domenica 29 agosto 2010

Ripartenze

E' ufficiale. L'estate può considerarsi davvero finita, anche se tecnicamente non lo è ancora. Ma è così. A sancirla, per me reduce del Salento, c'è stata una grande grigliata con gli amici della vacanza e allargata ad con altri, freschi, amici. Niente malinconie, però. E' stata una giornata meravigliosa, allegra, sotto un cielo da cartone animato. La malinconia è arrivata dopo, a casa. E' però più la consapevolezza di aver passato una stagione bellissima e positiva, in cui i pensieri son volati liberi. Ho ritrovato amici di sempre, ne ho conosciuti di nuovi. Ho riscoperto il valore dei rapporti autentici, comunque vada e ovunque si vada, che sia il bar del paese, che sia la discoteca, che sia Santo Stefano Ticino, o Gallipoli e dintorni. Continuo a non capire perchè ho perso quello che ho perso, ma per quello ho sempre la speranza. Ci sono nuovi discorsi lasciati in sospeso, parole non dette e fili non tirati, ma tutto fa parte del gioco, è il pepe, è l'adrenalina.
Così, si riparte. A settembre, come a scuola. A settembre, come la stagione televisiva. A Capodanno ci si augura un nuovo inizio, ma è a settembre che il motore si rimette a girare. Tralascio le mie speranze lavorative, per una volta. Il mio pensiero va a quegli amici che si sposeranno, questo mese. Una delle ripartenze più importanti della vita. E un altro pensiero è per quei piccoli gemelli che saranno battezzati ad un anno esatto dal matrimonio dei loro genitori. Senza essere sacrilega, più che il rito, è l'evento che si aggiunge ad un altro, che costituisce la punteggiatura di una vita insieme. Unica, come deve essere.

sabato 28 agosto 2010

Triddrinki...

Quando ho detto agli amici che sarei stata in vacanza con 16 uomini si sono sprecate le battute. Ma che vacanza! 4 donne fortunate, che hanno assaporato quel lato dell'amicizia che non non fa parte del mondo femminile...e mai lo farà, purtroppo. E poi, vuoi mettere le risate? Abbiamo riso con niente, ma di cuore. Abbiamo visto tanti posti e fatto mille cose...del tipo...

Avvicinarsi e chiedere, educatamente: posso leccarti l'orecchio?
Indovina con cosa sto suonando il tamburello?
Schiacciami pure contro il muro, tanto io ci sto!
Qualcuno ha detto "ingoio"?
Giocare a tennis in spiaggia a livello agonistico. Pallavolo acquatica decisamente più umana: media di 4 passaggi.
Abbordare talmente tante ragazze da aver bisogno un'altra SIM per settembre.
Giocare con un peluche a forma di scimmietta, e pescare nei bicchieri di plastica con il bastone dell'ombrellone.
Bere 200 sangrie, tanto da far commuovere di gioia il sangriaro.
Scegliere canzoni da un juke box sulla spiaggia per far innamorare le coppie al tramonto.
Nuotare fino allo scoglio e al ritorno controcorrente.
"Bagnini": la nuova sit-com dell'estate. Siamo alla puntata zero, la prossima volta si ruba la maglia al bagnino e via con la sceneggiatura.
Parlare in dialetti improponibili e imitare le povere fanciulle russanti davanti a tutti.
Avere il ciuffo ribelle, avercelo piastrato, o murarselo con il gel.
Essere the king and the queen of pizzica, con parole tutte inventate, e cognomi nuovi.
Ballare alle sagre, ballare in discoteca, ballare in spiaggia.
Cenare nel vento e ne "lu puzzu".
Cenare anche in veranda, con tre primi diversi, dai gradimenti diversi, e qualche licenza culinaria che vincerà il cucchiaio d'argento. Wurstel al tonno.
Mangiare cozze crude e sentirsi chiedere da un ragazzo del posto: ma hai fatto il vaccino per l'epatite C?
Riempire un frigorifero di tennent's super.
Bere una tennent's super aromatizzata con le sigarette.
Se il "baciatevi, baciatevi" non basta più, allora fatti la tua vita!
Dormire a stella marina in un letto matrimoniale.
Cercare di avviare l'AUTO 40 volte, ogni volta.
Aspettarsi e disperdersi, decidere e disfare.
Far colazione all'alba a Santa Maria al Bagno, poi in spiaggia, dove già un gruppo di vecchi litiga furiosamente.
Dare una spazzata alla veranda e raccogliere dune di sabbia.
Fare più foto di una squadra di giapponesi, vestiti, in costume, senza costume.
E infine, romanticamente, godersi le stelle dal terrazzo.

giovedì 26 agosto 2010

Scapricciatielli

I salentini sono rustici, come quelle sfoglie rotonde con pomodoro e mozzarella che mangiano per spuntini.
Maleducati, forse infastiditi dalle orde di turisti che prendono d'assalto le loro terre, chissà. Ma camminano dritti per la loro strada e se ti urtano, a piedi, neanche una scusa, e in macchina sei tu che devi cedere il passo. Se poi ci sono due donne in auto...lasciamo perdere. Salvo poi conoscerli meglio e cambiare idea.
Un po' wild, come del resto il paesaggio, che ha un potenziale turistico esplosivo, ma che viene lasciato un po' così. E quindi capita che i lidi, di sabbia e conchiglie, siano anche pieni di cenere dei falò della sera prima, o comunque sporchi, perchè mancano i cassonetti, o anche solo qualche doccia, qualche servizio in più. E le strade sono strette, e le code caraterizzano i periodi di affollamento, per strada, la sera, ai ristoranti.
Ma è un selvaggio che cattura e soprattutto, ovviamente, non è così sempre e dappertutto, e in vacanza qualche disagio è da mettere in conto. Cattura, e va bene anche perdersi nell'entroterra dalle vie lunghissime in mezzo agli ulivi e finire bloccati in paesini di pietra e balconi a ghirigori da una gara ciclistica.
Cattura anche linguisticamente, perchè scopri sfumature di dialetto decisamente efficaci. E così vai a fare colazione dal barista che si chiama Primaldo, mangi pezzi di cavaddu nel panino, o pittule fritte in mezzo alla strada, a una sagra. Balli la taranta, vera e propria danza di corteggiamento, dove di magnetico c'è soprattutto il contatto con gli occhi.
E poi, visto che la lingua rispecchia il suo popolo e non può essere che diretta, trovi un cartello che ti segnala la "Sagra della Fica d'India". Che dire. Per par condicio, un'indicazione stradale abbreviata a "Gioia del C." non può che strappare almeno un sorriso.

mercoledì 25 agosto 2010

Salentu Meu


Un viaggio al Sud, come non lo facevo da tempo. Da brava figlia di calabresi avrei dovuto essere abbastanza preparata alla...tipologia. E invece...
Questo Salento mi ha rapito il cuore. La compagnia ci ha messo una buonissima percentuale di successo, ovviamente. E il resto...altro che mancia.
Si dice: lu sole, lu mare, lu ientu. Ho pensato: la solita esemplificazione, ma niente è più vero. Sole sempre, in un cielo di un colore intenso, quasi solido, e un luce totale, chiara, tersa, che qui ci sogniamo. Camminare in una Lecce bianchissima, nel caldo caldissimo del primo pomeriggio, è quasi accecante ma è come farlo in un sogno bianco e azzurro, silente e addormentato.
Mare...che dire? Sabbia e scogli, profondità o passeggiate in acqua a mezza coscia lunghissime, lunghe o piccole insenature. Sicuramente tutte affollatissime, impossibile stare lontani da colori che si aggiungono a quelli di prima, che sfumano e che cambiano, che ti lasciano vedere il fondo anche a 10 metri di profondità.
E lu ientu...sempre presente, gradito di giorno, impertinente la sera, come quando mangi sulla scogliera e sembra che ti voglia portare via, o cammini tra i vicoli di Gallipoli e solleva vesti leggere. Un vento che ti entra nella testa e che quando manca, come adesso, ne senti la mancanza. Anche se in eredità c'è qui un bel mal di gola.

sabato 14 agosto 2010

Di-vini

Come bottiglie.
Per sentirci vivi dobbiamo avere la vita sempre piena di qualche cosa.
La base, la fa la direzione che abbiamo dato alla nostra vita, ed è la parte più importante, come se fosse il vitigno di provenienza. E' quella che si costruisce più a lungo, con diversi elementi, e che non smette mai di crescere. Ci sono la scuola e le scelte accademiche, c'è la nostra educazione, ci sono le nostre aspirazioni, ma ci sono anche e soprattutto le priorità che vogliamo idealmente darci. Con un occhio alla carta millesimata, all'interno della bottiglia i nostri "ingredienti" si compongono e si susseguono, secondo una formula chimica che decidiamo solo noi. Ci sono i valori: l'amicizia, la famiglia, la carriera. Ci sono gli strumenti che usiamo per miscelarli insieme, onestà, coscienza e incoscienza.
E ci sono, anche, i fattori esterni: destino, fortuna, eventi imprevisti, gioiosi e dolorosi. C'è l'amore, anche. Deve partire da noi, come quello del mastro vinaio, perchè il bouquet sia ampio e profumato e il nostro io sia armonioso. C'è l'amore che arriva, presto o tardi, che ti prende e apre le tue prospettive, ti distoglie dalla visione esclusiva della tua piccola vigna, e mette passione a quello che fai.
Poi, certo, le bottiglie si riempiono, ma si svuotano anche. Non è sempre facile fare i conti con sè stessi, non sempre le direzioni che prendiamo sono felici, spesso evitiamo di esprimerci al meglio perchè condizionati da fattori esterni. Come se ci nascondessimo in cantina per troppo, troppo tempo, dimenticando dolci pendii e il sole. Non è giusto, ovviamente. Ma a decidere se il bicchiere è mezzo pieno, o mezzo vuoto, ci siamo sempre, e soltanto, noi.

venerdì 13 agosto 2010

Sciamu a ballare

Gli amici pazzi sono LOST IN SALENTO.
Di loro arrivano notizie decisamente frammentarie. Incursioni velocissime su facebook, per dichiarare, a 5 giorni dalla partenza, che "finalmente mi sto abbronzando"; oppure per sbandierare un fiero en plein: "5 serate = 5 devasti". Non va molto meglio con gli sms. Spiagge affollate, peccato che le domande fossero altre. Sms nel cuore delle loro notti felici e alcoliche e le zampate monelle: muovetevi ad arrivare che ci baciamo tutti.
Io e la Manu non possiamo fare altro che sorridere. Perchè, nonostante l'apparenza maliziosa, quello che emerge è un sano cameratismo, anche nei nostri confronti. Lo avevo scritto qualche post fa: loro sono davvero una ventata di freschezza. Quella che ci voleva, da un po' di tempo a questa parte. Quella che desidero respirare ancora in questa vacanza, che finalmente sta arrivando anche per me.
Sono talmente pazzi da farmi sembrare quasi normale.

mercoledì 11 agosto 2010

Un posto a tavola


"Cara, pensavo di invitare alcuni amici per cena".
Questa frase da film in bianco e nero, interno giorno, donna con vitino sottile evidenziato da cintura chiara e gonna ampia a metà ginocchio, si traduce diversamente, nel mio caso.
La "cara" è la sorellina, e la "cena"...
Doverosa premessa.
La casa è la mia, quella nuova, quella che andrò ad abitare dopo le ferie. Una casa tanto carina, ha la soffitta, e ha la cucina. Ma senza gas, ma senza acqua, e senza frigorifero. Quindi, per il momento, non funzionale. Ma che altro c'è in questa casa? La luce e la cabina armadio. Uno specchio in bagno (e questo, il "cessetto", come lo chiama la Vero, ha l'acqua). Basta.
Ecco perchè il concetto di "cena" assume un senso lato. Non si può cucinare e non ci si può sedere neanche intorno a un tavolo, perchè quello, bellissimo, è ancora nelle amorevoli mani della mia restauratrice preferita, e le sedie ci sono, ma ancora da montare. Non c'è niente in fresco da tirare fuori dal frigo. Eppure...
Eppure ci sono gli amici. A dire il vero ce ne sono tanti, che compaiono nella lista ideale degli invitati, tantissimi. Che verranno, un po' alla volta, perchè tutti insieme è impossibile, anche ora che i mobili non ci sono. E magari potranno sedersi! In ogni caso, loro ci sono e io risolvo.
Lunedì, 9 agosto 2010, è sera e non ci sono prati, non ci sono alberi, non c'è un ruscello vicino, o un fiume, o una fonte. Ma c'è un picnic. Tra mura bianche e sedie inscatolate e cuscini colorati, c'è una tovaglia stesa sul pavimento. E poi c'è un citofono che suona, finalmente. Suona e ci sono delle pizze, made in Isola, e delle birre ghiacciate in un sacchetto. Una rotella, delle posate, degli Oro Ciok come dessert, un balcone per fumare, per chi vuole.
Certo, il pavimento è duro. Certo, il caffè è del cugino-vicino di casa. Ma era perfetto così. E prometto: lo sarà ancora, ripetutamente, con chi occupa un posto nel mio cuore. La mia casa è la vostra casa, amici!

domenica 8 agosto 2010

Come Mary

Puoi nasconderti sotto le coperte
A rimuginare i tuoi dolori
Mettere una croce sui tuoi vecchi amori
Disperdere rose nella pioggia
Sprecare la tua estate pregando inutilmente
Che da queste strade si levi un redentore
Bene, io non sono un eroe
Questo lo sanno tutti
E l'unica redenzione che ti posso offrire, ragazza
Sta sotto questo sporco cofano (della macchina)
Con una possibilità di renderlo in qualche modo migliore
Ehi, cos'altro ci rimane da fare
Se non tirare giù il finestrino
E lasciare che il vento spinga
Indietro i tuoi capelli
La notte è tutta per noi
Questa strada a due corsie ci porterà ovunque vogliamo
Abbiamo un'ultima possibilità per avverare i nostri sogni

Avverare i nostri sogni. Inseguirli, ma con il vento tra i capelli, pensieri leggeri, vivendo il momento. Ma non la sento come ultima possibilità, tutt'altro. Soprattutto quando smetto di pensare al giudizio degli altri, soprattutto quando mi concentro su me stessa e mi ascolto.
In ogni caso. Anche io sogno la mia Thunder Road.

sabato 7 agosto 2010

Angoscia

Ieri scherzavo su facebook con due amiche giornaliste, che per un periodo sono state quasi colleghe, sulle notizie che avrei affrontato nel mio pomeriggio radiofonico. Mi sono augurata solo belle notizie, venivo da due giorni di riposo, avevo il sole dentro e fuori dalla finestra.
Evidentemente un giornalista non deve mai augurarsi niente del genere. Loro, le due Chiare, mi avevano dato già un assaggio. Ma non potevo immaginare.
Qui a Milano, neanche troppo lontano da Lambrate, una donna è stata uccisa a pugni. A pugni. Per strada, senza motivo. Un pazzo le si è avventato contro, l'ha sbattuta contro una vetrina, e le ha sfasciato il viso, per mezz'ora, a cavalcioni. Lui non la vedeva nemmeno, ha continuato anche quando le nocche hanno iniziato a scoprirsi, fino alle ossa, che si sono fratturate. Una bestia. Un animale, fermo su questa piccola 41enne, che non ha potuto opporre resistenza. I passanti gelati dall'orrore, il sangue che è schizzato fino a metà della vetrina, che ha iniziato ad arrossare il marciapiede. Dopo mezz'ora, il mostro è stato bloccato da 8 persone. OTTO persone. Sedato, buttato in carcere. La donna è morta, dopo tre ore di agonia.
Non ho esagerato, e non l'ho fatto neanche per sadismo. E' quello che è successo. Sono scioccata. Lui era depresso, la fidanzata lo aveva lasciato, il genere femminile gli era nemico, a prescindere. Niente, niente del tutto, potrà mai giustificare quello che ha fatto.
Lei era una piccola filippina, ma poteva essere ognuna di noi.
Che senso ha?

venerdì 6 agosto 2010

Sbaraccamento

Agosto, mese di vacanze.
Non ce n'è, checchè se ne dica. Oggi è 6, per chi non è ancoa partito sembra già di stare in un altro mondo, e tra altri 7 giorni questo mondo diverrà lunare.
Hai voglia a dire: stacco la spina. E' solo uno spostamento verso un altro posto che sarà affollatissimo, anche se molto, molto più informale. E spesso, un posto in cui troverai facce conosciute e acenti simili ai tuoi. Siamo morti di afa a luglio, e adesso, che il sole e limpido e son ben più che gradevoli, si viaggia, si lasciano le città. Però forse, in certi momenti della vita, va anche bene così.
In ogni caso, Milano è bellissima, ormai da un paio di settimane. C'è una luce diversa, ci sono parcheggi, si vedono gli alberi, e i viali, personi i colori dei semafori sembrano più rilassanti. Ci sono i lavori, cantieri che ti deviano su altri percorsi senza aver la sensazione che il nervoso ti deformi la faccia. E la guardo, i balconi decorati, le terrazze piene di fiori, quelle vie che non sembra neanche di essere in città.
Partirò anche io, quest'agosto, come tutti. Tornerò e la ritroverò matta come un cavallo, che scalpita in una stalla troppo stretta. Tornerò e la vita ricomincerà a girare veloce, e mi piacerà anche. Per il momento mi godo questo sound lento, per il momento, vorrei solo avere la Vespa di Nanni Moretti e girare, piano, in mezzo a quelle strade.

lunedì 2 agosto 2010

Boccioli di felicità

Piccole vite.
Due batuffoli di due mesi, un maschio e una femmina. Con mani e dita perfette, che si stringono a pugno quando mangiano, che si distendono nel momento del sonno, che ti afferrano il braccio quando, a pancia sotto, li porti giù dalle scale. Gemelli, ma già tanto diversi tra loro. Lui odia il sole, e quando è a spasso non dorme e si guarda intorno, con quegli enormi occhi azzurri; lei, da vera donnina, il sole lo adora, lei si prende tutte le coccole ed è già gelosa, e non sta mai ferma. I piccoli sono già a spasso, nel loro passeggino doppio, perchè i genitori sono organizzatissimi e, nello stesso tempo, determinati a non lasciarsi prendere dall'ansia. E' quindi la formazione completa che colpisce: genitori giovani e belli, che si godono i loro piccoli miracoli con il sorriso, con estrema serenità, tanto da far sembrare tutto semplice. Ieri una gita in montagna per raggiungerli, una lunga passeggiata tra la pineta e il piccolo centro affollato, tra i fiori, una bibita al bar e, più tardi, l'aperitivo.
Ti scopri, in giornate come questa, impalata ad ammirare con stupore il senso della felicità, diverso da quello che stai inseguendo tu. Non è confronto, ma è come se ti affacciassi ad una finestra aperta su un panorama nuovo, e te lo godi, lo respiri a pieni polmoni, socchiudendo appena gli occhi.