martedì 25 settembre 2012

Lo spettacolo dopo il week end?

Questo fine settimana sono successe una miriade di cose.
Belle e brutte, ma quello che mi ha colpito più di tutto è che le ho osservate tutte da fuori. Come se gli attori fossero in un mondo acquatico artificiale e io fossi lì, a due passi da questo insieme di pesci variopinti, all'asciutto e dall'altra parte del vetro dell'acquario.
Sono andata a vedere lo spettacolo di teatro di un amico, per la seconda volta. Solo che io e mia sorella sapevamo già che cosa Fabrizio sarebbe andato a fare e le nostre risate arrivavano puntalmente 20 secondi prima, come se gli altri fossero via satellite.
Sono uscita a ballare, e mi sono ritrovata a osservare una marea umana di belle persone tirate pettinate truccate atteggiate in uno spazio troppo piccolo per contenerle tutte prima, e ad osservare la tristezza negli occhi di due giovani donne poi, riservandomi il ruolo di taxi driver, che una sigaretta storta tra le labbra avrebbe reso più cinematografico.
Sono stata ad un matrimonio, per la torta. Ancora mi chiedo perchè è arrivato l'invito, ma questa è un'altra storia. Ho osservato i miei amici travolti dalla giornata, satolli di cibo, beatamente brilli e spiegazzati e ho assistito alle promesse future di altre felicità. Poi mi sono guardata di fianco e non c'era nessuno, come sempre da qualche anno a questa parte. E allora con il fratello dello sposo mi sono inventata il classico gioco del tra-qualche-anno-ci-sposiamo-io-e-te. Con il termine ultimo spostato a 50 anni, quando i miei fianchi somiglieranno senza possibilità di errore ad un materasso (Marco, è meglio che tu lo sappia sin d'ora).
E ho tifato la mia Inter allo stadio. E anche lì sembrava di essere fuori dai giochi. Perchè non si capisce come una squadra che sbaglia, crea, risbaglia, ricrea si perda le vere occasioni e ne esca sconfitta.
Niente malinconie autunnali, avverte il mio oroscopo, quello che una persona saggia mi ha consigliato di non guardare più. Lo stesso oroscopo che per tutto l'anno mi ha rivelato che sono in trasformazione, in positiva metamorfosi. Una "forma" che cambia "attraverso", lo dice la parola stessa. Attraverso questo vetro che mi separa dal resto della vita vissuta, forse? Non saprei. Per il momento osservare mi riesce proprio bene. 

1 commento:

Anonimo ha detto...


Beh, direi che vedere e "vivere" le cose da
fuori sia una gran cosa, no? Meno coinvolgimenti, meno scazzi, meno pensieri...

Ps:Bel blog!
Fabio