mercoledì 9 marzo 2011

Terapie

Ci ho pensato più di una volta prima di uscire, ieri sera. "Più di una volta" significa almeno una ventina di "sì vado", "no, non vado". Poi mi sono data una mossa e ho preso la macchina e mi sono avviata. Poi là fuori, sulla strada, aspettando le amiche con altri sparuti gruppetti di donne mi son sentita nuovamente ridicola, fuori posto. Poi loro sono arrivate e siamo entrate.
Una pizza. Che a me e le altre tre più vicine è diventata sempre più fredda, perchè eravamo lì per parlare, soprattutto. Una terapia collettiva. O, semplicemente, parlare ed essere ascoltate e capite. Reciprocamente.
Non sopporto la festa della donna, non mi è mai piaciuta, anche quando giovincella usavo la festa come pretesto per andare una volta di più a ballare e restare del tutto schifata davanti al solito spogliarello. Non c'è proprio niente da festeggiare, e i nodi che ieri sera abbiamo pazientemente sciolto, le mani che abbiamo toccato, gli sguardi che ci siamo scambiate lo dimostrano.
Ma se serve per vederci tutte e per farlo, va bene così.

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