mercoledì 27 gennaio 2010

Il taglio dell'opera

Ci sono delle cose che mi infastidiscono assai. Chi fuma sulla tua macchina e riempie di cenere il sedile posteriore, chi fuma sulla sua macchina e ti gela perchè lascia il finestrino aperto, chi ti sorpassa e poi va a 30 all'ora... lasciando perdere le strade, mi indigna la maleducazione gratuita; e più di tutto la mancanza di rispetto per le cose altrui.
Queste "cose", mi son resa conto con il tempo, possono essere pubbliche o private, perchè il "patrimonio", personale o meno, è un bene che prima che materiale ha valore perchè è sempre frutto di un percorso che qualcuno ha fortemente voluto.
C'è, su tutto, un ambito verso cui le suddette "mancanze" mi scatenano una specie di intolleranza incontrollabile, un prurito inspiegabile, un'indignazione digrignante. E' l'ambito artistico.
Questo fine settimana un tizio - e non voglio spendere una parola di più su questo individuo - è caduto addosso a un quadro di Picasso. 15 cm di taglio. Mani di forbice? Naso affilato? Spalla a punta? Macchina fotografica in selce? Mistero.
Mi è subito venuta in mente una scena che vidi al Louvre nel 2000. Io ero in piena estasi artistica, trascinavo in preda a una vera sindrome di Stendhal il mio compagno di viaggio da un corridoio all'altro, finchè non mi trovai davanti ad Amore e Psiche. Una meraviglia, un'opera stupefacente, così pura e semplice e sensuale insieme. Ma più mi avvicinavo, più il mio senso di beatitudine sfumava. Quel marmo, liscio e bianco, era pieno di macchie nere. Erano DITATE! Ovunque...e come inorridii a vedere una turista passare un dito su La Vergine delle Rocce...
In quel momento ho odiato, ma tanto, ma tanto, la Francia tutta. Incompetenti!
Su molte cose, ancora e per fortuna....Italians do it better.

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