venerdì 10 dicembre 2021

Non sono abbastanza MAD

Nelle mille possibilità che questo anno sabbatico, che questa vita in realtà, mi offre e mi toglie senza che io possa farci nulla, c'è anche una nuova e piccola parentesi di insegnamento, stavolta alle scuole elementari (che non si chiamano così ma per me sì, per sempre e nonostante qualunque altro nome prenderanno).

Una sera di fine Novembre, in un momento abbastanza complicato e di fronte a un Pronto Soccorso, mi scrive una mia amica. Lei fa parte di quel gruppo di persone che cresce di continuo: gli ex colleghi, una schiera enorme, con cui vanto rapporti stupendi, salvo qualche rara accezione (che conferma la regola). Prima mi scrive, poi mi chiama. Ed ecco la storia.

C'è una classe, in una scuola nella provincia di Varese, che avrebbe bisogno di un'insegnante di Italiano. Ora c'è, arriva dalla parte italofona di un altro Paese, ma ha mostrato gravi lacune nella conoscenza della lingua. Concetti come "aggettivo" e "qualificativo" faticano ad essere associati e difficilmente potranno essere trasmessi agli studenti.
Ma c'è una soluzione, che non include nè la meritocrazia (con tutto il rispetto, questa persona potrebbe fare altro, nella vita) nè i titoli sulla carta. La soluzione che lo Stato ha pensato a casi come questi ha un nome pazzo, MAD. E' l'acronimo di Messa A Disposizione, ma la sua essenza di follia non gliela toglie nessuno. E' una domanda che può essere compilata da chiunque abbia un titolo idoneo in qualsiasi momento dell'anno là dove c'è bisogno di correre ai ripari. Una toppa che però non comporta punteggio, quel numero cioè che cresce e permette nel tempo infinito dell'Istruzione di scalare la montagna del precariato, fatto di validissime persone che conoscono la lingua ufficiale. 

Il maestro dall'Italiano lasciato all'Ikea verrà assegnato ad altre mansioni (perchè lui è inamovibile). La scuola deve valutare se ha il budget per sostituirlo alla cattedra, ed è qui che inizia il dolore. Perchè è tutta questione di soldi, qui come in tutti gli ambiti possibili. E quella scuola non ha il fondo sufficiente per garantire un insegnamento con un'altra persona fino a fine anno. Così, gli altri insegnanti allungheranno un pochino la loro coperta, faranno qualche straordinario, aboliranno i riposi e copriranno l'incompetenza ormai non più mascherabile di questa persona, che avrà un Diploma Magistrale conseguito prima del '92, chissà. O un titolo, un aggiornamento, un concorso che lo ha reso abile sulla carta più di una laurea in Lettere.

Se non vinco, imparo. Questo me lo ha insegnato un'altra amica che mi ha preso per mano in questo ultimo anno e mezzo. E io ho imparato a non soffrire più.
Anzi.
Quella telefonata ricevuta in una sera difficile, davanti a un pronto Soccorso, è un regalo. E' un pensiero positivo, un pensiero bello. Un gesto concreto che arriva da una persona che non vedo da tempo, ma che, al di là della forza, della volontà di rinascere, della determinazione, legge attraverso le righe.
Bisognerebbe dare più valore ai pensieri belli. Sempre.
Bisognerebbe scriverseli nel cuore. In un bellissimo Italiano.

1 commento:

Ester ha detto...

Quanta verità Sabrina, senza nulla togliere alla figura MAD, credo che schiere di bimbi della scuola elementare, e non primaria, beneficerebbero nell'apprendere un italiano corretto. E molte nostre insegnanti "qualificate" la smetterebbero di zompare da un monte all'altro, per tappare i buchi laddove ci vorrebbe solo continuità e crescita.