giovedì 9 dicembre 2021

Quelli che...e quello che.


E così Quelli che il Calcio ha chiuso.

La notizia mi arriva da Andrea, autore del programma ma prima di tutto grandissimo amico. Da molti mesi, pandemia in mezzo, pubblico ridotto, difficoltà di spostamenti del format, cercavamo una quadra perchè mi fosse possibile andare a vedere la trasmissione. Non importa, io e Andrea troveremo altri modi per vederci. Ma entrambi viviamo quella sensazione di disarmo, a distanza e in modi differenti, che già avevamo sperimentato altrove, che ci ha accomunato altre volte. Consci di aver fatto benissimo, ma con quel piccolo dolore per aver perso qualcosa di nostro. Del nostro sogno.

Correva l'anno accademico 2003/2004 quando la trasmissione è entrata nella mia tesi di laurea. E il 2004, in effetti, è stato l'anno in cui ho assistito più volte alla creazione di quello spettacolo televisivo. L'edificio Carlo Martello di Corso Sempione, a parlare della struttura organizzativa. E poi la mensa, il bar, la messa in onda ancora nella ex Fiera. Ho un cd di foto finito chissà dove di scatti da tutte le angolazioni possibili e un ricordo solido, un po' trascendentale per una venticinquenne che vede il reale e il televisivo comporsi da dietro la telecamera, a fianco di un operatore. Era lì che, dieci anni dopo la mia prima partita a San Siro con papà e sorella e quella promessa di diventare giornalista sportiva, rinnovavo la mia convinzione. Era lì che, assistendo a un rito televisivo stavolta, sentivo il sogno possibile. 

Nella mia vita da tifosa, prima televisiva e allora solo da un paio d'anni anche non occasionale allo stadio, Quelli che il Calcio era il contorno fantastico, visto fin dai tempi di Fazio. Lo sport tra parentesi ma che ci stava benissimo, perchè avevamo lo stadio, avevamo le partite al bar.
Oggi non abbiamo (quasi) più niente di tutto questo. E quando mi capita, come sabato scorso, di entrare in un pub di Milano e dividere un tavolo con due sconosciuti per vedere la partita...avverto ancora di più quel cambiamento. Mi sento un po' anziana, e in effetti questo post è solo un modo più articolato di dire che certe cose finiscono e non torneranno. Come certi amori, che siamo contenti di aver vissuto con tutta la passione possibile.

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