giovedì 26 febbraio 2009

La RAM del cuore

Siamo ancora capaci di vivere piccoli momenti di magia? Siamo ancora capaci di emozionarci di attimi? Siamo ipertecnologici, vogliamo sempre il feticcio, che nel maggiore dei casi è una foto scattata con il nostro bellissimo cellulare che non si sa se è più fotocamera o telefonino. A volte è anche video. Altre è una chat all'amica, perchè è più facile, veloce ed economico di una telefonata o di un caffè insieme. Senza il ricordo tecnologicamente rintracciabile, come la scia di una lumaca, ci sembra quasi di perderlo, quell'attimo. E forse è anche vero, forse la nostra memoria si sta impigrendo a tal punto che il bisogno di archiviare sarà sempre più impellente.

O forse no. Continueremo ad incrociare lo sguardo di una persona speciale, in un incontro fortuito, cui mai avresti pensato. Sentiremo i nostri occhi accendersi e godremo della stessa luce che brillerà nei suoi. In un istante, il calore di quello sguardo e di quel sorriso farà sì che il nostro cuore si faccia sentire nel petto, con un battito leggermente asincrono. Un sospiro, un piccolo calore alle guance...

E poi torna tutto a fuoco: la folla, il luogo, la circostanza. E quel momento è già ricordo. Si porta dietro tutte quelle infinite possibilità parallele che ce lo renderanno, a distanza, ancora più unico.

domenica 22 febbraio 2009

Io e Candido...

Driiiinn..drinnn...driiiiiiiiiinnnn...
Il telefono dello studio continua a squillare, a lungo, per lungo tempo. Dalla mia postazione lo sento, attendo, ma nessuno risponde...dopo un po' mi alzo, raggiungo lo studio in cima alla salitina con il mio solito passo da elefante e abbranco al volo il telefono, appoggiato sulla torre del pc, e rispondo con un sospirante "prontoooo???"...
Stupore dall'altra parte che dura qualche frazione di secondo. Poi una gentile presentazione: "Mi scusi signorina, sono Candido Cannavò, sto per prendere un aereo e mi chiedevo se, gentilmente, potevamo registrare il mio contributo adesso..."
E questo è quanto. Lavoravo per AGR, il contributo era una pillola quotidiana per il programma sportivo del pomeriggio di Play Radio, il progetto che il Corriere inseguì e purtroppo fallì per circa un anno e mezzo qualche tempo fa. Una specie di "Fatemi capire" on air.
La gentilezza di quella voce un po' graffiante e un po' dialettale mi aveva lasciato a mia volta impalata, prima di correre a chiamare i colleghi. Una piccola emozione, per un'appassionata di sport che coltiva, giorno per giorno, le sue piccole aspirazioni.

mercoledì 18 febbraio 2009

Non sono tagliata per la politica

"I pugni no, proprio non riesco a darli perchè non è nel miocarattere, ma questo non vuol dire che non sia pronto a combattere perimpedire che il sogno della mia vita politica venga risucchiato inlogiche, linguaggi e atteggiamenti che appartengono al passato". Così Walter Veltroni questa settimana su Vanity Fair, intervistato da Bianca Berlinguer.

Altro episodio. L'anno scorso, per la Giornata contro la violenza sulle donne, sono stata a Cesano Boscone. Una mostra mercato, un film sulla tratta delle schiave in Medio Oriente, un incontro con la scrittrice Lidia Ravera. L'assessora era seduta in mezzo al pubblico. Mi sono stupita moltissimo di questo stare tra i cittadini. Perchè? Me lo sono chiesta spesso, ripensando a quella bella e drammatica (per il tema) serata. Perchè nel mio paese non succede.

La politica deve essere come l'informazione: di servizio al cittadino. Vicinanza, ascolto, disponibilità, correttezza, educazione. Verso tutta la cittadinanza, che va conquistata giorno per giorno, ora per ora. Con umiltà. Ieri sera ho assistito incredula al solito gioco delle poltrone, oggi ho appreso di Walter, amici hanno espresso delusione e frustrazione.

Ed ecco la mia, di frustrazione. Io ci credevo. Ci ho sempre creduto. Ho sempre guardato alla politica con interesse, fin da piccola, e mi piacerebbe occuparmene anche professionalmente. Sono iscritta al partito, sono delegata nazionale dei Giovani del PD, più facile fuori dal paesello. Faccio anche paura a qualcuno, figuriamoci...

E ora...auguro un buon lavoro a coloro che ricordano, nel 2009, cosa successe nel 1975. Mi tengo la mia ingenuità, quella che mette come priorità per un paese di 4000 abitanti consenso popolare e presenza, e la mia ignoranza, anche se non sono più disposta a espormi al disprezzo altrui. Perchè nel mio armadio non avrò certo una valigia di cartone, ma i miei genitori, come tutti i genitori del resto, e non solo perchè sono anch'essi meridionali, hanno investito amorevolmente sul mio futuro. Che merita quantomeno rispetto.

giovedì 12 febbraio 2009

L'importanza della sorellanza

Ieri sera sono andata a mangiare una pizza con le amiche. Otto donne trentenni: una sposata, una sposanda a luglio, una in dolce attesa, due fidanzate e tre un po' meno. Percorsi diversi, conoscenze più o meno approfondite, voci che si accavallano e che si rubano la parola. Voglia di capire, progetti futuri e ricordi passati, di amori e di vacanze.

Simpatie a diversi livelli, perchè negarlo...eppure...la serata è scivolata via piacevolmente, sofficemente. Ha lasciato in tutte noi una sensazione di vero benessere: momenti condivisi che ripeteremo, che ci hanno fatto dormire bene, che stamattina ci hanno accompagnato al risveglio.

Grazie amiche. Grazie per questo tempo lento che ci siamo dedicate.

domenica 8 febbraio 2009

Vedrai che un giorno capirai

L'amore. Se non c'è, è un problema. Se c'è, spesso ci si perde dietro alle sue forme e sfugge la sostanza. La sua forma è talmente importante, prevale sull'essenza, che quando non è culturalmente canonica è peccaminosa. Allora, quasi, meglio l'assenza.
L'amore è spesso egoismo. Se l'oggetto amato si allontana, scatta il possesso. Non importa se questo giunge ad essere odioso, logorante, insostenibile, dannoso. Basta possedere.
E invece, l'amore, dovrebbe essere rispetto, altruismo, sacrificio del sè. E' la consapevolezza che è giunta l'ora di lasciare andare. E anche di lasciar morire.