venerdì 26 febbraio 2010

Tutti piloti

Quando conosci una persona, c'è una fase, che forse qualche tempo fa si poteva definire di corteggiamento, in cui ogni azione è sbagliata. Si può essere molto bravi nel dissimulare, nel mostrare sicurezza, nel mostrare scioltezza e noncuranza, ma in realtà in quella fase tutto quello che facciamo è condito dall'ansia.
Mi vien facile il paragone con la guida dell'auto. Prendiamo la patente e ci sentiamo tutti piloti, tutti affidabili, in gamba e senza paura.
Poi ci troviamo alla guida e ognuno di noi affronta la cosa in maniera differente.
C'è chi parte piano e, oltre a subire il giudizio degli altri automobilisti - giudizio mai gentile - rischia di arrivare sempre in ritardo, o di non arrivare affatto perchè non si è neanche fidato di mettersi alla guida e quindi ha perso la sua occasione, o di sprecare troppo tempo, nel tragitto.
C'è chi parte in quarta, a tutto gas, perchè ha fretta di arrivare alla meta, ma poi si perde i piaceri del viaggio, prende una multa che stordisce e poi, quando arriva, scopre che alla fine non c'era un granchè ad attenderlo.
C'è chi pensa ad un giusto mezzo, rispetta i limiti e si prefigge di giungere nel tempo giusto, secondo i suoi calcoli. Ma può bucare, o si è dimenticato della revisione, o quando arriva scopre che non c'è nessuno ad attenderlo.
Non c'è una regola. Dobbiamo però fare quello che, in quel preciso istante, ci suggerise il nostro cuore, perchè se commetto un errore, l'ho commesso in piena coscienza. E nessuno, nessuno, ha il diritto di interferire in questo; nessuno che ne potrà mai fare una colpa. Dobbiamo smettere di sprecare energie vitali per tener conto del giudizio degli altri, perchè di ansia ne siamo già a sufficienza. E' il momento di vivere, di rischiare, e di guardare avanti.

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