domenica 11 dicembre 2011

Spunta la Luna dal monte

Tornavo oggi in macchina dalla Val Biandino, nel mezzo di questa domenica fredda, ma neanche tanto. La strada scorreva via, nella radio il mio cd preferito, da sola. E assaporavo ogni attimo di quello che è stato il matrimonio di Alessandro e Silvia.
21 persone, 21. I genitori, una coppia di zii e gli amici, e loro, naturalmente. Una compagnia di giornalisti e fotografi con una quantità incredibile di intrecci di conoscenze in comune. Il Comune di Introbio, un palazzo medievale con la sala bassa, le volte a botte, le sedie di legno scuro e un'arpa e un violino di accompagnamento. Il sindaco che celebra con gusto e che conclude con un "tenete duro", un aperitivo con bollicine prima, i colleghi di Silvia a sorpresa fuori, solo per vederla. Le jeep che ci portano al rifugio e questa lunghissima giornata insieme. Un pranzo eccellente, un genepì a inframezzare, qualche pausa. Tantissime foto, a tutti, da parte di quasi metà degli invitati.
La luna piena che spunta dalle cime e illumina di blu scuro e argento una notte bellissima e le lanterne di carta lanciate alle stelle, i nostri occhi che brillano e loro due, soprattutto loro, che ci hanno voluto lì in modo così speciale da pensare che, quasi, fossero loro ad essere lì per noi e non il contrario. Le stanze, la colazione, il racconto di una spaghettata notturna che mi sono persa, dopo una lunga passeggiata al chiaro di luna. I confetti portati a casa, una bomboniera che è proprio come loro, un portachiavi cucito a mano che raffigura il loro gatto. Come questa festa, cucita con amore e su misura, un po' come l'abito della sposa, un po' come la forma di questo Amore che ci ha avvolto.
Tornavo, oggi, e pensavo a due cose. La prima, sul significato di un sentimento che non ci si può inventare, se non c'è. E per questo devo dire grazie, dal profondo del mio cuore, a Silvia e ad Ale.
La seconda, quanto il resto acquisti una dimensione del tutto secondaria davanti alla bellezza della natura, davanti ad un Amore, in un luogo e in momento che suggeriscono al mio orecchio che altri spazi, e altri tempi, esistono e ci saranno, migliori di questo.
Auguri ragazzi. Vi voglio bene.

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