martedì 15 novembre 2011

Involale al volo del cuore

Il mestiere più difficile del mondo è quello del veterinario.
La vostra è una vocazione, inizia con l'amore per gli animali e continua lì. Ma in mezzo ci sono gli anni impegnativi dell'università, tanto quanto se aveste frequentato medicina. Poi la pratica, ripetuta e ripetuta e ripetuta. Tra odori forti, condizioni igieniche svariate, virus e germi, morsi e graffi.
E poi la routine, che è per larga parte fatta di dolore. I nostri piccoli amici stanno male, quando vengono da voi. E voi li curate, curate le loro vite brevi che presto vedrete finire, o a cui dovrete mettere fine. Il dolore che è sempre autentico, perchè a differenza dei rapporti tra umani che si logorano fino ad annientarsi, i rapporti tra animali e padroni sono sempre carichi di affetto, se arrivano a voi. Il dolore è doppio, è fisico e affettivo. E in questi miei anni nessuno di voi, proprio nessuno, si è dimostrato asettico davanti a questi nudi sentimenti.
Sabato Ciccio mi ha lasciato. Non ce l'ha più fatta, eppure fino ad una settimana prima aveva nascosto bene quel virus che chissà da quanti anni lo divorava. Mi ha lasciato, sfinito, ma sempre con tutto quello che c'è stato in questi 12 anni. Nella sua ultima settimana lo hanno visto tutti e tre i veterinari dello studio da noi scelto. Tutti lo hanno accarezzato, tutti e tre ci hanno raccontato la verità, con una delicatezza che ringrazierò sempre.
Prima di addormentarsi per sempre, il mio felino si è goduto la sua ultima estate di San Martino steso in giardino. Che resterà suo, perchè papà gli ha trovato proprio lì, nella sua piccola foresta, un posto che nessuno gli toglierà mai. E vicino ha piantato un giovane albero di pesco, così in futuro potrà sonnecchiare al fresco.
Anche il mestiere del babbo è il più difficile del mondo.

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