mercoledì 4 settembre 2019

L'ora dei mattoni

Il momento peggiore è quando è ora dei mattoni.
Quando l'addetto prende un grande panno e lo stende sul granito, tra il pavimento e la parete, prende in mano il secchio con il cemento e inizia distribuirne una striscia, per posizionare i primi mattoni. E piano, pianissimo, procede. Un forato a fianco all'altro, poi mezzo. Poi la fila successiva, facendo attenzione a non mettere troppo cemento, a rasare quello eventualmente caduto. Lentamente, ma senza strappi. Senza una parola. Tre, poi cinque file. Poi quelli in alto, con il cemento già messo anche sopra, per facilitare l'ultima fila e poi le sezioni di mattoni a coprire l'ultimo spazio. E poi una leggera rasatura sul muretto, uniforme, a coprire i mattoni sfalsati. E poi la lastra di marmo a chiudere il loculo.

Sì, è questo il momento più difficile. Nessuno si muove. Anche se fa caldo al sole, anche se fa quasi freschino all'ombra; non importa di quanti si è. Nessuno si muove e nessuno parla. E' un tempo insopportabile perchè scorre lentamente e si ha il desiderio contrastante che finisca presto, e che contemporaneamente non finisca mai. Un sentimento che spinge drammaticamente dentro e fuori da lì. Perchè quella tomba, una volta chiusa, ci separa da quella bara di legno e rende tutto questo uguale a quello che c'è intorno. Quel saluto è finito. Ma nessuno è pronto per questo.

Quest'uomo avrà quasi cento anni per sempre. Ha avuto una vita lunga, certo. Vissuta con una lucidità incredibile. Affrontata saltando ostacoli, trovando sempre delle soluzioni. Un modo di prendere a schiaffi la sorte che ha spronato chi ha avuto la fortuna di averlo accanto, di averlo conosciuto.
Io ne conserverò quel modo di guardarmi negli occhi, alla ricerca delle mie pupille, alla ricerca dell'attenzione. Quel modo di dirmi la verità, al di sopra di ogni meschinità, di ogni piccolezza. Quella sincerità ruvida, genuina, per me e per se stesso. Quella presenza.

L'ora dei mattoni è difficilissima, ma domani, o dopo, comprenderò a fondo quel gesto che è stato silenzioso, misurato, preciso. Quel gesto che deposita nei nostri cuori la ricchezza di un sentimento, che coprirà questo dolore che oggi pulsa allo scoperto.
Buon viaggio, carissimo.