mercoledì 30 dicembre 2009

Uno sproposito di buoni propositi

L'anno scorso pensavo che peggio del 2008 non sarebbe potuta andare.
Poi è arrivato il 2009. E mi son dovuta ricredere. E magari facessi un discorso puramente personale...
E allora che ci vuole per questo nuovo cambio di cifre? Ci vuole ottimismo e positività, che mancano, ma che se non vengono quantomeno evocati se ne resteranno nascosti n qualche angolo, e non va bene.
Quindi è arrivato il momento dei propositi per il nuovo anno. Tanti.

- Avere sempre degli obiettivi; che però non siano immutabili, altrimenti alla prima difficoltà rischierei di perdermi.
- Non accontentarmi, perchè è arrivato il momento di pretendere solo il meglio! Avere più consapevolezza delle mie capacità.
- Viaggiare tanto e tenere alta la curiosità, gli occhi aperti, la voglia di conoscere.
- Contare fino a dieci, smettere di essere gelosa degli amici, lasciare andare chi vuole farlo, lasciare vivere.
- Dire no, se serve; smetterla di fidarmi del mondo intero, ma smettere anche di ascoltare il mondo intero.
- Essere sempre felice; sono una ragazza fortunata e continuerò ad esserlo, anche solo per nascita. Sfacciatamente felice.

Auguri a chi mi vuole bene...

sabato 26 dicembre 2009

A Natale non siam tutti più buoni

Omioddio, non sarà che sto perdendo il mio ormai leggendario spirito antinatalizio?
Questa faccenda è grave; se poi si unisce alla perdita della gioia delle Feste della superamica Cinzia si aggrava anche di più. Magari è successo come in quei film per ragazzi, abbiamo toccato contemporaneamente lo stesso oggetto e c'è stato uno scambio di sentimento.
Poco male. Dato che alla Vigilia eravamo insieme, per una volta sono stata un po' io a trainarla. Una cena preparata da me e insolitamente riuscita, e poi via, è partito il "tour dei sette bar". Ok, non proprio sette. Ma amici a valanga, comunque. E prosecchini come se piovesse.
E poi, d'un tratto, è successo. Anche quest'anno mi si è palesato l'Ipocrita.
L'Ipocrita è quella categoria di persone che ti ha fatto soffrire, si è nutrito di maldicenze su di te e ci ha dato un bel contributo, molto spesso è lui stesso la fonte delle cattiverie. L'Ipocrita è una persona cui tenevi e che ti ha ferito, che hai cercato di dimenticare tagliandolo fuori dalla tua vita esattamente come un ramo secco nella stagione della potatura, e che però ti si piazza davanti provocandoti una spiacevole sensazione alla bocca dello stomaco e con un sorriso ebete vuole farti gli auguri. E tu non hai scampo, perchè sei incastrata tra il bancone e due-tre amici che stanno brindando dietro di te e non ti lasciano margine di manovra. E allora sei in scacco.
Ma questa volta il mio cinismo natalizio ha avuto la meglio, come se io e Cinzia ci fossimo di nuovo scambiate il sentimento. Non credo di avere nulla da scambiare, con te...e il suo sorriso si è incrinato, come un coccio di vasellame troppo cotto, ma ormai era partito nello slancio e mi è toccato il bacio.
Questo però non è andato ad aggiungersi alle altre impronte di affetto sincere. Questo è valso come il due di picche. A scala 40.

domenica 20 dicembre 2009

Iperattivismi

Certo, potrei scegliermi un lavoro un po' più regolare. Uno che abbia degli orari canonici e che non mi faccia vagare sola per negozi o per commissioni perchè tutti gli altri lavorano, pensare di andare al cinema, o ad una mostra, da sola e non avere nessuno che mi accompagni.
Potrei smettere di lavorare tutti i fine settimana, magari smettere di svegliarmi un sabato e una mattina di pieno inverno per il turno mattutino. E magari, per eccesso di zelo, finirla di anticipare la sveglia alle 4 per paura della neve-gelo-strada-buio, salvo aspettare in macchina 20, 40 minuti il collega con le chiavi dell'ufficio.
Potrei svegliarmi tardi e indugiare in pigiama davanti alla tv e vestirmi con calma e uscire e fare due chiacchiere che diventano quattro che diventano otto. E non imporre aperitivi, o scappare dalle cene, per poter dormire almeno 4 ore.
Ma poi scopro che queste cose le faccio lo stesso. Magari non quando c'è il festivo canonico, magari cercando difficili incastri spaziotemporali con gli amici, magari entrando e uscendo di scena velocemente, ma...si fa, si fa. Tanto che quando veramente sono a casa di riposo non faccio assolutamente niente, sprecando del tempo che potrebbe essere meglio impiegato. O non esco, perchè fa freddo e mi impigrisco e non chiamo nessuno.
E poi...come faccio a inondare di parole le amiche se divento parte dell'arredo di casa?

venerdì 18 dicembre 2009

La prima neve

Il più bel ricordo di panorama innevato, su Milano, ce l'ho di tre anni fa, forse quattro. Lavoravo ad Agr, decimo piano su via Lodovico il Moro. Facevo la notte. E quella notte nevicò quasi tutto il tempo. In turno eravamo in tre: io, Marco e Marcello. E una guardia che non aveva il nostro stesso interesse per il paesaggio. Noi tre, invece, abbiamo passato un lungo momento affacciati alla scala antincendio, all'aperto. Alla nostra sinistra lo Stadio, davanti a noi tutta la città, con la Torre Velasca e il Duomo proprio di fronte. E una luce diffusa, rossastra, che solo la neve sa esaltare. Fiocchi larghi e fitti, e noi tre in silenzio. Qualche battuta in napoletano dei due colleghi, gli occhi sempre puntati in avanti, un'aria fredda ma sopportabile.
Il più divertente ricordo della neve a casa, invece, risale allo scorso anno. C'è stato un rapido passaparola e poi tutti ci siamo trovati lì, al bar di fianco alla chiesa. A mettere insieme un pupazzo di neve con un rastrello, due pale e un sacco di voglia di divertirci. Quella che mi ha fatto finire sepolta almeno un paio di volte, quella che ci ha fatto ridere più di due volte. Per la cronaca, il nostro pupazzo aveva anche la bici. E' stato un momento di grande unione, in cui un buon numero di trentenni si son dimenticati di non essere propriamente dei bambini.
Ieri notte è tornata: solo un velo leggero, sufficiente per riconciliarmi con l'inverno e chiudere lasciare i pensieri negativi in un angolo, anche solo per un attimo.

martedì 15 dicembre 2009

Ospitate

C'è questo professore dell'Università Statale che ha pensato che la mia esperienza lavorativa potesse essere interessante per i suoi studenti. Giorgio Valle, allora, mi ha contattato e mi ha chiesto di intervenire alla sua lezione, un corso di Editoria Multimediale, per parlare del "mondo reale". L'invito mi ha molto lusingato e spaventato, ma ovviamente ho accettato: sono abbastanza vanitosa per perdere una simile occasione di autocelebrazione.
Autocelebrazione spesso molto carente: tante, tante volte mi dimentico del percorso che ho fatto, delle capacità che ho coltivato, delle esperienze lavorative che ho affrontato. Solo quando mi trovo a fare il riassunto delle puntate precedenti, solo quando mi trovo ad aggiornare il curriculum e a cercare, sempre, di farlo stare su una sola pagina, me ne rendo conto.
E quindi, dopo l'ennesimo bilancio professionale, oggi mi sono presentata al Dipartimento di Informatica e Comunicazione, aula Sigma. Presenti, una ventina di ventenni. Interessati alle mie parole: meno della metà. Un curioso personaggio è entrato per 5 minuti in aula, mi ha chiesto due volte la stessa cosa e poi se n'è uscito. Un altro mi ha illustrato il sito cui "la classe" sta lavorando e il suo funzionamento.
A quel punto non ho più capito se fossi lì per insegnare qualcosa o per imparare. Ospite, comunque. In entrambe le accezioni.

venerdì 11 dicembre 2009

Scaldacuore

Mi hanno sempre detto che più cresci più ti circondi solo di persone che ti fanno stare bene. Le compagnie smettono di essere oceaniche e si tagliano i rapporti di contorno, quelli che sono classificati come semplici conoscenze.
Sarà. Forse l'avvento di Facebook ha sconvolto un po' questa filosofia. E' "nella mia vita" da poco più di un anno, mi ha tenuto compagnia con il braccio rotto, in disoccupazione e in mille altri momenti e il mio profilo è cresciuto e cresciuto. Includendo tanti, tantissimi amici, anche quelli lasciati per strada per le ragioni più diverse. Ho cercato, mi hanno cercato, e se non mi facesse piacere smetterei di alimentare questa rete.
E non è ipocrisia. Sabato prossimo ci sarà l'unico evento extrafamiliare che mi fa un pochino (appena appena) piacere il Natale: la cena con gli amici. Cinquanta. Cerco sempre di non perdermela, è un eventone.
Qualche anno fa andammo tutti a mangiare in un ristorante in vallata, dove lavora il padre di amici. Ad un certo punto, a metà cena, mi si avvicinò e disse: siete proprio un bel gruppo. Che associazione è? Ed io: nessuna, siamo solo amici. Lui rimase un attimo in silenzio, stupito. Complimenti, disse.
Eh già: essere "solo" amici è in effetti un tesoro molto prezioso.

mercoledì 9 dicembre 2009

Isterismi

Quando sono in vacanza i milanesi sono anche più cattivi del solito. E quando tornano da 4 giorni di ponte esprimono al meglio il loro rancore represso.
Ieri ero in radio, come ogni giorno di questo lasso di tempo, e le telefonate sono state furiose, maleducate, rancorose. Come se fosse una novità che le varie Statali che scendono fino a valle siano intasate in periodi di neve abbondante e di impianti sciistici a pieno regime, per non parlare della già citata A22, ecc ecc. Sullo sfondo, bambini piangenti o rincari di familiari (dille che siam fermi da tre ore!). E così mi è venuto un dubbio.
Non è che non siamo più abituati a staccare la spina? Nessuno vive tanto fuori dal mondo da pensare che le strade somiglino a quelle delle pubblicità delle automobili: non sono MAI così deserte. Che trascorrere del tempo con famiglia e\o amici non rilassi proprio per niente? Ma no, non posso crederci fino in fondo...magari sbagliata la meta, speso troppo, troppa folla...sicuramente i fattori sono molteplici.
Eppure il dubbio non mi ha abbandonato neanche questa mattina. Tutti al lavoro, tutti insieme, traffico indiavolatissimo. Ma pochissime chiamate, e quelle ricevute tutte estremamente gentili, un filo rassegnate. In coda, ma di nuovo al lavoro. Che dire...contenti voi!

martedì 8 dicembre 2009

Grazie

Sono fortunata, non c'è che dire. Al mio fianco ho sempre persone che mi tirano su di morale, un bisogno che ho espresso a gran voce in questo finale di 2009. Alcune mi prendono amabilmente in giro, altre mi rendono partecipi dei loro bei momenti, ed anche dei loro momenti difficili. C'è chi mi porta ad un concerto, chi mi scrive mail che mi fanno commuovere e altre che mi fanno molto sorridere.
C'è chi mi passa a prendere, di lunedì sera, e mi porta al suo corso di massaggio ayurvedico, proponendo al suo maestro un trattamento a quattro mani su di me. E allora, in questo piccolo centro a due passi da San Siro, Cinzia e Paolo sciolgono pian piano le mie tensioni, con le loro mani calde, dalla punta di piedi ai capelli. Un massaggio che riattiva la circolazione e saggia la funzionalità di tutti gli organi, ma che include anche gesti di grande tenerezza, come prendermi per mano e farmi sentire costantemente il contatto con loro, morbido e avvolgente. E' per questo che si chiama "massaggio del sole e della luna", perchè è scientifico ed emozionale insieme, per il corpo e per l'anima.
Una coccola che meritereste tutti voi, amici vicini al mio cuore.

domenica 6 dicembre 2009

Colpo di fulmine

Non posso essere lasciata sola un attimo che ne combino una.
Ieri sera aperitivo post-lavorativo all'Arco. Arrivo prima io, come succede spesso, ma il traffico in città è quasi inesistente, egualmente diviso tra la zona al di là del Castello per gli Oh Bej! Oh Bej! e la A22 del Brennero ("un parcheggio", mi ha detto oggi, desolatissimo, un ascoltatore). E quindi, eccomi ammirare le luci natalizie e la placida desertitudine di questo tratto di Sempione chiuso. E una vetrina. Un po' diversa dal solito...mi avvicino, e capisco che il negozio che di norma ospita abbigliamento sporty-chic è la sede di un temporary shop. Una parete di borse sulla destra, alle quali concedo poco più di un'occhiata. E lì, bellissime e tutte in fila, proprio appena oltre il vetro, le scarpe.
E che faccio, adesso? Le ignoro? Impossibile. Le guardo una ad una e già ho capito qual è quella che mi rapirà il cuore. Sono sempre in attesa dei miei compagni di happy hour, e allora entro e cerco di tergiversare, mi spiegano dello sconto al 50 e mi rifugio in fondo, nel reparto femminile, a toccare cappottini e camicie e jeans. Tranquillità apparente, perchè "lei" è là davanti che mi chiama, e dopo 10 minuti di gironzolamente e di chiacchiere sul tempo con la speranzosa commessa ripercorro il negozio e alla bionda proprietaria dichiaro la mia cotta per la Prada. Lei e la compagna che sono subito ai miei piedi, che sono subito davanti allo specchio in tutte le angolazioni, che sono subito a confronto con delle Miu Miu carine, ma non deliziose quanto le prime.
E alla sorella, che finalmente arriva, non resta che prendere atto di un fidanzamento ormai ufficializzato.

sabato 5 dicembre 2009

Nella trappola di Eros

Ieri sera il concerto di Eros Ramazzotti. Io, Ale e la Giudy, che sembravamo più tre turisti per caso che altro. Entrati con calma, un giro di ricognizione, tre bei posti e l'attacco alla fan scatenata. Insomma, non siamo proprio quelli che si dicono dei patiti di Eros; e quindi il nostro sport preferito, per ingannare il poco tempo prima dell'inizio del concerto, è stato quello di ascoltare i commenti emozionati delle altre donne che ci circondavano, spesso accompagnate da mariti con la faccia lunga lunga, e individuare facce famose (a parte quelle del Peo e del Billa, un saluto alla collega - ahahah - Lucia Blini).
E poi il concerto è iniziato. E gli eventi ci son sfuggiti un po' di mano: ci siamo ritrovate a cantarle quasi tutte: lui ha poposto le sue più belle canzoni. Due orette (ecco, magari un pelino breve, se ci deve essere una nota stonata), ma piacevoli. Io e la Giudy ci siamo dovute ricredere, anche se ci siamo astenute nell'acquistare orrendi cuscini di raso rosa con la sua foto all'uscita (roba che verrebbero gli incubi anche a lui, ci scommetto).
E poi, vuoi mettere il benessere che ti trasmette la musica dal vivo?

giovedì 3 dicembre 2009

We love Milano

Ieri sera ho passato una magica serata, di quelle che restano scolpite nella memoria. E questo grazie alla festività dell'evento (il compleanno dell'amica Anna), al clima freddo e natalizio del centro di Milano, per il plenilunio che ha fatto splendere la città anche di più e per la straordinaria evoluzione della serata.
Il taxi, mezzo che non prendo mai, è stato il filo rosso, dalla periferia, a piazza Missori, a Nobu, a La Briciola. Una compagnia di pochi, in parte sconosciuta, e una sceneggiatura che ha sapientemente mixato la gioia di stare insieme, così spontanea, e le location, così patinate.
Il compleanno è da sempre la festa che di gran lunga preferisco: non è comandata, non è neanche obbligatoria, se vogliamo, ma è l'unica che ti permette di festeggiare con chi davvero ti sta a cuore. Ieri sera abbiamo avuto la sensazione di avere la città a nostra disposizione, così scintillante, così deserta, così facile da percorrere a notte fonda.
Una città con cui hai un rapporto passionale, che ami molto e che arrivi anche a odiare moltissimo, ma da cui rimani dipendente. E gli angoli che ci ha offerto ieri sera e i brindisi, perchè ce li meritiamo, non sono stati affatto male. Cin Cin!

mercoledì 2 dicembre 2009

Ode al Ciccio

Si chiama Ciccio, in onore di quel Francesco Colonnese da Potenza che mi prese il cuore dopo il Nicola Berti da Salsomaggiore Terme. E' il mio gattone.
Se Ciccio potesse parlare, sono convinta che direbbe solo cose molto sagge. Ma i suoi gesti a volte sono di un'eloquenza assordante.
Quando le discussioni si fanno accese e invece che di scambi verbali sembra di assistere a lanci di missili terra-aria che neanche un Kennedy potrebbe fermare, lui taglia la corda.
Non gli piace mangiare da solo, spesso ti chiama perchè tu possa vederlo gustare queli piccoli biscottini colorati che quasi ti verrebbe di assaggiarli pure te.
Oppure arriva quatto quatto in bagno e inizia a leccare il rubinetto del bidet sempre più rumorosamente, fino a che non capisci - era ora eh? - di dover alzare la levetta e lasciar scorrere il filo tanto desiderato.
Ma è nei momenti di pace che fa quello per cui i gatti sembrano fatti apposta: si accomoda sulla tavolozza dei colori a olio della sorella per poi aggiungere deliziose macchioline al pavimento di marmo, ti si siede sul pc proprio mentre ci stai lavorando...oppure, più semplicemente, ti stupisce con quel mix di affetto e disinteresse che conquista sempre. Senza ferire. Particolare che sfugge a noi bipedi.