martedì 8 marzo 2011

Case affettive

L'ultimo è stato un fine settimana pigro, molto pigro. Preferisco definilo così, tra le mille accezioni che mi vengono in mente, tutte decisamente poco interessanti.
Un fine settimana sonnolento, di penniche e pc, di riposo e televisione, di piccoli disastri culinari e di luce filtrata dalle tapparelle, luce poco convinta, esattamente come la mia voglia di mettere il naso fuori dalla tana.
Ein questo sabato, e in parte di questo scorso venerdì, ho spesso ascoltato immobile le voci attutite dalla parete e dai miei abiti provenienti dall'appartamento accanto. Quello di Antonio, che insieme al cugino Mauro aveva formato il magnifico duo di pianerottolo e le nostre cene settimanali, insieme ai loro ragazzi.
Antonio se n'è andato. Si è innamorato e ha capito, forte della sua esperienza, che questo amore può restituirgli la felicità che cercava, che aveva perso. Antonio ha quindi messo in vendita questa casa per acquistarne un'altra, per i capitoli che verranno. Gesto di una forza folgorante, se paragonato all'immobilità di certi uomini...
Le voci, quindi. Voci di acquirenti, passi lenti e curiosi, brevi domande e risposte impostate, espositive, dimostrative. Passi in una stanza, poi in un'altra, giù per le scale, in cantina, di fronte al garage. Frasi convinte, altre che ne hanno solo una pallida pretesa.
Uffa. Non ne voglio, di nuovi vicini. Rivoglio Antonio e la sua pacata tranquillità, e rivoglio Samuele, che ascolta la tv a tutto volume ma che poi, con uno sguardo e un sorriso, ti conquista. Rivoglio il miglior trio che un pianerottolo abbia visto mai.

1 commento:

Ester ha detto...

Come rivorrò io i rumori che tra non molto cesserano. Rai YoYo coi cartoni, le risate, le urla, i pranzi.