martedì 15 dicembre 2020

QuaranTINa: una storia di libertà


Mentre Milano stava per chiudere, il 28 Febbraio, Claudia era in fila al check in con Mirko e Tina. Ora o mai più, si è detta. Incoscientemente, o forse molto coscientemente, ha deciso di trovare una soluzione alla chiusura per sè, per il compagno e per la figlia. La meta era già fissata: Londra, vicino alla nostra amica Anna, che vive nella City da anni, spinta dalla nostra stessa voglia di riempirci gli occhi di meraviglia.

In realtà sono stati benissimo. Tina ha fatto un sacco di cose, la casa di Anna si trova vicino a uno dei grandi, enormi, parchi della città, ed anche se si sapeva che quel terremoto che ha investito l'Italia sarebbe arrivato anche sulla tube affollatissima delle 17, tutti loro hanno potuto aggiungere un pezzo di serenità in tutta quella incertezza. 

Viaggiare non è mai stato difficile, per Claudia. Siamo state colleghe di lavoro per un anno, ma con lei, Anna, Silvia, Federica e Francesca non ci siamo più perse di vista. I nostri incontri sono descritti anche in questo blog, e somigliano a tanti piccoli alveari verso cui noi api sciamiamo per raccontarci tutto in lunghe ore fitte di parole, a Milano, al rifugio Tavecchia, Verona, Firenze, Londra o Barcellona, nelle nostre case, al ristorante o in un caffè elegante, per strada, nelle piazze e nei parchi, in studi televisivi, davanti e dietro la telecamera, o la macchina fotografica. Il matrimonio di Claudia e Mirko mi ha portato sulle colline di Barcellona, ma loro, da giornalisti freelance, hanno scovato reportage e confezionato servizi da gran parte del mondo e per la stampa di gran parte del mondo.

E poi sono tornati a Milano; Claudia ha portato sempre Tina a fare dei piccoli giri e poi, progressivamente, a giocare con la vicina di casa e con l'amico di quartiere Andrea. Rafforzando il rapporto a due, meno quella di gruppo che però è arrivato dopo, per la sua piccola. E il dopo significa ancora estero: Chiclana de la Frontera, in Andalusia. Non voleva smettere di regalare un po' di magia a sua figlia, Claudia. Di quella buona, visto che l'altra faccia del freelance è il lavoro che appare e scompare. Andare via si è rivelata la soluzione migliore per evitare di fissare per tre mesi il soffitto della casa di Milano. Una prospettiva tutt'altro che irreale: il 27 febbraio mattina, il giorno nero delle Borse, in due ore tutti i lavori di Mirko e Claudia erano stati cancellati fino a Giugno. 

A Settembre qualcosa è tornato, per breve tempo. E allora Claudia ha pensato che fosse nuovamente giunto il momento giusto per viaggiare. Con mille accortezze, vero. Ma in aeroporti sempre meno affollati della metropolitana di Milano e verso una destinazione pressochè deserta, in inverno: la baia di Cadice. Meta di massa in estate, in questi mesi è una distesa naturale straordinaria, tra lunghe spiagge e la pineta, e un circolo di vicini e conoscenti che non supera in totale le trenta persone, facilmente isolabili in caso di manifestazioni di sintomi sospetti. 
E Tina frequenta un asilo insieme ad altri sette compagni. E al mattino si arrampica sugli alberi, il pomeriggio va a caccia di gechi e coccinelle. L'altro giorno ha dipinto in casa i legni che compongono l'albero di Natale a muro della casetta, insieme a un'amica. 

QuaranTINA è nato proprio con lei, nel primo lockdown. Inizialmente il progetto prevedeva un libro-collage, ma mamma e figlia, sommerse da giornali e ritagli e foto, si sono presto rese conto che non sarebbero andate troppo lontano, Tina per età, Claudia per mancanza di capacità manuali. 
Ma avevano inventato delle rime belle, divertenti, frizzanti come loro. E allora Michela Nanut è stata chiamata a illustrarle, e lei ha accettato con entusiasmo. E poi c'è stato un contatto con una fanzinoteca di Milano che ha raccolto altre storie della chiusura forzata. Questo le ha motivate a terminare il progetto entro il 31 luglio. E Michela, che ha un grande seguito da illustratrice, ha iniziato a ricevere alcune richieste, che dalla pubblicazione online su Issue si sono trasformate in una prima stampa. E una seconda e una terza. Un tam tam che l'annullamento delle presentazioni dal vivo nelle biblioteche e nell'ambito di Bookcity ha rallentato molto, ma non ha annullato del tutto. Basta scrivere a info.raccontami@gmail.com.

QuaranTINA l'ho comprato anche io, e l'ho regalato al mio nipotino Federico. Perchè è un punto di vista un po' differente di quello che ci succede intorno, un anno che noi adulti carichiamo di tutte le nostre paure, ma che da un altro punto di vista, quello di una bambina, racconta una visione diversa, in cui la fantasia continua a lavorare. E che contiene e rappresenta molte più vite di quella solo nostra. Va a toccare la libertà di decidere e capire come affrontare la situazione. Una scelta che investe tutti coloro che stanno crescendo una vita, e tutti coloro che crescono. 

Claudia ha tratto grande ispirazione dalla nascita di sua figlia. Fin dal primo giorno di Tina ha cominciato a pensare come avrebbe potuto raccontarle tutte le storie che l'hanno riempita di quella meraviglia che non perde mai, e che con Mirko è andata a cercare in tutti questi anni. Storie toste, per lei piccolina; per nulla facili da raccontare a una bambina, ma che lei ha trovato spesso nelle persone che incontrava; spesso ragazzini e bambini loro stessi, immersi nelle loro differenti culture.
Claudia ha sempre pensato a come fare giornalismo illustrato: oltre a QuaranTINA, che è stato un gioco di condivisione, delle cronicas che seguono le regole del giornalismo, rispettandole e insieme rielaborando i personaggi in modo che racchiudano tutti gli elementi necessari alla comprensione della storia. 

Queste storie si sono trasformate in una mini collana: LLatido de Alas, battito di ali in spagnolo, la lingua in cui sono scritte. Le piccole azioni che si fanno nella vita possano cambiare molto le cose, per Claudia, che ha raccontato le avventure reali di un gruppo metal in Indonesia, dei bimbi che tutte le mattine superano la frontiera tra Venezuela e Colombia per andare a scuola, della squadra di nuoto sincronizzato in Jamaica; e delle cholitas, piccole indigene che fanno lotta libera in Bolivia.
Se avrà successo, Claudia continuerà a scrivere storie per bambini dai sei anni in su. 
Altrimenti, non smetterà di farlo per tutti noi. Per tutte le età. 

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