venerdì 24 settembre 2010

My Home Day

Per me il 23 settembre 2010 resterà una data da ricordare.
Niente di eccezionale, niente che molti prima di me non abbiano fatto e che moltissimi dopo di me faranno. Ma si sa, gli eventi acquistano straordinarietà nel nostro tessuto personale e non tanto in quanto fatti in sè, e nella mia vita questo evento è decisamente importante.
Insomma, ieri sera è iniziata la mia vita. Quello spazio, cioè, che è solo mio e soltanto mio, in un luogo che è mio, e soltanto mio, con tutte le responsabilità e le difficoltà del caso.
Per ora, però, riesco a cogliere la felicità di questo attimo. Quell'allegro stupore di svegliarsi ripetutamente, nella notte, e controllare di continuo l'ora. Di costatare di essere di nuovo nel mio letto, ma in un luogo nuovo, in uno spazio desiderato e voluto e che diventerà sempre di più come l'ho pensato. Di ascoltare, in silenzio, un silenzio mai sentito prima, fatto di ronzii e piccoli rumori, vicini e lontani. Di guardare con un occhio chiuso la luce che cambia, dai buchi in alto delle tapparelle, che non avevo più da quando ero bambina. E poi di alzarmi e preparare un caffè che non berrò, perchè la caffettiera è nuova. E di accendere la radio e pensare la giornata, la stessa di quelle che l'hanno preceduta. Desisamente da un'altra prospettiva, però. La mia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei fortunata ad avere un carattere così. Una casa nuova, una forte emozione, una vita da un nuovo punto di vista. IL tuo. E una grande capacità di trasmettere il tuo pensiero facendo breccia nella mia mente e emozionandomi.
Non riuscirò mai ad essere come te. Non riesco mai a farmi travolgere da una passione piccola o grande che sia. Una vita arida mi sono creato. E arida continua. E non ho tante speranze di cambiare. Aspetto da una vita un miracolo. Qualcosa che modifichi qualcosa. Ma invano.
Grazie ancora per regalarmi queste piccole emozioni.
Un abbraccio.
Fab

Anonimo ha detto...

E' la gioia di ripartire da te. Senza ammortizzatori. La responsabilità di custodire un luogo che rappresenta la tua vita. E la responsabilità diventa solo tua. Cambia la prospettiva, è una rivoluzione. A me è successo a 40 anni. Fino ad allora non ho mai avuto una casa "mia". Prima quella dei miei genitori, poi quella dei miei suoceri e infine quella di mio marito. Si perché era solo sua, al minimo battibecco la frase era: "se ti piace è così, se no prendi la porta e te ne vai". La gioia che ho provato a dormire la prima volta nella MIA casa, con MIA figlia, scegliere tutto, dai cucchiaini per il caffè ai pavimenti, pensare a lei pensando a me. Una gioia che aveva il sapore del riscatto ai soprusi e della qualità che avrei trovato. A distanza di 10 anni debbo dire che il cammino è stato lungo perché la casa mi ha dato il via ma il lavoro, dentro quella casa, per sistemare la mia vita è stato ed è ancora in corso. Auguri Sabri, la tua casa è bella, semplice ma raffinata, solare e accogliente come te. E custodirà un cuore capace di essere letto e sfogliato con l'ansia della condivisione per chi, come me, non è capace di fermare sulla carta così bene come te. Ester