lunedì 6 febbraio 2012

Anzianacci

Ci sono dei momenti, lunghi, in cui mi sento profondamente scorretta.
Sì, certo, io che dico sempre sì, io che cerco sempre il buono nelle persone, io che perdono sempre tutti, che passo sopra i torti più brutti, io che sorrido sempre e sono educata. Io che mi educo, da anni, all'astensione del giudizio.
Scorrettissima, politicamente spazientita. Basta, insomma. Anche il buonismo a tutti i costi ha bisogno di una dose di insulina, ogni tanto.
Oggi ho messo il piede fuori casa dopo 5 giorno, dopo la febbre, la tosse, la nausea, il raffreddore e il mal di ossa. 5 giorni da mollusco sotto il sole, sì, a piedi tra il ghiaccio e a una temperatura ghiacciata. Direzione, la mia dottoressa, per capire se la mia voglia di suicidarmi ha un che di patologico o no, per capire se è tutto ok in questo corpo budinoso.
La dottoressa è una persona meravigliosa. Una donna bionda, alta e morbida, preparata, positiva e rassicurante, tanto che in poco tempo la sua platea si è fatta sempre più vasta. Peccato che questo vasto pubblico includa i cafoni.
Pensavo di averla scampata, stamattina. E' lunedì, sono le 11,30, non ci sarà molta gente, penso abbassando la maniglia della sala d'attesa. E in effetti trovo solo tre persone davanti a me. Virgin radio bassa nello stereo, un piacevole tepore. Non male...
Errore. Mai rilassarsi in fila dal medico. Nel giro di pochi minuti la sala si riempie. E' un poliambulatorio, in tre cercano un altro dottore. Con loro arriva lui: il Vecchio. Quello che non ha niente da fare, ma che ha fretta, sempre. La paziente due si dilunga, tiro fuori un libro. Il Vecchio aveva già esordito dicendo di non sapere da chi andare (prima cazzata che non dai a bere a nessuno), poi si avvicina sbuffando, poi inizia a camminare nervosamente avanti e indietro vicino a me. Arriva un altro paziente, canticchiando, e i due iniziano a chiacchierare in piedi in mezzo alla sala. Il Vecchio parla, ripetendo i concetti più volte, del suo Meridione (ah ma sono scappato via presto eh) e delle donne (ah se "giù" sei ferroviere o carabiniere le donne ti corrono dietro), incurante che gli unici essere di sesso maschile, lì dentro, fossero proprio loro due.
Il Vecchio si interrompe ogni volta, prima di ricominciare da capo, per dire ai nuovi arrivati che lui deve solo chiedere una ricetta, poi solo una cosa, e che ha l'appuntamento, ma che non sa. Valanghe di cazzate che non fanno in tempo a decollare perchè, evidentemente, il mio sguardo le disintegra. Tanto che a una signora che chiede di sapere chi è l'ultimo in attesa il Vecchio si gira verso di me e dice: io non lo so, chiedete al capo. E, giusto per concludere in bellezza, si infila al mio posto dalla dottoressa e, con la porta aperta la cazzia perchè la moglie-quasi-morta non ha l'esenzione ma-come-si-fa.
La mia meravigliosa dottoressa era di nuovo positiva e rassicurante, quando sono entrata io. E lo schifo mi è passato subito.
Ne caso, comunque, sopprimetemi prima.

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