venerdì 2 marzo 2012

Anche se qui non ci sono piloti


Io non c'ero. Era successo altre volte, causa turni, e già allora mi era dispiaciuto davvero tantissimo. Non c'ero quando in radio erano venuti Dalla e De Gregori, ospiti di Tamara. Uno basso e uno alto, sciarpati, caratteristici, loro, proprio loro. Sono rimasti lì parecchio, non la solita mezz'ora, e sono stati due veri signori, mi hanno detto. E Federica, la mia collega, mi ha raccontato dei complimenti che le hanno rivolto alla fine del notiziario, che hanno ascoltato dentro lo studio della diretta. Due artisti di quel genere che l'hanno ammirata per la professionalità, il ritmo, la chiarezza. Alla Fede sono brillati gli occhi per giorni, più che giustamente. Io ho provato della sana invidia, ma sarei morta al solo pensiero di essere al microfono con alle spalle due mostri sacri ad ascoltare.
L'ho già scritto, sono cresciuta a pane e Gianni Morandi, la passione di mamma Caterina. Ma la cassetta dell'album Dalla-Morandi è andata e andata fino a consumarsi, nella radio della nostra Fiesta color senape dai sedili di pelle nera. Una macchina leggera, ghiacciata d'inverno, rovente d'estate, con cui lei ci portava ovunque. Nei miei ricordi quella cassetta è rimasta nello stereo per mesi e mesi, nei ricordi distorti di un bambino anche anni. Le conosco tutte a memoria, le cantavamo insieme, noi tre.
Oggi, da ieri, tutti sembrano aver scoperto Lucio Dalla. iTunes preso d'assalto, tutte le radio trasmettono le sue canzoni, tantissime, e bellissime. Niente di nuovo, a posteriori Dalla è il genio irriverente, il Poeta da onorare. Lo era anche prima, ovviamente. Anche prima le sue canzoni rapivano il cuore. Anche prima la forza della parola si faceva sentire, causava brividi a fior di pelle, per chi le ascoltava.
Mi spiace vedere quanti "stupiti" ci siano in giro da oggi, ma tant'è. Per quel che mi riguarda, mi tengo le mie preferite, e la meraviglia sempre intatta. Quella malinconia per la felicità che passa su un treno della notte, ma come sempre in fretta e non ti fermi mai. O per quelle parole scritte nell'anno in cui sono nata e che continuano a chiedermi, dimmi tu, dov'è la strada per le stelle.

Nessun commento: