mercoledì 27 aprile 2011

Nubendae

Ho tre matrimoni, questa estate. Tre, in tre settimane successive. 25 giugno, 2 luglio, 10 luglio.
Quello di mezzo è in Toscana, e ne approfitto per un salto al mare. Quello di "apertura" e quello di "chiusura" della triade sono invece qui vicini.
E' tempo di partecipazioni.
Prima è arrivata quella di Eleonora. Quadrata, in una busta verde acqua, è proprio come lei, e come Roberto: allegri, spiritosi, ironici. La caricatura di lui che calcia un pallone nerazzurro, e quella di lei in tenuta da insegnante di danza, che all'interno fuggono sulla loro moto blu, seminando calle bianche.
Oggi è arrivata quella di Judith e di Stefano. Loro vivono appena fuori Barcellona, si conoscono dai tempi dell'Erasmus di lei in Italia e qui festeggeranno la loro lunga unione, insieme ai tre figli, Pau, Arnau e Guillem. Il loro invito è lungo e stretto e prevale il bordeaux. "Ti amo", si legge prima di aprirlo. Poi la A resta sul primo foglio, e compare una seconda parola, prima seminascosta: "Ti estimo". E infine, definitivamente all'interno, una poesia, che inizia con le parole più vere che esistano: "Noi non siamo uguali". Ecco perchè serve l'amore, ma anche, e di più, la stima.
Aspetto quella di Veronica, adesso. E anche a lei, e a Stefano, auguro quello che le altre due mi hanno suggerito: la voglia di sorridere, e la voglia di conservare il proprio essere, la propria personalità. Perchè è della loro essenza irripetibile che questi giovani uomini si sono perdutamente innamorati.
Auguri, futuri sposi. Onoratissima di partecipare alla vostra festa.

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