lunedì 14 febbraio 2011

Tesori ignorati

Sono passati alla Storia con il nome di Fiamminghini, perchè il loro babbo era di Anversa. Sono vissuti nel '600, e il Rinascimento scorreva loro nelle vene e si tramutava in dipinti. Didascalici, commissionati dalla Chiesa, ovviamente. Fumetti di sedici metri quadrati l'uno, due tele enormi che raccontano, in tre scene ciascuno, i momenti salienti della vita di San Francesco d'Assisi.
Due tele che appartengono a Brera (sì, quella di Milano) e che sono appesi da sempre alla chiesa di Boffalora (sì, Sopra Ticino). E sono lì "per colpa" di Napoleone, che quando era re d'Italia voleva costruire il più grande museo dell'arte cisalpina, e ancora prima di farlo il furbone aveva accumulato opere su opere, che poi Brera ha dovuto smistare per non perdere (e chissà quante poi hanno preso altre destinazioni).
Ed eccoci qui, in questo paese bello come un borgo, a due passi dal Naviglio. Due tele che nessuno conosce più. Annerite dalla cenere delle candele, dai fumi del riscaldamento al petrolio, da polvere e detriti che l'umidità ha completamente nascosto.
Che sorpresa riscoprire certi colori, che sorpresa ritrovare volumi e vesti ricche, pose classiche e prospettive inedite e paesaggi leonardeschi. Che finezza rendersi conto di quante mani hanno lavorato a bottega, di quali e quanti tratti diversi vi si riconoscono. Che bello sapere che questo restauro è tutto merito del gesto gentile di un prete prossimo alla "pensione", che vuole solo fare un omaggio al suo paese.
O forse no, non serve a nulla. O forse Napoleone avrebbe fatto meglio a portarsi tutto via. O forse non ci meritiamo neanche questi due Fiamminghini, di cui non sapremo mai molte, molte cose. Siamo proprio uno strano popolo.

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