lunedì 14 novembre 2011

La differenza tra me e te

Silvia, quest'estate, ha passato un mese in Bangladesh a documentare, con Alessandro, le condizioni delle popolazioni costrette a emigrare per gli sconvolgimenti climatici. Ovviamente lo ha fatto nella stagione dei monsoni. E ha passato un mese con l'acqua fino alla vita, il caldo umido e il velo in testa, gli scarafaggi addosso sui treni, il cibo in taverne luride, le favelas. Alessandro, che è un fotografo di fama internazionale, aveva trascorso qualche tempo prima un trimestre più a Nord, in Mongolia, a temperature siderali. Per le sue foto ha appena vinto un premio internazionale. Maria scrive tra Cesano, Corsico e Buccinasco e spesso tocca tematiche scomode, indagando sulle infiltrazioni mafiose della zona. Tiziano fa lo stesso nel Varesotto.
Io meno, molto meno. Per la mia emittente radiofonica mi avvalgo di agenzie, dichiarazioni, interviste telefoniche. Per il locale, si tratta invece di Consigli Comunali, comunicati, voci, volti. La sostanza cambia di parecchio, i risultati no, visto che gli errori si pagano a caro prezzo. Basta un titolo provocatorio per una mail di pseudoinsulti anonima, basta un titolo sbagliato per minacce più consistenti. E non a me, ma alla mia famiglia.
Errare è umano, giusto? Giustissimo. Anche perchè ci sono dei validi motivi dietro. Ancora una volta si parla di risorse ridotte all'osso, perchè, come ho già sostenuto altre volte, la nostra professione ha subito un'inesorabile svalutazione lavorativa, molto più di altre. A questo si è accompagnata un'altrettanta pericolosa svalutazione, di tipo morale. Siamo ormai noti per essere una categoria pessima, ignorante e parziale.
Per questo certi errori si pagano quanto quello di un chirurgo in sala operatoria. Che fare? Si lavora al massimo delle capacità e dell'impegno, ma per quanto mi riguarda si lavora anche per eliminare il preconcetto della parzialità. Quando non è così, quando capisco che la provocazione è ricercata a bella posta allora preferisco fare un passo indietro. A maggior ragione quando, a corollario, arriva la Frase che ti fa capire che è giunto il momento di togliere il disturbo. Perchè è vero: nessuno è indispensabile. Proprio nessuno.

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