martedì 28 febbraio 2012

Che risultati hai? Alti e bassi

Jovanotti insegna. Durante le mie lunghe ore di lavoro del fine settimana gira in loop il dvd dell'ultimo tour. Lo vedo e lo rivedo cantare e saltare dal palco e non mi stanco, io no che non mi stanco...ok, la smetto di citarlo, ma è uno che contagia. Che non fa stare fermi, che sprizza vitalità, eppure nelle sue canzoni c'è tutto, la gioia come il dolore.
In questo momento mi sento come lui, in moto perpetuo e in quel particolare mood che mi permette di eliminare le scorie e i pensieri negativi, buttarli fuori e guardarli allontanarsi senza più preoccupazioni. Sine cura, sicura.
Ho quindi un punto di vista privilegiato, in questo momento, e spero duri a lungo. Un punto di vista che mi permette di stare vicino alle amiche come loro hanno fatto spesso con me, finalmente. Di capirle, di ascoltarle, di riflettere con loro.
Nessuno può lenire il tuo dolore al posto tuo. Ma le parole, quelle sincere, possono essere una potente medicina. Se riescono a farti stare meglio è unicamente per due motivi: ti hanno fatto ragionare, e sono state pronunciate da chi davvero tiene a te. Se succede è una gran fortuna. Passato il momento di sconforto varrebbe la pena fermarsi a pensare su come gli amici, spesso, ci offrano ganci piccoli, forse apparentemente fragili, verso ideali scialuppe di salvataggio. Sta però a noi la decisione finale, perché la forza per superare la crisi resta esclusivamente dentro noi stessi.
La semiotica, all'università, insegna che il messaggio che si vuole trasmettere al proprio interlocutore perde parte del significato già quando da pensiero si trasforma in parola. Un po' come succede per le automobili, quando le acquisti, che iniziano a valere di meno al primo giro di ruota fuori dal cancello del concessionario. Chissà dunque quale sarebbe la forza dirompente dei nostri pensieri se potessero trattenere al loro interno tutta la vis originaria...questa forza che resta intatta dentro di noi. Ma la parola, detta o scritta, ha comunque un grande pregio: quella di lasciarsi interpretare. Con risultati, appunto, alti e bassi.

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