martedì 27 aprile 2010

Il destino nelle nostre mani

Ieri sera ero a una riunione. Ad un certo punto, Claudio, che era seduto accanto a me, mi ha preso la mano. No, nessun gesto romantico, nessuna premessa sentimentale. Lo ha fatto certamente con affetto, ma l'ha presa per guardare le linee del mio palmo. Mi ha toccato i polpastrelli, ha girato il pollice, poi mi ha sorriso e mi ha detto che aveva visto abbastanza. Non mi ha ancora detto che cosa ci ha visto, in quelle linee che dovrebbero racchiudere la nostra vita. Che più concretamente determinano le nostre prese, i movimenti, le aperture e le chiusure.
Claudio ha solo accennato alla linea della creatività. La sua è lunghissima, e in un certo modo testimonia il suo essere profondamente artista. La mia si interrompe, scompare e poi riprende più in là, ma su un altro binario. Mah.
Tuttavia, nonostante il mio scetticismo, è bello pensare di avere il destino nelle nostre mani. La vita, l'amore, i soldi e la felicità. Lì, su un palmo, che in certi momenti vorremmo saper leggere come un libro, come se fossero le istruzioni per andare avanti senza sbagliare, e arrivare al perfetto compimento, a vivere nella pienezza delle possibilità che il fato ci ha destinato. Bello pensare di essere sempre fabbri del nostro futuro, senza che le circostanze esterne ce lo impediscano.
E' un pensiero romantico, idealista. Un pensiero che alimenta i sogni, e che fa bene. Come stringere la mano a chi ami.

1 commento:

direttorevfv ha detto...

Il pensiero fila...ma cosa c'entrano le amarene? (Fabbri) :-)