martedì 13 aprile 2021

Quell'insostenibile voglia di faziosità

Sarà la pandemia, dice il primo pensiero. 
No, non lo è affatto, spinge quello razionale più profondo. 

Oggi ci combattiamo su Facebook. Anzi, no: sui gruppi di Facebook, nonostante tutte le buone intenzioni (e, aggiungerei, la maleducazione). 
Qualche ora fa sono stata "sbattuta fuori" da un gruppo di un paese, il paese C., per aver scritto che gli amministratori dovrebbero fare un bagno di umiltà. Non una parola differente, nessuna faccina, nessun segno di interpunzione diverso dal punto. 
La questione, nel paese C., riguardava un fatto di cronaca importante, che tocca le istituzioni quelle intoccabili. Sul fatto di cronaca importante (guarda caso è coinvolta una donna) si è ricamato in diritto e rovescio e con tutti i punti possibili per mesi. La persona in questione (guarda caso, una donna) ha ricevuto insulti e minacce. Ma oggi è la vittoria del sindaco. La cancellazione è avvenuta da un uomo. 

Qualche settimana fa, invece, un'intervista a me (impeccabile, scritta da una donna) è stata usata dal redattore responsabile e dal direttore in prima pagina, in mezzo alla cronaca, stravolgendo il senso di quel contenuto. Una vicenda surreale, è stata chiamata. Un autogol nella propria porta pensando fosse quella avversaria, in un momento di confusione. Il momento di confusione è (sì, stavolta lo è) la pandemia, che si tira in mezzo a grande sproposito per buttare la polvere sotto il tappeto. 
E ora spiego perchè la vicenda è surreale davvero. Perchè circa dodici anni fa io stessa, collaboratrice di un altro giornale locale, scrivevo due pezzi sull'uso dei soldi di un'amministrazione e il direttore scelse per il primo un titolo aggressivo ma corretto (su cui protestai), mentre per il secondo commise un errore di cifre, per il quale interruppi la collaborazione. Quell'errore nel titolo - ma non nel contenuto - mi causò delle telefonate di insulti a casa da un tizio, chiamiamolo signor M. Un uomo, guarda caso. 
Il direttore ci ha messo undici anni a chiedere scusa. Ma lo ha fatto. 

Oggi, tutto sommato, non ricevo più chiamate. Vero che non esiste più il telefono fisso con il numero sull'elenco; vero anche che, essendo ora all'estero, sono libera persino delle chiamate sul gas, la luce, i fondi da investire, il depuratore dell'acqua e l'olio da comprare a peso d'oro. Ma le reazioni irose arrivano senza motivi apparenti da alti canali, tutti gli altri: manca solo il segnale di fumo. 
E così capita che a un amico che amministra un altro gruppo venga in mente di associare un suo commento a un mio post a una sua vicenda personale che riguarda il suo profilo di cui non conosco nulla. Un uomo. 

Ecco, forse sarebbe meglio per tutti fare un bel respiro, contare fino a dieci ed essere coerenti. Sposare cause è ciò che ognuno dovrebbe fare per migliorare e migliorarsi, per rendere il mondo un posto migliore a partire da sè e per quelli che arriveranno. Cambiare totalmente idea solo perchè il colore non corrisponde, invece, è avvilente. Cancellare amicizie, da idioti. Fare i bulli con la vita degli altri a seconda di come tira il vento (che non si conosce) diabolico. Per gli uomini e per le donne.  
Dove è finito il coraggio delle proprie azioni?

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