venerdì 30 luglio 2010

Diventare grandi

Ho una casa.
Che nell'ultimo anno ha preso forma, piano piano, sotto i miei occhi.
Niente di straordinario, finchè si è trattato della costruzione e della posa di infissi e pavimenti, neanche fino alla decisione dei punti luce. Sono cresciuta in una famiglia in cui si è sempre parlato di cantieri. Fin da piccola ho visto il babbo all'opera in un'infinità di case, opere che lui ricorda con una precisione impressionante, per anno, addirittura per mese, e per qualità e quantità di lavori. Lavori che mi ha sempre raccontato, visti nascere dalla sua mente, seguiti nei suoi occhi, mentre calcola misure e materiale e ore, realizzati con tecniche diverse. Mi ricordo che, bambina, lo guardavo, tutto bianco e sporco di bianco, mischiare gesso in un secchio, e dicevo alla mamma: ma papà sta facendo il latte? Proprio latte non era, visto che poi finiva steso, e tirato, sulle pareti.
Quindi no, anche se l'emozione è iniziata a salire quando le pareti delle stanze sono diventate bianche. E poi quando sono state posate le piastrelle del bagno.
Adesso non riesco a pensare ad altro e sono piena di gioia. La cucina è cresciuta quasi in modo definitivo, sono diventata cliente gold member dell'Ikea, e settembre si avvicina. Settembre. Il mese in cui questo sogno si realizzerà. Un sogno inseguito per anni.
L'obiettivo era uscire di casa prima dei 30, e per breve tempo, qualche decennio di mesi fa, è successo; ma è stato temporaneo. Un po' come quando decisi che dovevo laurearmi a 25 anni, e poi avvenne a ottobre, quando il 6, dopo il 2, era già arrivato. Ma alla fine non è poi così grave, si tratta solo di un lievissimo ritardo sulla tabella di marcia.

mercoledì 28 luglio 2010

Ti amo campionato

Non ce n'è. Se questo vuol dire essere un'italiana media, va bene, lo accetto, vi aderisco con forza. Ma amo il calcio e non ci posso fare niente.
E' proprio l'estate la stagione in cui me ne rendo conto davvero. Non che in inverno, per esempio, non ne sia consapevole, visto che passo 9 ore allo stadio in media 4 volte al mese, morta di freddo, in piedi, con le estremità insensibili, di pomeriggio ma spesso, più stesso, di sera, fino a tardi. Ma in estate...come mi manca!
Ho il vividissimo ricordo della mia adolescenza, quando ci si ritrovava al bar di pomeriggio e si passavano, seduti mangiando ghiaccioli, lunghissime ore ad analizzare una Gazzetta sottilissima fatta di sole illazioni di mercato. Ore che passavano lente, come lenti eravamo noi, nel caldo, nelle poche chiacchiere. Pochi movimenti, le dita sporche di inchiostro, il giornale smembrato, e ancora, quasi, non esisteva il fantacalcio. L'estate è così anche adesso, solo che non ho più tutto quel tempo da passare tra un muretto e una sedia di plastica, tra sguardi obliqui e biciclette. Ma lo spirito è intatto.
Stasera c'è il sorteggio del calendario. Nessuna testa di serie, tutte uguali di fronte all'urna, sul modello della Premiere League. Partite dal venerdì al lunedì, per la gioia della tv e tanto per diminuire il senso della mia tesi di laurea ancora di un po', ma tanto è già stata declassata a fermaporte da molto tempo. Si prevedono, anche per quest'anno, tante e tante sere. Eppure non vedo l'ora.
Ti amo, campionato!

lunedì 26 luglio 2010

Riti della Provincia

La festa del paese è come Natale. Ci si vede tutti, ci si saluta tutti, e anche se non ci si saluta ci si conosce tutti. Spesso non si sente neanche troppo il bisogno di guardarsi in giro, perchè è come essere un branco di pesci che nuota, con naturalezza, nel proprio elemento. Alla fine, ma proprio in fondo, ci vogliamo tutti bene e il pettegolezzo brutto, becero, cattivo esiste, ma è confinato a 4 ignoranti. Tuttavia, proprio per questa unità di tessuto sociale, spiccano le novità. Che sono di solito legate alle coppie: i figli che sono arrivati, quelle che si sono separate, quelle che si sono formate. Quest'anno abbiamo visto anche una sposa, o meglio, uno sposo, al bagliore dei fuochi di artificio. Insomma, materia per amabili e meno amabili conversazioni c'è sempre.
L'anno scorso non la pensavo per niente così. L'anno scorso ero vittima di quei 4 ignoranti. Non andavo in giro pensando ai fuochi, a bere da una bottiglia e al giro a piedi da fare, ma ho guardato negli occhi ogni singola persona che incrociavo. Perchè quando ricevi telefonate anonime, cui rispondono i tuoi familiari, e queste telefonate si riferiscono chiaramente a fatti circoscritti, e soprattutto quando hai la sensazione che tutti ti guardino in modo strano e brancoli nel buio...Non pensi per niente all'amore cosmico. Per fortuna quei momenti sono lontanissimi.
Oggi, invece, ringrazio questi riti di Provincia. Questo, come il concerto di sabato, in cui si balla e si canta, sempre, in un'altra grande famiglia, un po' più eterogenea. Mi rendo conto, mai come quest'anno, che si tratta di momenti di confronto e di crescita. Stare bene nonostante i cambiamenti, voler bene a chi c'è sempre stato, ma anche a chi ha appena fatto capolino, sinceramente.

sabato 24 luglio 2010

Demeriti affettivi

Ci sono persone, invece, che non meritano niente. Meglio. Che non meritano un cazzo.
Non ho ancora capito, non lo capirò mai, per fortuna, cosa spinge una persona alla meschinità bieca. A quella voglia, morbosa, mai sedata, mai sazia, di fare del male agli altri. Non importa a chi, ma di fare del male. Una volta può succedere di ferire qualcuno. Può succedere involontariamente, ma anche no...siamo tutti umani, e l'amore cosmico è difficile da perseguire, ci vuole troppo impegno a volte.
Ma c'è gente che pratica il male con metodo, distribuendolo equamente tra gli amici, che diventano ex amici, ma che misteriosamente vengono rimpiazzati da altri, prossime vittime sacrificali del male.
Io non lo so, e non lo voglio sapere nemmeno, che cosa ti passa per la testa, quando inizi a intessere le tue tele. Non capisco che piacere perverso provi a inventarti storielle e ingigantire fatti che feriranno non una, ma tante persone, anche famiglie intere. Non credo tu stia lì a pensare quando dici, e fai certe cose.
Subdolamente conquisti la fiducia delle persone, persino la loro devozione, perchè hai un fare magnetico, carismatico, di cui ne sei ben consapevole. Tieni in alto i tuoi "amici" sul palmo della mano, quel tanto che basta a farli sentire importanti e poi...la rovesci e li lasci cadere, con un ghigno.
Ti dirò una cosa. Per quanto tu sia una persona fortunata, per quanto ci saranno sempre altre persone che ti vogliono sinceramente bene, qualunque cosa tu faccia, prima o poi qualcuno farà la stessa cosa a te. La differenza è che gli altri, le persone normali, per un attimo penseranno che giustizia è fatta, ma non danzeranno sul tuo cadavere, cosa che puntualmente, ogni volta, da iena ridens, fai tu.

venerdì 23 luglio 2010

Meritocrazia affettiva

Ci sono persone che meritano davvero di essere felici. Di raggiungere quello stato di benessere che fa brillare gli occhi, di afferrarla, la benedetta felicità, anche solo per un istante (perchè io in realtà son una superfan di Schopenhauer, quindi...).
Ci sono persone sulla cui strada succede di tutto. Che vengono colpiti da lutti che cambiano, economie poco rosee, lavori precari, amori infranti, amicizie interrotte. Tutte quelle cose cui i genitori non pensano, quando mettono al mondo un figlio, ma che accadono. E spesso, tutte le reti di protezione del mondo non possono fare nulla per evitare che succedano.
C'è però un'altro tipo di rete che aiuta, in certi momenti di black out. E' quella degli affetti. Perchè, anche quando uno di questi fili si spezza, tragicamente, o per incomprensioni, o per decisioni esterne a noi, ce ne sono altri, molti altri che tengono. Alcuni più fini, altri che sembravano tali ma che sono insospettabilmente robusti, altri che rappresentano da sempre quelli principali. E più ce ne sono, meglio è. E dopo certe tragedie alcuni scompaiono misteriosamente, e con il tempo impari a non sentirne la mancanza. Altri, invece, si aggiungono, e non te lo aspettavi.
La nostra capacità di sopravvivenza sta proprio nel costruirli, questi legami, in tempi non sospetti, cioè quando tutto va bene. La forza di andare avanti sta in quello che dai, e in quello che ti torna. Per questo ci vorrebbe sempre tanta, tanta onestà verso gli altri. Pensare sempre, e prima di tutto, al loro bene, perchè se si ama davvero qualcuno prima di tutto deve esserci la sua felicità, e deve esserci la ferma convinzione che tutto quello che lui, o lei, ha condiviso con te, è stato sempre privo di nuvole. Sospendere il giudizio, perchè potrebbe capitare a te, domani. Immedesimarsi, senza commenti. Ma sapere anche quando è il caso di togliere il disturbo.

giovedì 22 luglio 2010

Maniaci (veri) sul fiume

Roberto non è un eroe. E' una persona normalissima, con una compagna, due figli, un negozio, mille progetti, ma decisamente non un eroe. Un uomo che, un pomeriggio, decide di andare con lei al Ticino. Ora, per chi non abita nella nostra zona, il Ticino era un tempo frequentatissimo, perchè le acque fresche e limpide (non per niente lo si chiama "fiume azzurro") permettevano il bagno e una serie infinita di scampagnate oceaniche. Oggi l'acqua è ancora abbastanza pulita, e chi può, in alternativa economica alla piscina, ci fa sempre volentieri un bagnetto. Alternativa economica e solitaria, un po' wild forse, ma senza adolescenti in prede a tempeste ormonali di fianco (vedi qualche post fa).
Insomma, arrivano e cercano un posto "tra i prioni e le zanzare". C'è una ragazza con un piccolo ombrellone, ce ne sono altre, di persone, sparse sulla spiaggia sassosa. Appena si siedono si avvicina uno di questi e avverte: lo vedete quel tizio? Lo dico per lei, signora...forse è meglio che vi spostiate, quello lì è sempre qui a spiare le donne.
Uhmmm...davvero? A Roberto scatta qualcosa. Con lei entrano nel fiume, si fanno trascinare un po' per la corrente ed escono un po' più a valle. Lei saltella tra i sassi, lui ha lo sguardo fisso sullo sconosciuto. Può avere 20, 25 anni. Legge un libro, da quando sono arrivati. Lo legge in modo strano però: lo tiene ben fermo e sollevato davanti agli occhi, è distratto, lo sposta di lato e non gira pagina. Roberto si avvicina pian piano. Il tizio continua a sbirciare oltre il libro...la ragazza con l'ombrellone. La bella ragazza sola, abbronzata e a tratti in tolpless, a mollo sulla riva. Ma perchè non abbassa il libro? Ma che cos'ha il libro sulla copertina? Sembra una...finestra...
Roberto adesso è vicinissimo e di colpo capisce e lo vede: lui, l'essere, sta armeggiando con una fotocamera, inserita nel finto libro.
A questo punto si avvicina. Cosa leggi? Fammi vedere l'autore, mi interessa. Quello sbianca all'istante: no no, me ne vado, vado via subito. Ma dai, ti ho solo chiesto di dirmi cosa stai leggendo, perchè stai leggendo, no? Sì....ehm...no....vado...vado via. Certo che te ne vai, immadiatamente; ma la macchina fotografica resta con me. Sparisci dalla mia vista, se non vuoi che ti prenda a calci.
Qualcuno starà pensando: solo? Perchè non staccargli la testa? Voleva farlo la ragazza, avvisata di essere stata spiata, fotografata e filmata in un centinaio di modi per tutto il pomeriggio. Anche io, per la verità. Non so quanto avrei urlato, come avrei reagito. L'avrei denunciato, l'ho fatto per molto meno. Eppure il sangue freddissimo di Roberto deve aver fatto lo stesso i suoi effetti. Lui ha pensato alla compagna, ma soprattutto ai suoi figli. Se avesse trovato foto di bambini avrebbe agito diversamente, mi ha confessato. Io penso solo che è inquietante il quadro che mi si è profilato davanti della tranquilla, placida e provinciale Valle del Ticino.

mercoledì 21 luglio 2010

Gli amici pazzi

Solo al pensiero mi vien da ridere. Il pensiero di questa compagnia di ragazzi che entrano, un venerdì sera, in una villa storica, nel cui giardino e sotto i cui alberi c'è una serata easychic con dj, cocktail, tavolini e sdraio e poltroncine. Entrano e si intrufolano in questa folla di gente in sintonia con l'ambiente presentandosi come "Mister Bombetta e i suoi amici pazzi". Brilli, brillanti, mascherati.
Prima, in ordine temporale, c'era stata un'altra apparizione in un locale all'aperto, in cui non c'erano stati travestimenti, ma una Sabrina divertita e ubriaca.
Dopo, foward veloce, c'è la grigliata in montagna di domenica. Siamo riusciti ad arrivare oltre mezzogiorno, far sloggiare una coppia ancora con il boccone tra i denti dal loro tavolo, metter carne sul fuoco per 4 ore e festeggiare un compleanno in fascia tricolore.
Eppure non rende. Non riesco a rendere il divertimento, un divertimento puro, non scemo, non vuoto, ma pieno. Loro sono tanti e anche molto diversi tra loro. Sono diretti e sinceri, e dei veri maestri del doppio senso. Io e la Manu siamo compagne di merende, non c'è filtro, ed è per questo che siamo così colpite da questa spontaneità. Non c'è gioco delle parti, non ci sono pose e atteggiamenti. I travestimenti restano all'esterno, fanno parte della goliardia. Per il resto si respira aria pura, come quella di domenica a Brusson. Si prospetta una bella vacanza marina...

sabato 10 luglio 2010

Canta che ti passa

Ieri sera mi è toccato il karaoke.
La "famiglia" è stata invitata in formula allargata al compleanno del cugino Mirko. 18 anni, che poi rifesteggerà - spero per una settimana - con tutti gli amici possibili e immaginabili, ma ieri sera è stata la volta del babbo, della sorella, degli zii e dei cugini.
Siamo tutti in questo posto, non facciano in tempo a sederci che arriva il...karaokista e mi dice: sei tu Sabrina, vero? Reazione: di sasso. Temperatura corporea: di colpo prossima allo zero. Guardo mia mamma, che ride sotto i baffi. Ecchila, l'ennesima figura che si profila all'orizzonte e mi fa ciao ciao con la manina...
Perchè io passo per quella spigliata, disinvolta, estroversa, lanciata...palle.
Sono brava con le parole scritte, ma quando si tratta di parlare davanti a un pubblico...il balbettio è in agguato. Le mani scivolano, non guardo in faccia nessuno, non vedo l'ora che tutto sia finito. E magari non si nota, almeno così mi è stato detto. Una cosa cui difficilmente riesco a credere, essendo io, notoriamente, un libro aperto.
Ieri sera la "chiamata" è arrivata prestissimo. Giacomo non assomiglia per niente a Fiorello, ma sa il fatto suo. E io ovviamente mi son lanciata con lui in una canzone per niente facile. Risultato? Diciamo....ampiamente migliorabile. Avrei voluto il Peo lì vicino. Ci saremmo buttati in un "Vivo per lei" ancora più tragico!!! E poi mi son vendicata, però. Altro che brava e buona...nell'ordine, sul palco, sono saliti il festeggiato, la sorella, io con lei e la mia, di sorella, la mamma-delatrice e le due zie. Oltre a un buon numero di sconosciuti, ovvio, tra cui due uomini che hanno cantato Alan Sorrenti in modo spettacolarmente comico.
Mi sono sentita molto meno sola :D

venerdì 9 luglio 2010

Per una libera informazione

Mi rendo conto che la questione della legge bavaglio sfugge ai più. Molte persone pensano che sia un puntiglio di una casta privilegiata, ma non è così.

A casa mia, quando ci sono notizie che possano indurre all'emulazione del tipo: smascherata commercio di materiale pedopornografico (e si spiega come funzionava), trovano il modo di fabbricare in casa questo o quello, lanciano sassi dal cavalcavia per gioco, ecco come facevano a clonare bancomat e via dicendo...insomma, mio padre scuote la testa e dice: non dovrebbero entrare nello specifico, perchè potrebbero dare il via ad altri episodi simili.
Ovviamente io non sono d'accordo: nascono sempre delle lunghe discussioni (civilissime), sulla necessità di far emergere piccoli, o grandi, fatti di cronaca nella loro interezza, per dovere di informazione, per amore della verità.

Seconda premessa. Io non sopporto, per niente, quelli che di fronte a certi fatti se ne escono con la solita, cretina frase: una volta certe cose non succedevano. Eh no. Le donne venivano picchiate e stuprate e uccise allo stesso identico modo, ma restavano più spesso segregate in casa, e tutti fingevano di non vedere. Di violenze, ricatti, fatti di usura, di mafia...di tutto ciò la nosra Storia ha sempre avuto a che fare. Sempre. La scoperta di indizi a decenni di distanza di fatti eclatanti, la durata di certi processi dovrebbero essere, nella nostra coscienza, delle spie importanti.

Ecco il punto, allora. Che cosa significa vivere in un Paese libero, se la sua popolazione non ha gli strumenti per vivere, pensare e decidere liberamente? Gli individui devono potere contare, sempre, e in modo estremamente naturale (senza accorgersene) sulla possibilità di decidere, in piena autonomia e nella quantità che desidera, quanto sapere e come sapere. Scegliere tra le opinioni, scegliere una prospettiva, ma SCEGLIERE.

Ci sono altre questioni legate a questa legge, certamente. Essere giornalisti in Italia è veramente strano. O fai parte dei privilegiati con contratto, o no, l'Ordine è un'istituzione da rifondare. Una situazione del genere non esiste in nessun altro Paese d'Europa. E' pur vero che storicamente i giornalisti italiani dovevano tutelarsi contro le dittature e le censure. Ma ora? Imporre a una schiera di precari spesso senza malattia, senza ferie, senza prospettive di serenità professionale tagli di verità cui non si possono opporre, bavagli che stravolgono una notizia, porre limiti invalicabili alla libertà di informazione...non è la stessa cosa? Non è un ritorno alle veline?

Io sciopero oggi, è un mio diritto. Come quello di tutta la categoria, che aderisce in massa (ogni colore, ogni opinione, ogni espressione). Dedicateci almeno un pensiero.

mercoledì 7 luglio 2010

Prostituzione intellettuale

Resto sempre pietrificata davanti alla volgarità gratuita. Soprattutto se i protagonisti sono gli adolescenti. Volgari e ignoranti perchè "fa figo", perchè siamo troppo i migliori.
Ecco il fatto.
Un lunedì pomeriggio in piscina. Da una parte, un oratorio, o un campo estivo, che se ne va intorno alle 16. Sul prato, pochi teli. Qualche grossa compagnia. A tratti, odore di canna, leggero.
Sono però le ragazzine quelle che colpiscono in negativo. Perchè i ragazzi si alzano, si tuffano o vanno in fondo a giocate a pallavolo. Loro no. Parlano a voce altissima, fumano, hanno tatuaggi imbarazzanti (due passerotti sulle clavicole...perchè?), ma soprattutto si riempiono di volgarità. Per niente. Si insultano tra di loro per una sigaretta, per la crema spalmata sulla schiena, per l'ipod.
Si raccontano di ragazzi. E tocchiamo altissimi livelli di pornografia. Mi viene in mente, di colpo, che l'anno scorso, altra piscina, stessa scena.
E allora la domanda è: sto invecchiando? Ma conosco già la risposta. E' no (sì, sì, spiritosoni, è proprio NO). E allora...che sta succedendo? Posso sorridere pensando all'amico Paolo che già pensa alla sua piccola Anita (che non è ancora nata) e si preoccupa, ma ieri non ho sorriso per niente. Proprio zero.

venerdì 2 luglio 2010

Senza bavaglio

Sono una giornalista io e oggi rivendico il mio diritto all'informazione. Ma lo faccio in un modo semplice. Tempo fa ho postato su facebook un video di Report, sulla Legge-bavaglio. Mi hanno commentato due amici. Ne è uscito un dibattito molto interessante, che rispecchia, come sempre succede con le testimonianze dirette, il sentore comune. Soprattutto riguardo la mia categoria.

Maurizio obietta: ora c'è la legge bavaglio, negli anni 70 e 80 i giornalisti potevano scrivere ciò che volevano ma, guarda il caso, ogni tanto ne spariva uno.....cosa cambia?

Io non ci penso due volte: niente, nella pratica. Ma una legge no. Nessuna legittimazione.

Lui, che è una persona molto intelligente e dal credo politico opposto al mio, mi dice la sua: concordo in parte, fino a che in Italia i giornalisti hanno lo stesso potere di accusa dei magistrati non si meritano altro! Il mestiere del giornalista consiste nel riportare le notizie non nell'inventarle!!!

Ecco il punto, subito al cuore del problema. Io ribatto con quello per cui ho scelto questa strada: inventarle mai. Chi lo fa va giustamente sanzionato, come prevede l'Ordine. Ma tutti devono essere in condizione di lavorare, tutti devono poter avere un'opinione, che si possa esprimere tanto (Il Giornale, l'Unità...) o poco (Il Corriere, La Stampa). Come TUTTI gli altri esseri umani. Il diritto di essere informati è tutto, in un Paese libero. Chi non è d'accordo si faccia un giro in qualche nazione soggetta a dittatura. Quando andai a Cuba e venne fuori in aeroporto che ero "periodista", in dieci, tutti funzionari, mi chiesero perchè ero lì. Il mio amico Dotcha del Togo, per venire in Italia, dovette cambiare stato per fare i documenti viaggiando tutto il giorno in autobus, e non una volta sola. L'informazione è tutto, mio caro Maurizio. Ed è una cosa cui credo fermanente, altrimenti non farei questo lavoro. Ti consiglio di andare a cercare l'intervista al magistrato Nicola Gratteri da Fazio a Che tempo che fa. Un uomo che da sempre vive con la scorta. E poi, nessun giornalista crede di essere Dio.

Ammetto che l'ultima frase non è del tutto vera. Ed ecco che entra in giorco Giancarlo. Sì, forse nessun giornalista crede di essre Dio...però ogni tanto ci prova. E poi il miglior giornalista è sempre stato quello che fa vendere meglio il suo giornale. Quindi, notizie inventate forse no, ma qualche gherminella...

Allora butto fuori quello che penso. Nessuno meglio di me sa che la categoria dei giornalisti è una casta. Io non sono figlia di giornalisti, ho lottato per il mio sogno con le unghie e con i denti, a 30 anni ha avuto la prima, vera opportunità. Ho avuto colloqui in cui mi hanno chiesto il mestiere dei miei genitori. Detto questo, che è molto, aggiungo: sono molti, molti di più quelli che non ci provano. Fidati. Altrimenti è la fine. L'informazione rende liberi, come il lavoro. Pensa che molti giornalisti lavorano poco o male o con il miraggio del contratto. Tira tu le opportune conclusioni.

Maurizio deve aver subito qualche ingiustizia personale. Mi stima, ma resta della sua idea. Mi dispiace, ma personalmente, dopo aver visto falsate delle notizie di fatti gravissimi vissuti di prima persona, non credo specialmente nei giornali che emettono sentenze "popolari" solo per vendere una copia in più! Sono certo che in mezzo a tutti vi siano gli onesti, come sono certo che tu faccia parte di questi, ma al momento i giornalisti mi sembrano solo parte di un grande ingranaggio dedito solo al marketing di se stessi, il che porta solo alla ricerca di gloria e numeri di vendita senza dare la priorità alle notizie! Vuoi che ti dica cosa ne penso? Credo che forse il metodo che utilizza il "nano" sia sbagliato, ma un freno ai giornalisti va dato assolutamente!!!

E io comprendo. Davvero. Ma difendo la mia generazione a spada tratta. Il nervoso, quando ci sentiamo dire "poveri voi, noi non sappiamo neanche come abbiamo fatto a diventare giornalisti" oltre a tutto il resto scritto prima, ci divora. Non immagini che fatica. Altro che "sempre meglio che lavorare".

giovedì 1 luglio 2010

Farne tesoro

Oggi inauguro luglio rubando a mani basse. Pubblico ciò che mi ha scritto Davide, che mi fa sempre un sacco di complimenti per quello che scrivo...ma anche lui non scherza.
Ha raccolto un po' di pensieri sparsi, sull'"avere 30 anni". Eccoli.

Ho imparato che la salute viene prima di tutto
...che probabilmente i soldi non faranno la felicità ma cazzo se aiutano
...che la donna, ma solo quella consapevole dei “propri mezzi”, è l'essere vivente più forte al mondo, in effetti se è vero che tira più “quella cosa”che un carro di buoi, allora son fortissime
...ho imparato a sopportare l'inter e i suoi tifosi (su questo mi dissocio...ahahahaha)
...a infrangere 9 dei 10 comandamenti e spero di fermarmi qui altrimenti mi sbattono in galera
...a cucinare l'indispensabile e a usare gli amici come cavie
...a spendere soldi inutilmente
...a fare tardi la sera
...a rodermi il fegato
...a perdere del tempo prezioso
...che certe persone nella vita se la caveranno spesso solo perchè belle
...che non tutti meritano rispetto
...a nascondere alcuni stati d'animo
...che se non riesci più a essere te stesso è meglio sparire, cambiare aria
...che in molte occasioni puoi essere anche bravo ma ci vuole culo,tanto culo
...che l'invidia è una brutta bestia, l'indifferenza è peggio ancora
...a innamorarmi e stare 3mt sopra il cielo...a innamorarmi ancora e stare 3mt sotto la merda
...che il mondo è dei furbi perchè esistono i coglioni
...di conseguenza, ad essere coglione
...a voltare pagina ma, per quanto possa far male, a tenere il segno su alcune
...a praticare vari sport
...che il calcio non è solo uno sport
...che ballare e cantare, su alcune persone, hanno effetti terapeutici
...che bisognerebbe saper suonare qualcosa
...che bisognerebbe sapere l'inglese
…che occhio non vede ma cuore duole lo stesso, un po meno ma duole
...che sbagliare è umano, perseverare...pure
...che complicarsi la vita è semplice e semplificarla è complicato
...che non riuscirai mai a perdonare sul serio se non dimentichi ma puoi sempre fare finta
...che non bisognerebbe parlare troppo dei cazzi propri
...che tutti abbiamo dei problemi, giudicare è facile, mettersi nei panni degli altri è difficile
...che adeguarsi a certe situazioni è una dote che non tutti hanno
...che purtroppo, causa gente dura di comprendonio, è necessario alzare la voce per farsi valere
...che gli eroi non esistono ma se fai ciò che è necessario e ne accetti le conseguenze meriti stima
...che la pazienza non è la virtù dei forti ma è pur sempre una gran virtù
...che non tutti riusciamo a dimostrare il proprio affetto per le persone che amiamo
...a ricredermi su certe persone, un sacco di volte
...ad accettare alcune sconfitte e a cercare di trarne insegnamenti
...l'educazione
...che non basta perdonare o essere perdonati, bisognerebbe prima perdonare se stessi, certe colpe ti logorano
...che se ti fai prendere dallo sconforto devi darti una svegliata, perchè la vita va avanti
...ad apprezzare i piccoli gesti ma forse dovrei essere più riconoscente
...che i genitori son dei rompiballe ma alla lunga, ahimè, han quasi sempre ragione
...che al cuor non si comanda ma bisognerebbe usare anche il cervello
...che per vivere meglio è buona cosa dimenticare la merda che c'è stata prima
...che la vita non è un sogno ma i sogni aiutano a vivere (tiè marzullo)
...che dovrei bere di meno per eliminare la pancetta
...che se qualcuno fa lo stronzo con me, non è detto che io debba fare lo stronzo con qualcun'altro
...che bisognerebbe stare attenti a ciò che si desidera, perchè lo si potrebbe ottenere
...che ogni tanto è giusto mentire
...che non sapremo mai la verità su tutto, anche se è un diritto
...che in alcune circostanze bisognerebbe insistere, in altre è meglio lasciar perdere, il problema è capire quando va bene uno e quando va bene l'altro
...che la maturità di un individuo non si calcola in base all'età
...che per molti è più facile dire “ti amo” che chiedere scusa, il giorno che accadrà il contrario forse il mondo migliorerà
...che non tutti i nodi vanno al pettine