venerdì 3 settembre 2010

Stupore

Mi stupisco di tutto. Stasera tornavo a casa, e sulla A4 c'era un lungo serpentone di auto, tra Sesto San Giovanni e Cormano. Una cosa che so talmente bene che è quasi dentro di me, ma ad un certo punto, dove quel tratto urbano passa sotto il ponte pedonale del Parco Nord e scende un po' di livello, il sole arancio e al tramonto ha colpito tutte quelle carrozzerie lente, da una parte e dall'altra, e le ha colorate dello stesso identico colore. Mi stupisco proprio di tutto.
Al mare io e Naika abbiamo letto un bellissimo articolo sulle emozioni. Lo stupore c'era. Era raccontato da una poetessa, che ha l'abitudine di appuntarsi su un quadernetto tutto quello che la stupisce. Ecco, magari il tramonto sul traffico non rientrerebbe tra le note da tenere, eppure...
Quando penso a Milano, per esempio, mi vengono in mente gli alberi dei viali, il profumo della siepe fuori dalla radio e quello intenso, del biancospino, di viale Fulvio Testi, a maggio. Mi vengono in mente le scarpe, quelle dei pendolari che guardo immancabilmente tutte le volte che salgo in metropolitana. Le insegne dei negozi, un tripudio di fantasia. L'asfalto dei marciapiedi che i tacchi bucano quando fa caldo. Quando mi alzo all'alba, mi stupisco sempre della limpidezza del cielo alle 7 di mattina, quando esco al volo per una colazione al bar di Angelo, appena aperto.
Mi stupisco di tutto. Mi stupisco dei gesti delle altre persone, delle belle parole, quando sono sincere. Del piacere di ritrovarsi dopo le vacanze, di gentilezze al telefono, di sorrisi incrociati di sfuggita. Dell'emozione di incontrare chi mi portava all'asilo con il pulmino a Sedriano a decenni di distanza, abbracciarlo senza vergogna come avrei fatto allora, quando ero alta 80 centimentri.
Mi stupisco anche di fronte a un altro tipo di gesto, quello del tutto ispiegabile. Quei comportamenti che non hanno capo nè coda che mi lasciano impalata e ferma con le braccia lunghe lunghe. Piuttosto che tirar conclusioni, in questo caso mi piace pensare a una distrazione, più facile. In ogni caso, mi stupisco anche di questo. E va bene così, perchè se non lo facessi il cinismo si impossesserebbe inesorabilmente di me.

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