venerdì 26 febbraio 2010

Tutti piloti

Quando conosci una persona, c'è una fase, che forse qualche tempo fa si poteva definire di corteggiamento, in cui ogni azione è sbagliata. Si può essere molto bravi nel dissimulare, nel mostrare sicurezza, nel mostrare scioltezza e noncuranza, ma in realtà in quella fase tutto quello che facciamo è condito dall'ansia.
Mi vien facile il paragone con la guida dell'auto. Prendiamo la patente e ci sentiamo tutti piloti, tutti affidabili, in gamba e senza paura.
Poi ci troviamo alla guida e ognuno di noi affronta la cosa in maniera differente.
C'è chi parte piano e, oltre a subire il giudizio degli altri automobilisti - giudizio mai gentile - rischia di arrivare sempre in ritardo, o di non arrivare affatto perchè non si è neanche fidato di mettersi alla guida e quindi ha perso la sua occasione, o di sprecare troppo tempo, nel tragitto.
C'è chi parte in quarta, a tutto gas, perchè ha fretta di arrivare alla meta, ma poi si perde i piaceri del viaggio, prende una multa che stordisce e poi, quando arriva, scopre che alla fine non c'era un granchè ad attenderlo.
C'è chi pensa ad un giusto mezzo, rispetta i limiti e si prefigge di giungere nel tempo giusto, secondo i suoi calcoli. Ma può bucare, o si è dimenticato della revisione, o quando arriva scopre che non c'è nessuno ad attenderlo.
Non c'è una regola. Dobbiamo però fare quello che, in quel preciso istante, ci suggerise il nostro cuore, perchè se commetto un errore, l'ho commesso in piena coscienza. E nessuno, nessuno, ha il diritto di interferire in questo; nessuno che ne potrà mai fare una colpa. Dobbiamo smettere di sprecare energie vitali per tener conto del giudizio degli altri, perchè di ansia ne siamo già a sufficienza. E' il momento di vivere, di rischiare, e di guardare avanti.

sabato 20 febbraio 2010

Neuro marketing

Inglobata nel Festival di Sanremo, ma non è una novità. Dopo tutto sono figlia della tv e il mio percorso accademico l'ha ampiamente inclusa e anche dopo ha fatto anche parte del mio lavoro.
Ho sviluppato una certa capacità di critica, cerco di lasciare da parte il disincanto, ma ne resto comunque e sempre impigliata.
Oggi, durante il mio solito venerdì da promoter, Gianluca ha aggiunto un interessante tassello al quadro, complesso, del Festival (?) della canzone italiana. Quello della distribuzione.
Il vincitore sarà Mengoni, ha teorizzato. E il motivo è molto molto semplice.
In un centro come quello di piazza Napoli sono arrivati, per ogni artista, circa 40 cd da mettere in vendita da questa settimana.
Del Marco ne sono arrivati 108. Più del doppio.
Neuro marketing. Quasi una scommessina, alla Snai, ci sta.

domenica 14 febbraio 2010

Non ci sono santi che tengano

Il mio augurio va a voi, che non avete bisogno di questa festa. Che non avete bisogno di questo giorno per scoprirvi innamorati. Perchè quella coperta calda che vi avvolge il cuore non deve essere per forza accompagnata da fiori e cioccolatini, perchè è perfetta così com'è.
Auguri a voi che vi sentite davvero bene insieme al compagno che avete scelto, che vi ha scelto. Che completamente, perfettamente, avete fiducia, avete occhi da incontrare e parole da dire e da non dire, anche, perchè basta solo quello sguardo.

sabato 13 febbraio 2010

Cieco e sordo all'educazione

Quando mi trovo a fare uno dei miei mille lavori che mi portano a stretto contatto con il pubblico, resto sconcertata dalla mancanza di curiosità delle persone. Che escono, vanno a fare acquisti, recandosi in grossi centri di consumo...e poi non si guardano neanche attorno.
Ora io mi domando: hai del tempo da impiegare in un negozio. Un negozio abbastanza specifico, anche se grande, anche se ti offre una vasta gamma di prodotti...perchè, allora, non perdere 5 minuti del tuo tempo libero a guardarti in giro? Che cosa ti porta, piccolo perdigiorno, a chiedere sacchetti per l'aspirapolvere al reparto tv? O cordless alle fotocamere? Oppure a chiedere dei cellulari quando ce l'hai proprio di fronte alla porta di ingresso? Sei entrato volando?
Ma quello che mi fa impazzire è quello che ti porta, signore, donna, ragazzo, vecchia, ad essere estremamente scortese, estremamente maleducato, del tutto indisponente e sospettoso. Domande saccenti su particolari trascurabili, per poi chiedere subito dopo qual è il tasto di accensione, parlando sopra al cliente che si sta servendo, mettendo in dubbio ogni singola parola del commesso.
Sai, forse Milano non è il luogo adatto per te. Forse sarebbe meglio un atollo sperduto post test nucleare, per te. E poi non lamentarti che le maestre di tuo figlio sono delle incapaci perchè non riescono a stimolare la sua curiosità. Nuovi piccoli mostri crescono.

martedì 9 febbraio 2010

Infradito della felicità

Ho comprato il nuovo gratta&vinci. Quello che si chiama "Turista per sempre".
200.000 euro subito, 6mila al mese per 20 anni e bonus finale di 100.000 euro.
Una possibilità su 2,8 milioni. 38 tagliandi vincenti in tutta Italia. Basta trovare per due volte la scritta che dà il nome al grattino e...puff. Ne ho trovato uno solo, grattando via le infradito del "gioco1", dopo averlo ammirato, intatto, per circa mezza giornata.
Quelle che mi fanno parecchio sorridere sono proprio le infradito. La mia ex compagna di università Paola dovrebbe reclamarne il copyright. La sua passione per le infradito è diventata leggendaria, con gli anni. Scritta nella nostra storia di gruppo di amici. Ha accompagnato le nostre battute, è stato uno dei primi regali a Sofia, non so immaginare quante ne abbia avuto, e quante ne avrà.

Ti sono vicina

Non è mica facile stare vicino a una persona nel momento del dolore.
Soprattutto se questo dolore è crudele e totale.
Quando lo subisci, ti senti come se avessi perso la voce, se non ci fosse più niente dentro di te e ti fossi trasformato in un guscio vuoto, con una lama a trapassarti l'unico organo che resta, il cuore.
Quando ne sei partecipe, pensi a parole di conforto che non arrivano. Restano imbrigliate in qualche angolo e non escono, non portano sollievo, non offrono appoggio, ti lasciano completamente inadeguato.
E allora non sai cosa fare. Non solo non hai risposte, ma resti lì, ai margini, con le gambe che non muovono passi avanti, nè indietro.
Non è egoismo. E' il rispetto per l'altro che sta vivendo un incubo. Speri che lui capisca che tu ci sei, vedi comunque gli amici più cari stretti più vicini, in un cordone di affetto.
In silenzio, perchè le parole continuano, e continueranno, a rimanere catturate in reti invisibili.