venerdì 26 giugno 2020

100 giorni dalla morte alla vita

Fausto torna a casa.
Sono passati cento giorni da quanto il coronavirus ha cercato di prenderselo.
100 giorni di cui oltre quaranta in terapia intensiva, due volte. E gli altri in una speciale clinica riabilitativa.
Sapete cosa significa non parlare con un persona, non scriverle, non avere notizie, in un'epoca come la nostra in cui si possono elencare almeno cinque modi diversi per mettersi in contatto? Chiedere ad altri, ma con grande discrezione, perchè sei come un elefante in una cristalleria e sai benissimo che non eserciti alcun diritto di sapere. Per me, e altri amici che lavorano con Fausto, è stato così. Le notizie sono arrivate da qualche stretto collaboratore, tutte, finchè un giorno, finalmente, è arrivata la bellissima notizia della sua dimissione e finchè, un giorno, questo elefante s'è fatta coraggio e ha composto quel numero che per lunghe settimane è stato staccato. E lui ha risposto.

Ecco, non so spiegare l'intensità di quell'emozione. Quella voce, sono di poco più flebile del solito, che mi ha raccontato tante cose, tutte di fila. Che ho ascoltato con le lacrime che piano piano scorrevano, che temevo si interrompesse, che mancasse. E invece non lo ha fatto. Ha raccontato dell'ospedale, le cure, i tentativi di abbassare la febbre altissima. E come tutto fosse sembrato un sogno confuso, interminabile e breve insieme. La Pasqua, che sembrava segnare la fine; e poi la ripresa, la ricaduta, e di nuovo la ripresa. E ora questa clinica, prima specializzata nella riabilitazione di chi subiva grandi interventi e che oggi accoglie anche lui, con 22 chili in meno e la necessità di ricominciare.

Oggi, Fausto se ne va anche da lì sulle sue gambe; quando è arrivato, infatti, non camminava. E ha affrontato anche qui una brutta infezione, e ha dovuto compiere piccolissimi passi per tornare a sentirsi di nuovo in forze. Scherzando, ci siamo detti che la nipotina, che è nata in questi 100 giorni, inizia ad affacciarsi alla vita e lui con lei. Ieri ha scritto sul gruppo dei Delegati alla Sicurezza che gli ha dedicato un video e moltissimi pensieri. E presto tornerà con la testa allo Zini, ne sono sicura. Sgommando sul suo scooter e tuonando direttive, come sempre.

lunedì 1 giugno 2020

Bastano gli Occhi: come nasce un progetto

E' nata all'improvviso, si è accesa come una scintilla, e si è trasformata subito in un progetto.
Perchè Simona è così, una persona estremamente pratica e concreta, che traduce sempre in fatti quello che pensa. E' una dote rara, anzi, straordinariamente rara, perchè la tendenza di tutti è pensare a un'idea e solitamente accantonarla. Ma non lei, architetta e designer di interni, una bionda con due lauree di tutto rispetto e uno spiccato senso della condivisione, che ci accomuna.

L'aspetto fondamentale di Bastano gli Occhi, progetto fotografico che è nato da quella scintilla, è proprio la condivisione. Il Coronavirus ha segnato la vita di tutti noi: solo la storiografia consegnerà ai posteri, con distacco e elaborazione, la dimensione della nostra personalissima pestilenza. Un'epidemia che ha arrestato il flusso impetuoso degli eventi in cui siamo immersi per mettere a nudo gli individui, mostrando drammaticamente quello che siamo. Riportando alla luce le nostre priorità. Lasciandoci nudi sul palcoscenico della vita, con le nostre paure, con i nostri bisogni, con le nostre incertezze.

Ma poi quel flusso ha ripreso, a velocità differenti dettate da dove viviamo, dal lavoro che svolgiamo, dalla situazione famigliare. Tanti fattori che hanno creato divari prima confusi dagli impegni, prima dettati da altro, all'infuori di noi. Bastano gli Occhi vuole documentare come ognuno di noi si vede, attraverso una mascherina, o piano piano abbandonandola. Noi, con il nostro lavoro, con le difficoltà. A casa, al lavoro, di nuovo con chi amiamo.

Bastano Gli Occhi è soprattutto una pagina facebook, insieme a un profilo Instagram che predilige più il vero al patinato. Ma, nelle intenzioni di noi due S, Simona e Sabrina, vuole diventare mostra, happening, contest. Chissà. Anche noi decliniamo la condivisione, in molti modi, ma tutti molto concreti.