viverli nella loro pienezza. Certo, per farlo ci vorrebbe un budget mensile di partenza giusto. 2000 euro diciamo. Senza dover tagliare i vizi e la cura di sè, ogni tanto, ma anche senza dover tagliare il meccanico, il dentista, o tremare in vista dell'assicurazione e delle spese condominiali. Magari senza tentennare davanti all'acquisto della lavatrice, della lavastoviglie o di un tv.
Vorrei tanto non arrabbiarmi. Ma non ci riesco.

lunedì 11 ottobre 2010

La figlia di Eolo

Non c'è niente in questa casa. Due stanze nude, il bagno è quello con l'abito più completo, diciamo così. Ma ci sono due tavoli, uno molto più alto dell'altro, coperti da due tovaglie diverse, una sopra l'altra. E ci sono le pizze, le birre, il tiramisù della Manu, e gli amici. In 10 quasi sgomitiamo, metà delle sedie sono di Mauro, un po' di patatine e di taralli come stuzzichini.
Si mangia e si beve, birra, spumante, il caffè, e poi anche la vodka dell'Ikea. Ma soprattutto si sta insieme. Si ride. Si discute di Milf, di Mature, di Teen. Si prende in giro lo "scannatoio", ma si adora la cabina armadio. Si pensa all'edera sul balcone, ma poi ci si organizza anche per il calcetto di questa sera (vabbè...signorine escluse). Si chiamano anche quelli e quelle che non ci sono.
Ecco. Quando succedono, queste cose, piccole, semplici forse...è una folata di vento. Che solleva quel velo che ogni tanto mi si posa addosso, mi fa pensare alla solitudine.
Non è vero. Penso alle prossime due settimane e mi scopro piena di impegni. Il tifo, il lavoro, ma soprattutto tante persone da vedere e incontrare. Soffia, vento, soffia.

sabato 9 ottobre 2010

A Paola e Andrea

Ieri sera sono stata ad un party di matrimonio. La sposa è una famosa cantante. Lo sposo, che è poi l'autore dell'invito, lavora a R101, è un giornalista, nonchè "capo" della parte autoriale. Insomma, ho accolto l'invito con gioia e onore. E ci sono andata, anche se avrei voluto portare con me la mia sorellina...
Ho trovato i colleghi e insieme abbiamo assistito alla celebrazione gioiosa dell'Amore. Lei ha cantato con un'energia e un'intensità che forse conoscevo, forse no. Lui la guardava fermo e in piedi attento e felice. E poi si sono presi in giro, si sono abbracciati e baciati e hanno ballato. E noi eravamo lì per loro.
"Solo canzoni d'amore, stasera", ha detto lei. Ma i testi avrebbero potuto dire altro, perchè l'intensità della voce, e lo sguardo, e la musica hanno detto tutto, molto di più delle parole.
Ecco, l'Amore è questo. Energia, vibrazione che avvolge. E' potenza. L'Amore è per sempre. Anche se le circostanze e la vita portano ad altre strade, anche se quei binari non correranno più in parallelo, anche se quelle anime, forse, troppo gemelle non erano, in noi resta quella energia. Resta per sempre, e anche quando non è mai più, e quel mai più implica dolore e perdita, quel per sempre ci aiuta a tener vivo il ricordo di aver amato e di essere stati amati, in modo assoluto.
E quell'energia tornerà a circolare quando l'Amore tornerà.
Perchè in fondo, come dice la mia amica Cristina, bisogna crederci.

venerdì 8 ottobre 2010

E' scritto nelle stelle

La gioia che provo ascoltando My girl dei Temptations è per caso sminuita dal fatto che l’hanno usata per la pubblicità dei cereali? Heartbeats cantata da José Gonzales mi suscita meno emozioni perché so che è la colonna sonora di uno spot della Sony? In effetti, sì. Non è che le abbiano rovinate, ma ormai queste canzoni non mi fanno più battere il cuore. È successo qualcosa di simile nella tua vita, Gemelli? Un piacere puro e innocente è stato inquinato o annacquato? Che tu ci creda o no, nelle prossime settimane potrai riportarlo al suo stato originario.

Vogliamo aprire una parentesi sull'oroscopo?
Io ce la metto tutta, eh. Ma questa mattina, durante una serisssssssima rassegna stampa l'occhio mi è caduto sulla prima pagina del Messaggero, dove il sempre-santo-sia Branko titola (addirittura) "Il segno dei Gemelli vicino al risultato" ed è stata la fine. Ho controllato il fedelissimo e personalissimo Astro.com (consiglio a tutti) e questo qui sopra, di Internazionale (che insomma, basta solo il nome). A breve una sbirciatina a quello di igoogle, e poi basta, perchè direi che è meglio non sfidare troppo la sorte e portare a casa il coretto unanime di tripudi.
E se così fosse, ritiro le lamentele. Tutte.

giovedì 7 ottobre 2010

Libera?!?!!?!?

Oggi sono andata nel mio nuovo Comune a fare la residenza. E' stato alquanto comico. Gigi ed Elena mi avevano preparato su che cosa portarmi dietro per i dati, quindi mi sono presentata allo sportello Anagrafe ben equipaggiata.
L'ufficiale - perchè tale è - ha preso patente, carta di identità e tutto il resto e ha iniziato il suo lavoro di inserimento.
Ma ci va da sola? Sì. (prima occhiata)
Che mestiere fa? Giornalista (seconda occhiata)
Stato civile? Di stato libero...
Ma non è mai stata sposata? (vena di incredulità) Ehm...no.
E qui ho rischiato seriamente di scoppiare a ridere.
E' ufficiale, mancava solo che me lo scrivesse sulla residenza. Essere single è una mezza rarità.

martedì 5 ottobre 2010

Ottobrina

Le sensazioni di questo inizio ottobre sono abbastanza nebulose. Come quella pioggerellina fine e fastidiosa che ha inaugurato il mese. Quella che non ti fa vedere niente in autostrada, che ha il potere di ammosciare capigliature e umore.
Nebulose non perchè le cose vadano male. Anzi. E' un momento di riconferme, ma anche di premesse, annunciate già, alcune nell'aria, di cui l'esito si saprà a fine anno.
E' un momento di inviti che lusingano e di incontri notturno a cucinare pasta nella nuova cucina, fino a quel momento intonsa, se non fosse per qualche tisana. E' un momento di piccole fortune, di un divano in arrivo, di bimbi nati e da coccolare.
Eppure.
Ci sono piccoli lacci che condizionano. C'è sempre pioggia fine sul mio vetro. C'è sempre qualcosa che manca. Mi chiedo se mi debba sentire sempre così, piena di alti e di bassi. Se questi mattoncini che devo continuare ad aggiungere alla vita non possano sempre essere latori di soddisfazione.