mercoledì 26 settembre 2012

La deriva dell'informazione

Ho pranzato con papà, oggi.
E, come sempre, abbiamo visto Studio Aperto, perchè ci divertiamo a massacrarlo, seppur orfani ormai da tempo di Silvia Vada. Solo che il gioco, oggi, non mi ha divertito per niente.
Sono state tre le cose che mi hanno davvero infastidito, più del solito, più di tutto, che non mi hanno strappato nemmeno un sorriso.
La prima riguarda una rettifica: scusate, ieri nell'ambito di una notizia di cronaca abbiamo mostrato la foto di quest'uomo, ma non era lui l'indagato. Corretto: applicato il dovere di rettifica, come da codice deontologico. Quello che mi ha infastidito è stato il modo: una leggerezza incredibile. Ah no guardate, l'indagato non è lui, voltiamo pagina. E chissene che cosa è successo, nel frattempo, al malcapitato che è apparso in un notiziario con una bella accusa addosso. Ma chi ha cercato quella foto? Ha usato Google immagini e ne ha pescata una a caso?
La seconda è un insulto alle donne. Un servizio sulla moda milanese che ha puntato l'attenzione di come il bilancio della Fashion Week sia stato estremamente positivo grazie alla presenza di Canalis, Fico, Minetti, tutte in costume. Non una parola sulle tendenze, la ricerca, l'innovazione, la moda, insomma. No: il successo è tutto racchiuso nella partecipazione di queste bellissime stelle, a maggior ragione perchè svestitissime. Sempre un passo avanti verso le pari opportunità e contro la mercificazione del corpo, eh.
La terza riguarda la professione. Perchè visto che non sono figa come la Canalis, la Fico e la Minetti, ho capito che posso solo essere estremamente brava. Almeno ci provo, e ci riprovo. Ma poi vedo un servizio su Belen Rodriguez e anche questa convinzione vacilla. Non per Belen, forse (l'ennesima donna spaziale, inserita in mezz'ora di notiziario perchè sarebbe incinta, o no? Un dubbio che merita un minuto di riflessione), ma per il fatto che il servizio inizia con le immagini di uno spot di cui lei è protagonista e che è in onda in questi giorni. Pubblicità in una notizia, in barba a tutte le regole possibili e immaginabili.
E allora mi chiedo: possono tre servizi pseudogiornalistici servirsi di immagini ad minchiam, pretesti seminudi e sbagliati per giustificare un servizio su tutt'altro argomento e pubblicità invece di una serie qualsiasi di immagini di copertura?
Oppure sarebbe il caso di chiedersi perchè c'è anche un esame di Stato.
Silvia Vada, mi manchi.

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