lunedì 19 aprile 2010

Eppure non capisco

Ti voglio un mondo di bene.
A guardare indietro, vedo decenni di amicizia. Avvenimenti ed episodi e momenti che, se dovessi metterli in fila, non basterebbe la lunghezza dell'Equatore, tornerei indietro dalla Luna, e forse ancora ne avanzerebbe.
Abbiamo condiviso tutto. Tutta la nostra adolescenza, tutti i problemi e le menate, il treno del mattino, le vacanze, lo sport, anche la casa. Se sono così lo devo anche a te, che mi hai insegnato a sorridere sempre, mi hai insegnato che tutte le persone sono importanti, mi hai insegnato a sognare, a ballare di gioia. Mi hai spronato, mi hai dato consigli. Sei sempre stata al mio fianco.
Ci sono stati dei problemi, ovviamente. Le lunghe storie procedono spedite sulla loro lunga strada, che a volte è tutta curve e piena di buche. Ma l'abbiamo superata, anche quando sembrava difficilissima.
Ma ora hai chiuso la porta. Anzi, no, hai chiuso il Portone. Nessuno mai ti ha influenzato nelle tue decisioni, eppure questa volta spero in qualche cattivo consiglio. Lo hai detto anche tu: di motivi non ce ne sono. Ma mi hai escluso dalla tua vita. Semplicemente, come se davvero, e non metaforicamente, avessi dato un bel giro di chiavi.
Le parole non scorrono più: le hai messe in congelatore, non le vuoi neanche spendere. Mi tieni a distanza, pur sapendo che non c'è bisogno, non c'è motivo, non c'è.
L'affetto per te mi impedisce di obbligarti a una spiegazione, perchè ho il massimo rispetto, come sempre, per le tue decisioni, anche sbagliate, come in questo caso. Sono qui in attesa, resterò tutto il tempo che serve, accanto a te, quando capirai che sono sempre io, che non mi sono mossa di un centimetro, e che questa chiusura non mi impedisce di volerti un mondo di bene.

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