mercoledì 23 novembre 2011

Ladri di sicurezze

Oggi ho scoperto che domenica la casa di Maria è stata svaligiata. Domenica mattina, tra le 10,15 e le 12. Mentre loro erano in piscina con la piccola i ladri sono entrati e hanno buttato tutto in aria, per impossessarsi di oro e contanti.
Una violazione talmente lontana dalla nostra concezione, dalla nostra sicurezza quotidiana, che Paolo, girando la chiave nella serratura e non incontrando resistenze, le ha subito detto: hai dimenticato di chiudere.
Una violazione che, alla scoperta, ha fatto male, malissimo, e lo fa tutt'ora a distanza di qualche giorno.
In casa tua. Tra i tuoi affetti. L'anello che lui le ha regalato quando è nata Anita. I regali dei parenti. La sensazione di essere controllati e seguiti passo per passo, sapere come calcolare il tempo.
E' questo che non ti fa chiudere occhio e che non svanisce così facilmente. Neanche al momento della denuncia ai carabinieri, che ti guardano descrivere gli averi sottratti e se ti va bene segnano e basta, se ti va male malcelano un sorrisetto sarcastico. Oro e contanti, ma secondo te? A quest'ora chissà!
E ti ritrovi lì a risistemare i cassetti rovistati e a pulire, e più che pensare a quello che c'era e non è più lì, c'è un'altra sensazione, sgradevolissima e del tutto non voluta e che ti assale a ondate, a tutte le ore, con la quale hai fatto a cazzotti a lungo, di fronte al parere contrario e, a volte, ben sventolato, di altri tuoi amici, di altri tuoi conoscenti: la paura per l'altro. La diffidenza per chi non ti somiglia. A essere violato è il tuo credo, quella porta che, fino ad ora, non aveva serrature.

Nessun commento: