Ci ho pensato più di una volta prima di uscire, ieri sera. "Più di una volta" significa almeno una ventina di "sì vado", "no, non vado". Poi mi sono data una mossa e ho preso la macchina e mi sono avviata. Poi là fuori, sulla strada, aspettando le amiche con altri sparuti gruppetti di donne mi son sentita nuovamente ridicola, fuori posto. Poi loro sono arrivate e siamo entrate.
Una pizza. Che a me e le altre tre più vicine è diventata sempre più fredda, perchè eravamo lì per parlare, soprattutto. Una terapia collettiva. O, semplicemente, parlare ed essere ascoltate e capite. Reciprocamente.
Non sopporto la festa della donna, non mi è mai piaciuta, anche quando giovincella usavo la festa come pretesto per andare una volta di più a ballare e restare del tutto schifata davanti al solito spogliarello. Non c'è proprio niente da festeggiare, e i nodi che ieri sera abbiamo pazientemente sciolto, le mani che abbiamo toccato, gli sguardi che ci siamo scambiate lo dimostrano.
Ma se serve per vederci tutte e per farlo, va bene così.
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