mercoledì 11 maggio 2016

Un fiore sul balcone

Mentre fuori la pioggia sale e  di intensità, mentre gocciola e poi ticchetta e anche il cielo si fa sentire ogni tanto, penso ai fiori che son tornati sul mio balcone.
Ogni anno, da tre a questa parte, a primavera le surfirie tornano nei due grandi vasi ai lati del mio lungo balcone. Da una parte solo loro, dall'altra con il gelsomino che riesco a tenere in vita miracolosamente in inverno (dato lo scarsissimo pollice verde). Le scelgo sempre di un colore della gamma del rosso.
Quest'anno abbiamo tardato un pochino.
Ma quest'anno le abbiamo comprate anche per la Luigia, visto che lo scorso anno l'ho aiutata a sistemare l'edera finta sul balcone, come sul mio, per regalare anche a lei un po' di privacy.
E così l'ho chiamata. Era da un po' che non la vedevo, perchè non sono mai a casa. Lei mi ha spiegato che cammina molto poco, che fa fatica a risalire il dislivello del garage, che ha due fisioterapiste. Ma che è sempre occupata, in casa. Fa la maglia e non si ferma mai. Non ho fatto fatica a crederlo.
Le ho detto dei fiori: contentissima, mi ha dato appuntamento a due giorni dopo.
E così, io e papà abbiamo portato da lei terra e piante. Mi ha portato in garage con l'ascensore, mi ha regalato un altro vaso e mi ha parlato di tante cose.
Nonostante il carrellino, nonostante la poca mobilità, l'ho trovata molto bene. Come sempre: coi capelli in ordine, comoda ma ben vestita, piena di interesse, con un bel sorriso. Un sorriso che, sono sempre più convinta, in questi ottanta anni e più non l'ha mai a lungo abbandonata.
La pioggia sale e scende di intensità e annaffia i nostri fiori.
Mi piace pensare che sorrideranno anche loro per tutta la bella stagione.
Mi piace sapere che questa donna ha sempre qualcosa da insegnarmi.