domenica 11 marzo 2012

Vita in te ci credo

Siamo talmente presi a programmare la nostra vita che non ci rendiamo conto che non siamo noi a darle una direzione, che non è lei ad appartenerci, ma che siamo noi ad appartenere a lei. Noi pensiamo di condurla di qua e di là, e lei ci prende la mano, spesso ci strattona e ci butta anche a terra.
C'è la perdita indimenticabile e indimenticata di Stefano, che nessuno di noi ha messo in secondo piano in questi mesi, che bussa e ribussa nel nostro essere ogni giorno, e che per lei non smette di riempire le giornate della sua esistenza. Ma lui vive in noi, perchè noi, se siamo noi, è per merito suo. Donne intorno ad un tavolo ieri sera, donne, come ci dice lei, ognuna con il suo viaggio, tutte in lacrime con quella bellissima foto tra le mani, tutte incredule di averlo, oggi, solo così, ad un anno di distanza da un'altra serata intorno allo stesso tavolo, in cui la sua presenza era ben diversa. 
Una donna che si è sentita tradita e che ha urlato, alzato la voce, davanti ad un uomo che tutto ha fatto tranne che ammettere il suo desiderio di evasione. Una donna che ha cercato in tutti i modi di capire, contattando persino l'altra donna, che proprio per lei, per la donna e madre, ha ucciso quel desiderio all'origine. 
Una vita che arriva in una compagnia di eterni adolescenti, a cui la vita continua a suggerire che le cose cambieranno. Lo suggerisce da un po' di tempo a questa parte, in realtà. Da quando poco più di un biennio fa è iniziata la stagione dei matrimoni, da quando, un annetto fa, le prime pance hanno iniziato a crescere. Tranquilli, ragazzi, cambia solo la forma, non la sostanza. Le ragazze in compagnia non sono il male assoluto, magari ci si vedrà un po' di meno, ma la qualità del nostro tempo insieme migliorerà.
E questo ve lo posso assicurare. Vi posso assicurare serate organizzate con mesi di anticipo, che sfociano in notti sul cubo davanti ad una consolle di dj ridenti, e con pizze prima dell'alba nel cuore di Milano. Vi garantisco lunedì sera seduti per terra davanti ad un tavolo giapponese con un bel piatto di pasta con le sarde e tante parole, e una serie di inviti che slittano e si rincorrono fino a realizzarsi, incastrandosi in orari improponibili. Assicuro partite viste a pezzi, davanti al gelato che passi a prendere prima, il caffè, l'ammazzacaffè, il bicchiere della staffa e due urli in 4 minuti. Garantisco passaggi in macchina, telefonate, sms, twitter, mail...segnali di affetto vero.
La vita ci insegna continuamente a stare al mondo. E a rimettere le cose al loro posto, come se fossero quadri un po' sbilenchi. A chiudere bene i cassetti rimasti un po' e fastidiosamente aperti e non pensarci più. O ad ascoltare lo sfogo di altre ragazze che, incredibilmente, con precisione spaventosa, ti raccontano cosa hanno passato loro e cose che hai passato anche tu, magari non questa volta, magari non così, ma che ti catapultano in un istante nelle loro scarpe, nei loro vestiti, nel loro animo. 
La vita ci insegna a non sentirci mai arrivati, perchè non si arriva mai da nessuna parte. La cosa sgradevole è quando si perde l'orientamento, certo. Quando ci si sente perduti, quando non si capisce più se muovere il prossimo passo in una o in un'altra direzione. E' perchè ancora una volta pensiamo di farlo noi, quel passo, e non lei. 
La vita ci insegna che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo. E che anche quando sarà l'ultimo, non moriremo mai del tutto.

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