martedì 13 dicembre 2011

Far West Trenitalia/il Ritorno

I coniugi sono tornati dal profondo Sud con il loro carico di prelibatezze.
Per cui mi tocca chiedere a quel Babbo di Natale il libro della dieta Dukan, per continuare a formulare buoni propositi per il 2012 e non pensare invece al suicidio per troppo adipe accumulato.
Sono tornati, in treno, perchè dell'andata evidentemente non ne avevano avuto abbastanza.
Nel mezzo, intanto, c'è stata la scadenza dell'appalto dei treni notte e una protesta che è iniziata immediatamente alla Stazione Centrale di Milano, con gente sulla gru, un accampamento e centinaia di famiglie a protestare a fianco di colui (o colei, perchè no) che da ferroviere ha perso il posto.
Bene, loro testardi e gnucchi come solo i calabresi sanno esserlo, vogliono comunque tornare in treno e di notte. La soluzione che si prospetta loro è questa: treno-cuccetta da Villa San Giovanni a Roma, quindi Frecciarossa fino a Milano. Il primo in partenza dopo le 23 di domenica, il secondo una scheggia di 3 ore e mezza dalla Capitale alle 7.30, per un totale complessivo di 12 ore sulle strade ferrate, compreso l'ultimo trenino fino a Magenta.
Ieri sera mi hanno raccontato come è andata. Un racconto strano, perchè sembrava parlasse di un Paese del Terzo Mondo, e poi del nostro. Il Paese del Terzo Mondo finisce a Roma, ovviamente. Perchè il treno che hanno preso per arrivare fin lì, la "cuccetta-confort per 4", era un vecchio convoglio a carrozze con gli scompartimenti da "Amici miei", in realtà da 6, ma con il piano inferiore (il sedile cioè) che non si scastra di un centimetro (e per questo inutilizzabile. E per questo da 4) e i piani superiori in pendenza verso l'esterno, per esercitare gli addominali e anche nel caso di sonnellini. Nessuno è passato a controllare, si è meravigliata mia madre. Che ad un certo punto si è alzata per andare in bagno, ma ha aperto la porta dello scompartimento e ha rischiato di schiacciare quei tre scostumati sdraiati a dormire in corridoio, proprio lì fuori, e ha desistito. Ecco come Trenitalia risparmia sulla pulizia dei cessi, ho pensato. (vabbè ricordo di viaggi in cui c'era gente che dormiva anche seduta sui cessi, probabilmente risparmiavano anche allora).
Il carro bestiame di cui sopra è poi arrivato nel mondo moderno. Loro sono saliti sull'altro, il treno fico, trovando sul sedile riviste sulla Storia d'Italia, ognuno al proprio posto. In orario spaccato a destinazione, unica nota che lo accomuna all'altro, ma tanto per non smentire l'unica certezza cara ai pendolari l'interregionale ha accumulato 20 minuti di ritardo, per fortuna.
Un nuovo-vecchio, scrauso-fico, senza-con aria condizionata che in piccolo riguarda quotidianamente la linea Milano-Novara. Ma loro lo fanno per noi: anticorpi, allenamento, spirito di avventura. E tanta, tanta, tanta pazienza.

Nessun commento: