venerdì 23 agosto 2019

Una zia che impara

Improvvisamente, mi accorgo di quanto i bambini siano presenti nella mia vita, pur non essendo madre. Ci trascorro giornate al mare, canto per loro delle canzoncine, sono campionessa di faccine buffe e di prese acrobatiche. Ho imparato a rispettare le loro incursioni nei dialoghi con le loro mamme e coi loro papà, spesso inframmezzati, spezzettati, interrotti e ripresi. Ci sono stati tempi in cui si parlava ore e ore seduti sul limitare del parchetto con la vaschetta di gelato del bar Arcadia davanti. Adesso non succederebbe mai.

Da un anno, circa, ho scoperto il potere dell'inconscio; da un anno guardo i nanetti con occhi diversi. Quella parte di bambino che tutti noi abbiamo e che seppelliamo sotto la parte giudicante in loro è meno nascosta, spesso pulsante allo scoperto. Bisogni espressi nel qui e ora, giochi di ruolo per affermarsi nella loro personalità, senza condizionamenti. Conservare questa freschezza e applicarla nel tempo, in età diverse, in età adulte, è ormai il mio obiettivo. E quando succede, solo allora mi sento davvero io.

Quel tenero egoismo insegna quanto è importante tenere il centro dentro di sè. 

"Una stella semplicemente splende, non pensa a competere con la luce delle altre. Perciò, più semplicemente, abbi cura di splendere. Tu non sei né giusta né sbagliata perché le persone non sono giuste o sbagliate. Le persone sono stelle a modo loro. Sii stella a modo tuo." (da "Karma City" di Massimo Bisotti)