sabato 10 settembre 2011

La malattia del single

Ne resto sempre colpita. Troppo. Inutilmente ed eccessivamente colpita.
Di come le persone che ti hanno dichiarato affetto incondizionato improvvisamente si dimentichino di te.
Ma forse non è neanche questo. Nella vita di ognuno succedono talmente tante cose, e il tempo scorre via spesso talmente in fretta, che è quasi uno scandalo pretendere le stesse attenzioni che si sono verificate, sono accadute, in momenti particolarmente favorevoli.
Quello che mi lascia davvero di pietra è l'emarginazione sociale del single.
Ogni single, presto o tardi, perde pezzi importanti di amicizie semplicemente perchè non è accompagnato. Ci sono tutta una serie di cene, compleanni, feste, persino matrimoni, in cui esser da soli imbarazza talmente tanto la fonte dell'invito che, forse forse, è meglio lasciar perdere.
Quando le coppie si formano, prolificano, sono evidentemente in crisi fino al punto di scoppiare, in qualsiasi caso non c'è posto per il single. Un accompagnatore, please, qualsiasi. Che tu sia maltrattata o cornuta, chissene. Ma non da sola.
Perchè, se una ragazza non ha il fidanzato, è perchè necessariamente c'è qualcosa che non va in lei. Impossibile. Qualcosa di strano lo deve avere... è pazza? E' lesbica? E' acida? E' frigida? E' puttana? Una causa ci deve essere, per questa malattia sociale misteriosa.
Perchè, diciamocelo, tutte le coppie ne temono il contagio. Le donne ti guardano come se la loro felicità fosse in pericolo, gli uomini fanno allusioni continue alla tua libertà, e se sei fortunata si fermano lì. Ma la colpa è comunque sempre del single: il diavolo tentatore, la mina vagante. Meglio una bella facciata bianca, non importa quanti cadaveri siano murati dentro.
E poi ci sono i consigli, quelli non richiesti. Tutti belli e perfetti, tutti da pubblicità del dentifricio Durban's. Spesso, fatti palesemente da persone che hanno fatto scelte opposte. A volte, da persone che hanno creduto di aver questa malattia e sono corsi sotto il primo riparo che è capitato, ma almeno così la loro condizione e sanità sociale sono salve.
Eppure, ogni volta, mi vien da pensare che nessuno, ma proprio nessuno, si avvicini neanche lontanamente all'idea di normalità.

1 commento:

tita ha detto...

simpatica ed è vero!