domenica 4 aprile 2021

Domani è sempre un nuovo inizio

Facebook mi ha ricordato che lo scorso anno, il 4 Aprile, scrivevo il primo post sulla mia disoccupazione che era iniziata quattro giorni prima, senza essere uno scherzo. 
Lo scorso anno uscivo di casa dopo settimane, per percorrere circa 1,5 km che mi separa dalla casa paterna. Lo scorso anno c'era il sole. Che beffa, in lockdown. Dopo anni a battere i denti dal freddo, di grigliate strette in maglioni o spostate in cantina. Di 

Oggi guardo i dodici mesi alle spalle e non mi sembra vero niente. Non mi sembra vero che, dopo gli accordi e le firme, fosse arrivata, come una piccola prova, la possibilità di stare, per poche ore al giorno, con una bimba di quattordici mesi. Farla dormire e leggere i libri della sua mamma, vederla camminare, giocare. Ascoltare le sue prime parole e poi, finalmente, portarla fuori con il passeggino, darle da mangiare, cambiarla. Non avevo mai accudito a una piccola: nei duecento lavori passati, il baby sitting non ha voci in capitolo. 

Le camminate, anche quelle mai così frequenti, hanno dato seguito a pedalate. E anche qui, per la prima volta, un regalo dei miei, fino a quel momento poco utilizzato, ha acquistato un valore ben più alto di quello del suo costo. Cigolando, la bicicletta nera ha iniziato a percorrere le frazioni del mio paese, per poi sconfinare nei Comuni circostanti, con piccole modifiche, sempre più lunghe. E guardando quelle vie e quelle case come se le vedessi per la prima volta, mi venivano in mente frammenti de "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta". Ancora adesso vorrei una moto. Ma già la bicicletta nera cigolante mi dava grandi soddisfazioni. 

E poi? E poi, mentre finalmente il forno sopito da dieci anni iniziava a funzionare, mentre meditavo di cambiare le padelle, mentre iniziavo a fare la spesa davvero, ho pensato di dare fiducia a una naturopata che ormai seguivo da mesi. Le ho scritto una mail lunghissima che lei ha accolto con gioia. L'ho incontrata, e a Giugno, il 22, il giorno dopo della grigliata estiva con gli amici, ho iniziato a fare la spesa come diceva lei. A camminare e pedalare senza fretta, ma con continuità. A scoprire una dote che non pensavo di avere: la costanza. 

Aprire gli occhi e mettere le cuffie. La bicicletta nera ha cigolato sempre, ma io non la sentivo. Ho cantato Tiziano Ferro nel centro di Corbetta come nelle campagne di Cassinetta, senza ritegno. Senza vergogna. Senza smettere di sorridere nemmeno su quelle canzoni per cui, anni prima, piangevo in macchina andando in agenzia e pensando al mio amore perduto. Da quando ho tatuato le tempeste del cuore sul costato, quello dentro deve aver cambiato forma. Deve aver anche cambiato suono, o forse impulso. Anche senza cuffie, non sentivo la bicicletta cigolare. C'era quel ritmo nuovo, tutto interno, a riempire il vuoto di anni.

Non ci sono mai stati vuoti nella mia vita, a pensarci bene. Anche dopo, coi concorsi, due altri lavori, i viaggi che il 2020 mi ha comunque permesso di fare. Nessun vuoto a perdere e nessuna sensazione di inutilità. Ho cercato di crearlo quando ho deciso di partire, di mettermi in pausa con un biglietto di sola andata. Ma oggi, dopo due mesi a Boa Vista, Capo Verde, Africa, ho capito che c'è una pienezza ancora più grande. Quella delle decisioni che spettano solo a te. E' strano, perchè non sono nata ieri e ho determinato molte scelte. Ma impacchettare una casa e volare via è stata una vera cesura. 

Mi manca la mia bicicletta nera cigolante, anche qui l'avrei usata, magari cantando senza ritegno. 
Invece cammino, e scopro ogni giorno i particolari di quello sguardo zen sulla motocicletta. Quello che mi manca davvero è la condivisione fisica, reale, con chi amo. E allora la sostituisco con quella virtuale, come ho imparato da anni: con @TrueBoaVista su Facebook e Instagram. E da domani anche su trueboavista.blogspot.com, per combattere il mare di legno in cui siamo immersi da ben prima della pandemia e ridurlo a un sogno, quello che ho raccontato qualche post fa. 

Sì, c'è stata molta strada, dopo il chilometro e mezzo di un anno fa. E molta ce ne sarà. Domani è sempre un nuovo inizio.

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