sabato 31 dicembre 2011

Fuck you 2011

Chiudiamo questo anno faticosissimo con un pensierino.
Sono sempre buona e cara. Ma questo pensierino non lo sarà.
E' un augurio egoistico ed egocentrico, dedicato a me.
Meno fatica, più soddisfazioni, più menefreghismo, più piacere.
Più cinismo, più convenienza, più concretezza, più determinazione.
Più carattere, meno sentimento, più speculazione, più pianificazione.
Via il vecchio, via il marcio, via ciò che non merito.
Io al primo posto. Nessuna lasciata.

Ho un anno intero per provarci :D

domenica 25 dicembre 2011

Ricchezze inestimabili

Passi 10, 15 anni della tua vita a odiare i momenti di convivialità in famiglia. Forse perchè fin da piccola, piccolissima, ti trovi a mangiare ad ogni occasione plausibile con 20-30 persone. E quando di occasioni plausibili non ce n'erano non importava, importava trovarsi e mangiare insieme. Tanto. A lungo. Un baccano incredibile, in spazi grandi e ristretti, al Ticino come all'orto della nonna, al mare e a casa. Una marea di zii e di cugini. Feste caotiche e allungate 7-metri-e-trentatrè, gare di cucina con il Sud nel DNA. E mentre acquisto questa consapevolezza mi stupisco ancora di non pesare 130 kg.
Ad ogni modo, questi abbracci corali dall'adolescenza in poi mi sono sembrati alquanto soffocanti, a tratti insopportabili, tanto - e lo so - da diventare insopportabile anche io.
Poi le cose sono cambiate. I rami del nostro enorme albero familiare sono cresciuti e gli imponenti momenti di reunion sono diventati impossibili. Cene e pranzi sempre presenti, sempre numerosi, ma diversificati. Matrimoni, e tanti bambini, uno all'anno per un certo periodo. Il mio lavoro, che mi ha spesso sottratto ad intere giornate di festa. I cugini sempre più grandi.
Oggi ho abbandonato la tavola dello zio alle 14,30 alla volta della radio, e mi è dispiaciuto. E mentre guidavo su un'autostrada deserta, un cd a tutto volume nello stereo e l'occhio a mezz'asta, ripensavo a questo cambiamento. Meravigliandomi per la gioia che ho provato in questo sempre odiato Natale a trascorrere la vigilia ieri sera e oggi il mio tempo con chi conosco da sempre, ma non così. Li ho adorati tutti e sono piena di riconoscenza per questo affetto così grande e ingombrante. Le differenze si sono assottigliate, il mio carattere è migliorato e il mio cuore, forse, è più cuore.

Sono in trasformazione, non c'è altra spiegazione. Per questo sto già ritagliando tutti gli oroscopi del 2012. Più che altro perchè mi confermano il cambiamento che avverto e che avverrà. Perchè sono belli, racchiudono una felicità che sfioro con le dita e che dovrei lasciar arrivare senza affanno, senza pensieri.
Eppure, anche senza queste belle parole, queste promesse, so che la vita è evoluzione e so di essermi lasciata indietro, alle spalle, chi non lo ha capito. Al mio fianco ho loro e i miei amici, la Manu, mamma e papà e non chiedo di più, nelle vene questo sangue passionale, nella testa un po' di sana pazzia.

Buon Natale a voi che siete nel mio cuore.

sabato 24 dicembre 2011

Loaded dice

Nella mia esistenza da lavoratrice precaria c'è anche un mese in un punto Snai.
Ebbene sì. Sto pensando di creare tre curricula diversi, da sfoggiare in ogni campo.
Ecco, sto già divagando. Era marzo (un paio d'anni fa? Tre?), ci arrivavo in bicicletta e la lasciavo nel cortile retrostante e via. Al mattino si appendevano calendari, quote, quote, italiane e non, sportivi e a volte no, e corse ippiche. Si sintonizzavano i monitor e via alle danze. I cavalli erano quelli più seguiti, o meglio, seguiti con più costanza, da un gruppo di fedelissimi dall'età non più verde e dagli accenti vari. Pensionati che mi spiegavano con pazienza come comporre la giocata, accoppiati, vincenti e piazzati, orari e ippodromi, la differenza tra galoppo e trotto e la "rottura". Giocate bassissime, costanti, vittorie sporadiche e abbastanza modeste.
Gli altri sport avevano andamenti decisamente più irregolari, ovviamente. Giorni e orari di punta, soprattutto a ridosso della domenica, con giocate altrettanto imprevedibili.
Tra tutti spiccava il cinese. Ragazzo dal raro sorriso e dagli occhiali scuri, una schedina alla volta con due, massimo tre giocate. Quote basse, andava sul sicuro. La Juve con l'ultima in classifica, per dire. O Nadal contro il 30esimo del ranking mondiale. C'era però un piccolo particolare: non puntava mai meno di 400 euro a schedina, spesso anche di più. E ogni volta era uno sforzo incredibile per cercare di mantenere un certo contegno. Lui tirava fuori i soldi, come si si trattasse di dieci euro, ritirava la ricevuta e se ne andava. Per tornare, puntualmente, a ritirare la vincita, molto spesso ottenuta. 800, 1000, 1200 euro. A quel punto chiedeva di entrare sul retro, vicino alla stampante, per contare, e ricontare, e ricontare i soldi prima di infilarli in un'anonima busta bianca, e via, di nuovo.
Avevo rimosso il cinese, fino agli ultimi sviluppi del calcioscommesse e, in particolare, ad un servizio mandato in onda pochi giorni fa in un notiziario della sera. In Oriente, spiegava un quotista, si usa fare giocate del genere: schedine corte o secche, con cifre altissime, fuorilegge qui da noi. Ecco spiegata la naturalezza del "mio" giocatore. Tra l'altro, neanche troppo assiduo e non sempre, matematicamente, premiato. Nel suo caso una certa percentuale di rischio restava.

venerdì 23 dicembre 2011

Wishing list

Iniziamo a "metter giù" i propositi per il prossimo anno.
Così, giusto per fissarli da qualche parte, anche se come sempre la mia forza di volontà andrà a farsi benedire presto.

Basta soffrire per chi mi ha dimenticato. Non ho certo la presunzione di essere buona e cara a tutti, quella l'ho persa ormai tanto tanto tempo fa. Adesso ho perso anche l'illusione di rappresentare un dolce ricordo. In alcuni casi di costituire anche un pensiero, di tanto in tanto.

Basta cercare di dire sempre di sì. C'è chi si abitua a pensare che tanto ci sei sempre. Anche quando non ci sono mai, per svariati motivi. E così, quando effettivamente ci si accorge per per uno di quei svariati motivi non ci sono, c'è anche chi è capace di offendersi.

Basta lavorare gratis. Ci sono altre forme di volontariato (come fare la steward aggratis per l'Inter... no dai scherzo, quello è il mio hobby tutto speciale e sarebbe davvero irrispettoso per chi fa volontariato vero). Sarò anche una giornalaia, ma anche il mio lavoro ha un valore.

Per il resto mi affido al consiglio del mio migliore amico, dispensato una sera insieme alla sua fidanzata e alla cagnolina, buona buona ai nostri piedi, davanti ad una birra. Dispensato, insomma: diciamo buttato fuori guardandomi negli occhi con un certo fare minaccioso:

Tu la devi smettere di frequentare certe persone che hanno lo spessore morale di questo fazzolettino di carta, e che sono un bel po' di gradini sotto il tuo livello.


Ammazza. Questo sì che è volermi bene.

martedì 20 dicembre 2011

Run, baby, run

Non mi sono resa di quanto ho corso, la scorsa settimana, fino a che non è arrivata la domenica sera.
Ieri c'è stato il compleanno di Paolo e noi, molti di noi già molto numerosi, abbiamo festeggiato questo, e non quell'altra festa che sta arrivando e in vista della quale, ogni volta, sembra finire il mondo. Lo sapete tutti ormai che non muore nessuno se non ci vediamo entro Natale, o no? Vabbè...
In ogni caso, da quella pausa meravigliosa che è stata la "gita" in montagna per il matrimonio di Silvia, c'è stato tanto lavoro. Talmente tanto, e a tratti impegnativo, che il resto mi è scivolato in un piano che fatico a considerare secondo. Eppure, a onor del vero, è falso se dicessi di non aver fatto nient'altro. Ho fatto anche altro e sono state tutte cose belle. E quando non lo sono state, proprio belle, la mia mente ha selezionato all'istante ciò che in queste c'era di buono e lo ha fatto voracemente suo. Con risultati ottimi. Ho così evitato di pensare al passato e mi son goduta al massimo le novità, che mi hanno emozionato e sorpreso.
Il mio cuore ha fatto qualche capriola, questa settimana, insomma. Anche se la logica, di queste capovolte, è tutta sua, completamente al di fuori di ogni schema. Dovrei esserci abituata, ormai: comincio a pensare che niente della mia vita sia normale. E' però il concentramento di eventi che mi lascia un po' senza parole. Come se, periodicamente, i pianeti si divertano ad allinearsi e a combinarmene una serie tutte in una volta.
Oggi è lunedì e le novità, un paio, iniziano ad arrivare dall'ambito profesisonale. Molto bene, anche se mi fa ridere questa divisione settimanale a compartimenti stagni.

martedì 13 dicembre 2011

Far West Trenitalia/il Ritorno

I coniugi sono tornati dal profondo Sud con il loro carico di prelibatezze.
Per cui mi tocca chiedere a quel Babbo di Natale il libro della dieta Dukan, per continuare a formulare buoni propositi per il 2012 e non pensare invece al suicidio per troppo adipe accumulato.
Sono tornati, in treno, perchè dell'andata evidentemente non ne avevano avuto abbastanza.
Nel mezzo, intanto, c'è stata la scadenza dell'appalto dei treni notte e una protesta che è iniziata immediatamente alla Stazione Centrale di Milano, con gente sulla gru, un accampamento e centinaia di famiglie a protestare a fianco di colui (o colei, perchè no) che da ferroviere ha perso il posto.
Bene, loro testardi e gnucchi come solo i calabresi sanno esserlo, vogliono comunque tornare in treno e di notte. La soluzione che si prospetta loro è questa: treno-cuccetta da Villa San Giovanni a Roma, quindi Frecciarossa fino a Milano. Il primo in partenza dopo le 23 di domenica, il secondo una scheggia di 3 ore e mezza dalla Capitale alle 7.30, per un totale complessivo di 12 ore sulle strade ferrate, compreso l'ultimo trenino fino a Magenta.
Ieri sera mi hanno raccontato come è andata. Un racconto strano, perchè sembrava parlasse di un Paese del Terzo Mondo, e poi del nostro. Il Paese del Terzo Mondo finisce a Roma, ovviamente. Perchè il treno che hanno preso per arrivare fin lì, la "cuccetta-confort per 4", era un vecchio convoglio a carrozze con gli scompartimenti da "Amici miei", in realtà da 6, ma con il piano inferiore (il sedile cioè) che non si scastra di un centimetro (e per questo inutilizzabile. E per questo da 4) e i piani superiori in pendenza verso l'esterno, per esercitare gli addominali e anche nel caso di sonnellini. Nessuno è passato a controllare, si è meravigliata mia madre. Che ad un certo punto si è alzata per andare in bagno, ma ha aperto la porta dello scompartimento e ha rischiato di schiacciare quei tre scostumati sdraiati a dormire in corridoio, proprio lì fuori, e ha desistito. Ecco come Trenitalia risparmia sulla pulizia dei cessi, ho pensato. (vabbè ricordo di viaggi in cui c'era gente che dormiva anche seduta sui cessi, probabilmente risparmiavano anche allora).
Il carro bestiame di cui sopra è poi arrivato nel mondo moderno. Loro sono saliti sull'altro, il treno fico, trovando sul sedile riviste sulla Storia d'Italia, ognuno al proprio posto. In orario spaccato a destinazione, unica nota che lo accomuna all'altro, ma tanto per non smentire l'unica certezza cara ai pendolari l'interregionale ha accumulato 20 minuti di ritardo, per fortuna.
Un nuovo-vecchio, scrauso-fico, senza-con aria condizionata che in piccolo riguarda quotidianamente la linea Milano-Novara. Ma loro lo fanno per noi: anticorpi, allenamento, spirito di avventura. E tanta, tanta, tanta pazienza.

domenica 11 dicembre 2011

Spunta la Luna dal monte

Tornavo oggi in macchina dalla Val Biandino, nel mezzo di questa domenica fredda, ma neanche tanto. La strada scorreva via, nella radio il mio cd preferito, da sola. E assaporavo ogni attimo di quello che è stato il matrimonio di Alessandro e Silvia.
21 persone, 21. I genitori, una coppia di zii e gli amici, e loro, naturalmente. Una compagnia di giornalisti e fotografi con una quantità incredibile di intrecci di conoscenze in comune. Il Comune di Introbio, un palazzo medievale con la sala bassa, le volte a botte, le sedie di legno scuro e un'arpa e un violino di accompagnamento. Il sindaco che celebra con gusto e che conclude con un "tenete duro", un aperitivo con bollicine prima, i colleghi di Silvia a sorpresa fuori, solo per vederla. Le jeep che ci portano al rifugio e questa lunghissima giornata insieme. Un pranzo eccellente, un genepì a inframezzare, qualche pausa. Tantissime foto, a tutti, da parte di quasi metà degli invitati.
La luna piena che spunta dalle cime e illumina di blu scuro e argento una notte bellissima e le lanterne di carta lanciate alle stelle, i nostri occhi che brillano e loro due, soprattutto loro, che ci hanno voluto lì in modo così speciale da pensare che, quasi, fossero loro ad essere lì per noi e non il contrario. Le stanze, la colazione, il racconto di una spaghettata notturna che mi sono persa, dopo una lunga passeggiata al chiaro di luna. I confetti portati a casa, una bomboniera che è proprio come loro, un portachiavi cucito a mano che raffigura il loro gatto. Come questa festa, cucita con amore e su misura, un po' come l'abito della sposa, un po' come la forma di questo Amore che ci ha avvolto.
Tornavo, oggi, e pensavo a due cose. La prima, sul significato di un sentimento che non ci si può inventare, se non c'è. E per questo devo dire grazie, dal profondo del mio cuore, a Silvia e ad Ale.
La seconda, quanto il resto acquisti una dimensione del tutto secondaria davanti alla bellezza della natura, davanti ad un Amore, in un luogo e in momento che suggeriscono al mio orecchio che altri spazi, e altri tempi, esistono e ci saranno, migliori di questo.
Auguri ragazzi. Vi voglio bene.

mercoledì 7 dicembre 2011

Far West Trenitalia

 Trenitalia, sempre tante sorprese.

2 giorni fa, il 5 dicembre, l'ANSA batteva questa notizia.
Le Ferrovie dello Stato fanno sapere che oggi Trenitalia ha deciso di assegnare la gara per i servizi di accompagnamento notte al raggruppamento temporaneo di impresa (Rti) costituito La Tecnica Esp spa, Sicuritalia group service e Sicuritalia servizi fiduciari.
L'offerta della Rti, si legge nella nota, ''è stata la migliore tra quelle pervenute sia per gli aspetti qualitativi che per quelli economici, in quanto il criterio di scelta non era semplicemente quello del prezzo più basso''. Inoltre, il comunicato sottolinea che ''a Rti aggiudicataria riprenderà in carico il personale attualmente impiegato nelle attività oggetto della gara in relazione alle esigenze connesse ai volumi dei servizi da appaltare''.
Nei giorni scorsi i lavoratori del settore, della Rail Services International (Rsi) e della Servirail Italia (ex Wagon Lits), avevano protestato manifestando la preoccupazione per la perdita del posto a causa della scadenza dell'appalto (11 dicembre) con le due società, che assieme ad un terza, Wasteels International, occupano circa 800 persone. 


Apparentemente una notizia di poco conto. Eppure, se ci fermiamo un attimo a capire cosa significa, scopriamo che proprio insignificante non è. Fino a 2 giorni fa il caro gruppo non aveva deciso che fare, in soldoni, di quei treno a lunga percorrenza che attraversano la Penisola di notte. Che da Torino, Milano, Bologna sfruttano le ore notturne per giungere a Reggio Calabria e poi Messina e Siracusa. Quella tratta lunghissima che resta fuori dalle sbandieratissime Frecce, quelle tratte che da Roma in giù tornano ad essere le stesse, se non peggio, degli ultimi decenni.

Oggi è Sant'Ambrogio. A Milano significa festa, e molto milanesi d'adozione iniziano a pianificare qualche viaggetto per andare in visita ai parenti. In questo Ponte, o per Natale, o per Capodanno, o per la Befana. Fino a 3 giorni fa, recandosi in una qualsiasi agenzia di viaggio, era possibile prenotare un biglietto per l'andata, ma non per il ritorno. Motivazione: Trenitalia non li aveva messi a disposizione (come si legge nell'agenzia, l'appalto scadeva l'11 dicembre).

Tutto risolto, quindi? Non proprio.
Ieri sera i miei genitori hanno preso l'espresso delle 20.15 da Milano Centrale, con Siracusa come destinazione finale. Cuccetta confort, da 4. Appena sistemati sono arrivate due persone, una coppia di svizzeri, con i biglietti che indicavano gli stessi posti dei miei. Chiamato il cuccettista, queste due persone hanno trovato una sistemazione alternativa. Ma a Bologna il "disguido" si è ripetuto su scala molto più ampia: le persone con biglietti per così dire clonati erano almeno una trentina. Ed è scoppiata la protesta: il convoglio è rimasto fermo per più di un'ora, è intervenuta la PolFer, la polizia ferroviaria, ai viaggiatori BEFFATI DA UN ENTE DI SERVIZIO la promessa di una sistemazione alternativa. Non ovviamente su quel treno, in cui è vietato sostare in corridoio.
L'orario di arrivo a destinazione è slittato in avanti, ovviamente. Stai a vedere che chi è riuscito a viaggiarci deve pure ringraziare il ritardo.

sabato 3 dicembre 2011

Metti una mano sul cuore

Io dovrei essere quella che sgomitola piano piano le emozioni, ma a volte non ce la faccio proprio. A volte si annodano tutti alla gola e si sciolgono solo con le lacrime.
Ieri sera ero al Teatro Lirico di Magenta. Manifestazione meravigliosa della Croce Bianca di Milano - sezione locale e oltre, 118, AREU per parlare dell'importanza delle manovre di primo soccorso, per parlare di arresti cardiaci improvvisi che stroncano vite, indifferentemente dall'età, senza preavviso. Ieri sera si è parlato dell'importanza di riattivare un'arteria bloccata, in attesa dei soccorsi, in attesa di un defibrillatore, merce rarissima. Di parlare di questi dispositivi che in altri luoghi, in altri Stati, si trovano agli angoli delle strade, che si spera di avere anche qui agli angoli delle nostre vie. Per parlare di abilitazioni gratuite per tutti, dai 18 ai 65 anni, di corsi di soli 4 ore mirati a salvare una vita, al momento e al posto giusto sempre. A illustrare tutto questo medici, dirigenti, istruttori, volontari. Tanti, eleganti ed emozionati. Che da una scintilla che si è spenta per sempre hanno saputo riaccendere tutto questo.
La vita perduta è quella di Fabio. Io non l'ho conosciuto, ma da qualche mese ho potuto farlo attraverso il fratello gemello Andrea e ho scoperto tutte le amicizie, tutti i gradi di separazione che idealmente mi legano a lui. Fabio è morto a Vittuone, prima di una partita di calcetto che, prima di allora, aveva giocato almeno un altro migliaio di volte. Fabio è volato via in un attimo, il suo cuore era in asistolia, non rianimabile, quando è giunto all'ospedale, perchè i primi due anelli della catena, la manovra salvavita e la defibrillazione, sono mancati.
Ieri sera il medico che lo ha ricevuto al Pronto Soccorso ha parlato con l'emozione nella voce. E quando la sala, la bella sala affrescata con le immagini della Battaglia, si è oscurata per farci ascoltare quella chiamata al 118, quella dei suoi amici, l'emozione è scivolata giù dal palco e l'ha invasa tutta.

Alla fine, Andrea è salito sul palco con i genitori. E ha ringraziato. Avrei voluto dirgli che il ringraziamento è nostro e solo nostro. Per lui e per una famiglia che ha pianto e ha saputo, però, vedere nella tragedia di perdere una persona amatissima quello che può esserci di più buono e più giusto per molte altre persone.
www.mettiunamanosulcuore.org organizzerà al più presto i primi corsi di rianimazione gratuita. Oltre che una campagna di informazione nelle scuole e il sogno di poter dotare i Comuni, tutti, tanti e di più, di un defibrillatore semi-automatico, dopo il primo regalato ieri sera proprio a quei campi di calcetto di Vittuone.

Il cuore è un muscolo, ieri lo abbiamo capito bene. Ma il mio compagno del Liceo Lorenzo lo ha trasformato in un abbraccio, con il suo logo. Indimenticabile.

venerdì 2 dicembre 2011

Nativi digitali

I bambini ti stupiscono sempre. A loro serve del tempo per metterti a fuoco e per darti una collocazione spazio-temporale in casa loro, quello che effettivamente è il loro mondo e per cui sei tu l'intrusa. Ci mettono il tempo che ci mettono, che diminuisce con la frequentazione e lasciando che siano loro a decidere come avvicinarti, e non il contrario. E poi iniziano a lanciarti tutta una serie di segnali che tu devi decodificare, liberandoti dalla pesante corazza di adultitudine che anche involontariamente pesa sulle tue spalle.
E come al solito, mentre sei lì alle prese con l'armatura della tua età diversa dalla loro, sfoderano il colpo del ko tecnico. Perchè se non lo hanno già fatto sciogliendoti in sorrisi e carezzine, stai certo che la sorpresa ti coglierà in altri modi.
La piccola Mati. Una biondina tutta riccioli che è la gioia di mamma e papà, che è nata a fine maggio del 2010. Quindi? 17 mesi di pupa. Che ad un certo punto attira a sè l'iphone della mamma e con una sveltezza e una precisione paurose accede alle immagini, nel sceglie una che la raffigura e la salva sullo schermo al gridolino trionfante di "titti". Eh no. Questa proprio non me l'aspettavo. Anzi, ad essere sincera, mi è caduta la mascella. Perchè avete presente, vero, questo blog? Ecco, questo è quasi il massimo che io possa fare.
Insomma, son tre giorni che penso a quello che ho visto nella cucina della mia amica. Poi torno a casa, accendo il pc e sulla bacheca di un'altra amica mamma trovo la mia "nipotina" che gioca con l'iPad. Lei ha un paio di mesi meno dell'altra. E il suo coetaneo schiaccia tasti del computer del papà con le guanciotte rosse e la sicurezza di un consumato manager.
Come fa a non essere loro, il mondo? Nelle loro paffute manine.