martedì 28 agosto 2012

Mezzogiorni di fuoco

Quest'estate ci siamo svegliati tutti un po' più piromani. E dire che la benzina costa, se posso permettermi la battuta cretina. Piromani e impenitenti, piccoli McGiver capace di costruire inneschi da distribuire qua e là e provocare incendi devastanti. Colline e pianure nere e gialle, dove il giallo ha favorito l'appiccamento.
Come mai? Che gusto c'è ad aizzare il fuocherello che poi cresce, e cresce, fino a minacciare case e negozi, hotel, una vita di sacrifici? Nessun fuoco sacro, solo quello della convenienza. In un Paese dove il concetto di "bene pubblico" perde di significato più velocemente di tutti gli altri fondamenti culturali, si pensa a preservare il proprio interesse, a discapito di quello degli altri. Non importa che danno si recherà al mio vicino, forse forse anche ai miei consanguinei, perchè è la piccola guerra tra poveri quello che ottusamente prende il sopravvento, sperando che il vento spiri nella giusta direzione.
Perchè succedono cose, in questo Paese, che tutti sanno ma che non si dicono. Succedono e basta. Poi se arriva il Saviano di turno che li mette nero su bianco diventa quello il guastafeste, la pietra dello scandalo.
Ad esempio, nessuno dice che ci sono Regioni, e paesini di quelle Regioni, in cui la forza lavoro principale è data dallo Stato: scuola, amministrazioni, forze dell'ordine. Forestali. Troppi, anche per pattugliare i boschi senza spostare nemmeno la spazzatura lasciata dai turisti, abbandonata persino la Panda4X4 che una volta li rendeva così caratteristici. Troppi, per vigilare sul ciclo della Natura. Se ne sono accorti anche al Governo, che l'anno scorso ha iniziato a ridurre il numero dei Canadair e quest'anno ha iniziato a pensare ai tagli del personale. Iniziato, diciamo così.
Statali e contadini, anche. Che sanno benissimo che un terreno bruciato non può essere coltivato per anni, ma che in questo lasso di tempo lo Stato corre in aiuto. Perchè il segnificato di "welfare" è proprio questo. Sempre meno, d'accordo, ma in certi settori e in certi casi ancora totale. Come in questo specifico caso.
Terra bruciata, aiuto dallo Stato, lavoro da fare per chi per lunghi periodi dell'anno se ne sta "alla casetta". Tanto poi a lasciarci le penne sono coloro che vanno a spegnerlo da vicino, il fuoco, se capita.
Ma queste cose non si dicono, non si può.
Orticello. Bruciato, impoverito, privo di orizzonte. 

lunedì 20 agosto 2012

Non odio i lunedì

E' lunedì, ma potrebbe essere qualsiasi altro giorno. Principalmente perchè non sono stata in vacanza e oggi non è quel giorno tragico che molti hanno segnato in rosso sul calendario, perchè è il giorno di rientro nella routine lavorativa. Perchè non ce l'ho, la routine lavorativa. Perchè ho lavorato ieri e l'altro ieri e continuerò fino a venerdì e va benissimo così.
Nonostante la sveglia, che è suonata poco dopo le 5 e i miei ormai consueti 30 chilometri per arrivare qui. Ma guido con l'alba che con le sue dita di rosa picchietta sul parabrezza, e picchiettando diventa sempre più chiara. E mentre guido butto un occhio sul display del cruscotto, saltato da un po' e che non riesco a riallineare al tempo presente. Che oggi segna il 4 settembre. Del 2004.
Insomma, non ho la DeLorean, ma per tenermi sveglia provo a tornare indietro nel tempo, a ricordarmi dov'ero, il 4 settembre del 2004. Forse in qualche diario troverei notizie più precise, sicuramente ero a circa un mese dalla laurea. Avrei voluto andare all'Oktober Fest, ma "poi non entri nel vestito!" (mamma sempre adorabile). Faceva caldissimo, lo avrebbe fatto anche un mese dopo e anche al matrimonio della Vale, a metà ottobre, con tutti noi fuori dall'univarsità, visto che io e Marchino avremmo chiuso la serie. Correvo con il peugeottino 205 dell'89 a cercar stampanti, visto che la mia, nel bel mezzo della produzione cartacea dell'ennesimo capitolo, pensava invariabilmente di abbandonarmi. O di stampanti, o di cartucce, in ogni caso. Un'auto leggera e scattante e ovviamente senza condizionatore, con i finestrini a manovella e guidata sempre come se non ci fosse un domani.
Mi stupisco sempre di come il tempo passi e non passi insieme, penso guardando quella data lampeggiante. Son sempre qui. Son sempre io. Anche se ora ho l'alzacristalli elettrico.
E' ora di fare una visita a Monaco di Baviera.