mercoledì 25 agosto 2010

Salentu Meu


Un viaggio al Sud, come non lo facevo da tempo. Da brava figlia di calabresi avrei dovuto essere abbastanza preparata alla...tipologia. E invece...
Questo Salento mi ha rapito il cuore. La compagnia ci ha messo una buonissima percentuale di successo, ovviamente. E il resto...altro che mancia.
Si dice: lu sole, lu mare, lu ientu. Ho pensato: la solita esemplificazione, ma niente è più vero. Sole sempre, in un cielo di un colore intenso, quasi solido, e un luce totale, chiara, tersa, che qui ci sogniamo. Camminare in una Lecce bianchissima, nel caldo caldissimo del primo pomeriggio, è quasi accecante ma è come farlo in un sogno bianco e azzurro, silente e addormentato.
Mare...che dire? Sabbia e scogli, profondità o passeggiate in acqua a mezza coscia lunghissime, lunghe o piccole insenature. Sicuramente tutte affollatissime, impossibile stare lontani da colori che si aggiungono a quelli di prima, che sfumano e che cambiano, che ti lasciano vedere il fondo anche a 10 metri di profondità.
E lu ientu...sempre presente, gradito di giorno, impertinente la sera, come quando mangi sulla scogliera e sembra che ti voglia portare via, o cammini tra i vicoli di Gallipoli e solleva vesti leggere. Un vento che ti entra nella testa e che quando manca, come adesso, ne senti la mancanza. Anche se in eredità c'è qui un bel mal di gola.

Nessun commento: