venerdì 16 ottobre 2020

Rimedi allo sconforto

C'è un gruppo che seguo su Facebook che amo più di altri. Io le chiamo "professioniste della comunicazione", ma questa mia definizione è riduttiva. Si tratta di donne che fanno moltissime attività differenti, sono piccole imprenditrice o precarie o artiste o artigiane. Ecco, sì: sono, siamo, tutte artigiane di un destino che in qualche modo vogliamo rendere migliore. Nostro. Bellissimo.

Oggi una di loro ha condiviso un momento di sconforto e ha chiesto, per superarlo, di condividere con lei un momento in cui ci siamo sentite vive, ci siamo sentite nel posto giusto, al momento giusto, al massimo delle potenzialità. Sono andata oltre, ma poi sono tornata a quella richiesta e ho scritto. 

C'è stato un giorno in cui sono approdata in una radio nazionale. Prima, c'era stata una lunga gavetta in agenzia giornalistica di meteo e traffico, a dire ovvietà che tutti gli automobilisti alla guida sanno, come "ci sono code tra Pero e Cormano, tra Roncobilaccio e Barberino di Mugello, sulla Tangenziale Est di Roma"; poi un praticantato, un'altra agenzia.

Ma in quel primo giorno in radio Aldo, il mio direttore, mi presentò ai colleghi e poi disse: tieni, questo è il notiziario. Vai in onda con Ester. Sai quando tutto ti si schiarisce e ti si annebbia allo stesso modo? Mi sentivo cosí, mentre scendevamo le scale e percorrevamo il corridoio che portava allo studio della diretta. Un corridoio rosso, la porta a vetro pesante con la cerniera imbottita, la scrivania con due microfoni davanti, le cuffie, i cursori. Il tecnico che mi dice "stai tranquilla, ci penso io, tu guardami e basta". E il cuore? Il cuore aveva preso posto tra le corde vocali, me lo sentivo pulsare in gola come se dovesse uscire da lí.

Ho pensato a quale momento scrivere ma ho scelto questo. Che poi, riflettendoci meglio, l'emozione non ha reso quel momento limpido; meno di altri, forse. Ci sono i colori, ci sono i luoghi e ci sono le persone, però. E poi ci sono stati tanti passi, mossi in un ambiente nuovo e con strumenti nuovi. Anche ora, che faccio tutt'altro, mi trovo ancora a sondare un ambiente nuovo e imparare a utilizzare nuovi programmi. Sarà per questo che il ricordo di quel giorno è emerso così, in mezzo alla ricchezza dei momenti belli. 

Anche io, come tutti, ho momenti di sconforto, ma cerco di accorgermi di tutto il bello che mi accade, proprio per comprendere meglio cosa significa vivere il qui e ora. E oggi, ad esempio, ho fatto un massaggio, una visita specialistica e ho cucinato per me, due volte. E ho scritto questo post a Maddalena dal mio balcone inondato di sole pomeridiano, con una tazza di the sul tavolino intarsiato di azzurri. E anche oggi ho imparato qualcosa. 

Ti stringo da qui, amica virtuale, perché conosco quelle giornate.
Continua a lottare.

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