lunedì 15 maggio 2017

Gerani e nuove idee

Finalmente, archiviata la vacanza (di cui ancora non ho scritto nulla, ma lo farò. Le sensazioni sono complesse) e in un attimo di pausa dopo una serie di trasferte di fila, ho piantato i fiori sul balcone. Un filo in ritardo rispetto al solito, sempre con l'aiuto fondamentale di mamma e papà. Anzi, come sempre, grazie esclusivamente a loro.

Quest'anno abbiamo scelto i gerani, dopo anni di surfinie. I gerani cresceranno e riempiranno bene tutti gli spazi. Le ho messe anche nel vaso che mi ha regalato la Luigia, e poi abbiamo annaffiato tutto abbondantemente. La Luigia era sul balcone, ha chiesto a papà di poterli avere come i miei. In settimana avremo di nuovo i balconi uguali. Era molto contenta.

Abbiamo mischiato la terra con la torba, in modo che la seconda, troppo secca, fosse efficace per fertilizzare e far crescere meglio le piante. Per fortuna ci sono loro, perchè è stranoto di quanta poca arte abbia anche in questo campo.

Allora mi è venuta un'idea. A breve Rocco e Caterina avranno il loro blog. Papà è nato in campagna, come mamma. Hanno imparato molto dalla terra, hanno un sapere diverso dallo studio, un sapere affettuoso, rispettoso, paziente. Sanno cos'è la stagionalità, sanno quali verdure piantare, quando, quali frutti maturano, quali fiori stanno meglio al sole e all'ombra. Sanno come conservare questa ricchezza tutto l'anno, sanno come cucinare e accompagnare i risultati dell'orto.

Il blog si chiamerà L'Orto di Rocco e Caterina, semplicemente. Ma ci saranno altri interventi, altre piccole sorprese. Sarà divertente: ne abbiamo parlato molte volte e il più entusiasta è proprio papà.
E anche io: sai mai che il prossimo anno, i gerani, li pianterò da sola...

martedì 9 maggio 2017

Ovunque tu sia

Ma quante volte, quante...
Quante volte ci sembra di non poter andare avanti "così". 
Che è tutto troppo, spesso insopportabile. 
Che è una montagna da scalare di cui non si vede la fine. 
Che agiamo chiudendo gli occhi sulle conseguenze, che poi sono terribili. 
Quante volte la sveglia suona e non si vuole uscire dal letto; e qualche volta non ci si riesce. 
Scappare, cambiare vita. Vendere tutto. Ma dove, poi. In che modo, con che salto.

Quanto è fonda la disperazione? Lo sa ognuno di noi. Ognuno di noi l'ha toccata, e dopo il fondo ha scavato. Ognuno di noi in modi diversi, ma con la stessa dignità. Ognuno sa quanto può essere scura un'anima.
Perchè ognuno di noi dovrebbe avere rispetto proprio per i dolori degli altri, davanti ai quali invece chiude gli occhi. Il dolore è vergognoso. Il dolore rende nudi. E noi siamo abituati a indossare maschere e armature.

Così, solo così voglio salutarti.
Spesso lo hai mangiato, questo mondo, lo hai sentito nelle tue mani.
Poi lui ti ha mangiato. Quanto hai lottato, quanto hai allontanato gli altri? 
E quando hai perso ogni speranza?
Ciao, caro. Non dovevi, ma questo è un consiglio fatto di vento, fatto di nulla.