giovedì 10 gennaio 2013

Canzone della vita quotidiana

Uscire al mattino, tornare la sera.
Una sveglia che suona sempre alla stessa ora, la doccia, un velo di crema per non sentirla fredda, il tuffo nell'armadio, il caffè, le chiavi, la strada fino alla stazione, il treno.
E' il riassunto mattutino di questa settimana. Ed è sorprendente.
Perchè, invece di sentirmi finalmente NEL mondo, è come se fossi totalmente fuori da esso. Come quell'alieno che il mio docente universitario di psicologia sociale citava spesso per far capire come le convenzioni, a lui osservatore del genere umano, potrebbero essere inconcepibili, il più delle volte.
Mi sento un alieno. Non che in questi 8 anni post laurea non ci siano state pause di vita normale. C'è stato un anno, in particolare, così. Un anno che non ricordo con particolare piacere, e che quindi cerco in tutti i modi di dimenticare. Per non associare quelle sensazioni a nessun'altra, nè ora, nè mai.
Un alieno che si inserisce nella vita normale come un ex carcerato che ritorna alla società civile. Da che pianeta sono arrivata, per aver dimenticato tutto? Per provare fatica come se si trattasse di tre ore di fila di spinning?In che cella ero rinchiusa?
Ah, i vantaggi della vita di coppia. Aver qualcuno da aspettare, o che ti aspetti, aiuta a scandire lo spazio e il tempo. Ah, i vantaggi di aver un figlio. La gioia e l'impegno e i bisogni di un piccino non ti fanno porre nemmeno la questione. Non ti fanno nemmerno pensare, agli alieni, a meno che tu sia appassionato di fantascienza. Magari alle convenzioni, quelle sì. Che coincidono con la buona educazione della prole, il più delle volte.
Lo so. Settimana prossima andrà meglio. Grazieadio. Ma, nell'attesa di tranquillizzarmi, o rompere nuovamente lo stato delle cose, forse sarebbe meglio troncare subito l'ascolto di Guccini.

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