giovedì 14 ottobre 2010

Mi piace ovunque

Era un giochino. Niente di più. Era una dimostrazione innocua della potenza di un social network. Il pretesto era nobile, la lotta per il cancro al seno, ma è rimasto solo un pretesto, è rimasto sullo sfondo, è - anche se politically uncorrect - rimasto un accessorio. Ma ho letto di reazioni, da parte di donne, decisamente sopra le righe.
Sì, verissimo, abbiamo ancora una volta alluso sessualmente per trattare un argomento serio. Sì, lo abbiamo fatto, in tutta coscienza.
E' una reazione che ho trovato davvero buffa. E stupida. Sì, mi spiace, perchè mossa da persone che reputo davvero intelligenti. Mi pare che sia un'obiezione su una bazzecola, quando ci sono montagne che infangano l'immagine della donna ovunque. Che succede? La nostra soglia di tolleranza si è talmente abbassata altrove che non troviamo di meglio che prendercela con un giochino innocente? Tette, culi, botox che fa zigomi di gomma e labbra-canotti sono in qualsiasi angolo d'Italia. Ci hanno indotto a pensare che forse, per valere, avremmo dovuro trasformarci in tanti piccoli animali da zoo, da esemplari da emulazione, con il cervello accessorio più inutile di una pochette porta accendino, quando non si fuma.
Agguerritissime sui tacchi a spillo, vulnerabilissime coi capelli in disordine. Che strana razza stiamo diventando? Dove è finita l'identità? Dov'è lo specchio che guarda dentro? Dove il rafforzamento del sè, in che direzione vanno tutte quelle parole che siam brave a tirar fuori a fiumi con le amiche, son tutte lamentele di che?
Mi spiace, anzi no, non mi spiace per niente applaudire a un'iniziativa piccola, e stupida, che ha come merito la dimostrazione di una forza d'unione di cui troppo spesso ci dimentichiamo di avere.

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