Significa crescere? Non sembrare dei pazzi disadattati? Fare quello che ci si aspetta? Può essere. Ma poi la vita ti ricorda, e nemmeno troppo raramente, che c'è molto altro. E l'altro arriva nei modi più impensabili.
Questo è un post di vera gratitudine. Verso un amico da vent'anni che, a Natale, mi ha chiamato per farmi gli auguri e mi ha fatto un regalo.
Quell'amico mi conosce bene, oltre il comportamento consono, oltre le apparenze.
Quell'amico ha aggiunto un tassello alla rete di affetti che ognuno di noi ha, e spesso sottovaluta, proponendomi un viaggio di gruppo con persone che non conosco.
Ed ecco cosa è successo. Dalla prima cena, insieme, ho avuto la sensazione di essere nel posto giusto, al momento giusto. E con persone che non possono essere così diverse, e così uniche. Con uno stato d'animo che è stato quello di tutti: essere noi stessi.
Semplicemente, abbiamo passato una settimana senza alcuna maschera. Ora, tornata a casa, ho la consapevolezza che quello che abbiamo vissuto ce lo ricorderemo a vita perchè è stato un dono raro, accolto con una spontaneità assoluta, con parole che ci hanno fatto riflettere. Un dono che ci siamo fatti a vicenda perchè lo volevamo tutti, perchè, con motivazioni varie, avevamo bisogno di farcelo e farlo agli altri.
Stavo affogando, e mi è stata data l'opportunità di immergermi. E ho scoperto, ancora una volta, che una nuova inedita prospettiva fornisce molte più soluzioni di quanto ci si possa aspettare. Con l'attenzione accesa al massimo e senza ansia. Con me e me sola, sola con il mio respiro, io e nessun'altra me stessa da indossare. Anche i pesi, a volte, non pesano per nulla: a volte sono necessari per fornirti l'assetto giusto per andare avanti.
Grazie. Una parola che non si dice mai abbastanza.