lunedì 26 luglio 2010

Riti della Provincia

La festa del paese è come Natale. Ci si vede tutti, ci si saluta tutti, e anche se non ci si saluta ci si conosce tutti. Spesso non si sente neanche troppo il bisogno di guardarsi in giro, perchè è come essere un branco di pesci che nuota, con naturalezza, nel proprio elemento. Alla fine, ma proprio in fondo, ci vogliamo tutti bene e il pettegolezzo brutto, becero, cattivo esiste, ma è confinato a 4 ignoranti. Tuttavia, proprio per questa unità di tessuto sociale, spiccano le novità. Che sono di solito legate alle coppie: i figli che sono arrivati, quelle che si sono separate, quelle che si sono formate. Quest'anno abbiamo visto anche una sposa, o meglio, uno sposo, al bagliore dei fuochi di artificio. Insomma, materia per amabili e meno amabili conversazioni c'è sempre.
L'anno scorso non la pensavo per niente così. L'anno scorso ero vittima di quei 4 ignoranti. Non andavo in giro pensando ai fuochi, a bere da una bottiglia e al giro a piedi da fare, ma ho guardato negli occhi ogni singola persona che incrociavo. Perchè quando ricevi telefonate anonime, cui rispondono i tuoi familiari, e queste telefonate si riferiscono chiaramente a fatti circoscritti, e soprattutto quando hai la sensazione che tutti ti guardino in modo strano e brancoli nel buio...Non pensi per niente all'amore cosmico. Per fortuna quei momenti sono lontanissimi.
Oggi, invece, ringrazio questi riti di Provincia. Questo, come il concerto di sabato, in cui si balla e si canta, sempre, in un'altra grande famiglia, un po' più eterogenea. Mi rendo conto, mai come quest'anno, che si tratta di momenti di confronto e di crescita. Stare bene nonostante i cambiamenti, voler bene a chi c'è sempre stato, ma anche a chi ha appena fatto capolino, sinceramente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

....tanto vero.

Lelito ha detto...

...già......