giovedì 10 marzo 2011

Avanti

E' difficile guardare avanti senza aver fatto pace con il passato.
Quando non succede, se le cose non vanno come dico dico io, le prendo come un affronto personale. E faccio quello che mi riesce meglio: la vittima.
Sono bravissima a ferire le persone. Più si avvicinano, più sfodero la parte più detestabile del mio carattere. Nel farlo, mi guida l'incrollabile certezza di non essere capita, di non essere amata abbastanza, di voler di più, senza sapere cosa.
In quei momenti non ragiono più, altro che intelligenza. Investo tutti, indistintamente. Così ho perso l'amore della mia vita. Così ho perso la mia migliore amica. Così ne ho ferite altre, di persone, ma, soprattutto, è così che mortifico i miei genitori, è così che ferisco colei che più di tutto, più di tutti, è sangue del mio sangue.
Sono piena di rancore. Che vorrei mettere in una bolla e soffiare via, lontana. E invece mi resta dentro, e ne alimenta ancora, e ancora. Lo uso per vivere male, per "disobbedire" ad una vita normale, per allontanare sempre di più le persone, per lasciarmi andare periodicamente all'autocommiserazione. Ma resta dentro.
Mi ucciderà. Ma, del resto, bisogna pur morire di qualcosa.
Ho bisogno di credere che questo mondo mi merita.
Ho bisogno di credere che, prima o poi, questo modo di gettarmi sulle novità lasci un segno positivo e annulli questo rancore. Che non sia solo un coprire, mettere a tacere, affannosamente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Amica mia,

quello che ti posso dire è che non devi arrenderti mai, perchè quando pensi che sia tutto finito è il momento in cui tutto ha inizio!

Mi piace molto quello che scrive Alessandro Baricco in " Novecento": non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla...

Scrivi la tua storia senza paura ci sono tante persone vicine a te che la vogliono ascoltare...

Ti voglio bene. Fede