martedì 19 aprile 2011

ma questi fiori sapranno parlarti di me

Andare dalla dottoressa. Una "medica" della mutua troppo avanti, che per incontrare i gusti del target medio mette lo stereo nella sala d'attesa con simpatiche stazioni radio. L'altra volta era la bellissima Radio Mondo (la signorina che legge le dediche è sempre lei), stasera era Radio Italia Anni '60.
E in men che non si dica, scompostamente seduta in sala d'attesa, eccomi lì a canticchiare inavvertitamente "rose rosse per te", giocando a pinball sul blackberry, benevolmente controllata a vista da una sciura con i capelli candidi.
Esprimere.
Difficilissimo tener l'equilibrio, e tipo, stavolta, esimermi dal canto.
Mostrarsi sinceri, mostrarsi trasparenti, perfettamente naturali. Oppure no: non sbilanciarsi, tenere sempre una riserva, non mostrare tutto, non farsi tradire dalle emozioni.
La verità è che ognuno di noi vorrebbe essere sempre un po' diverso da quello che è. L'impulsivo non si piace, il controllato non riesce a lasciarsi andare.
Per quel che mi riguarda, ovviamente faccio parte della prima schiera.
Per quel che mi riguarda, la trasparenza è una debolezza. Il più delle volte.
Lo è sul lavoro, lo è nei rapporti interpersonali. Lo è in una sala d'aspetto, anche.
Un sorriso distaccato, star sempre bene anche quando non è vero. Ah, che sogno! Perchè, spesso, penso che gli amici abbiano paura delle tue debolezze, perchè, prima o poi, si allontaneranno.
Poi però c'è lo sguardo benevolo. La signora dai capelli candidi non mi conosce, ma chi mi sta vicino sì. E va bene così.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Da un pò sono finita tra le tue storie... mi offrono continuamente spunti, spesso mi fanno riflettere riguardo al fatto che per anni ci simo viste e mai veramente conosciute forse perchè così apparentemente diverse fuori: tu l'impulsiva e io quella bloccata ma poi dentro, dietro, oltre... qualcosa di così simile! :)