domenica 17 gennaio 2010

Forza Brunetta, scrivi!

Brunetta vuole scrivere una legge per far uscire di casa i ragazzi a 18 anni.
Molto bene.
Vorrei proprio leggerla. Vorrei proprio vedere cosa conterrà.
A 18 anni io ero tra la seconda e la terza liceo, tutta concentrata alla maturità, ne avevo già abbastanza del classico, avevo già avuto la mia bella gastrite psicosomatica, ero tutta presa dal mio futuro universitario. A 19, finito il liceo e da matricola mi son trovata un lavoro part time, che mi ha permesso di acquistare il mio primo cellulare. Un cellulare: non un affitto, non la bolletta del gas, non la spesa.
A 18 anni mia sorella era a Mantova alla scuola di restauro, perchè aveva guadagnato un anno al liceo artistico tradizionale. Totalmente dipendente dalla famiglia. D'altronde la scuola le prendeva tutta la giornata. Deplorevole, vero, aver superato un esame a numero chiuso? Ah, una sua coinquilina insegnava aerobica. Si manteneva i vizi.
A 18 anni il mio amico Stefano lavorava già. Dava 200 mila lire, se non qualcosa in più, alla famiglia, e per il resto si manteneva. Si è comprato la macchina, prima che lo facessimo io e mia sorella.
Voglio dire al Ministro come pensa di caricare sulle spalle altre spese. Togliendo loro la leggerezza della loro età, una birra con gli amici, la discoteca, o il cinema, o un paio di jeans nuovi, senza esagerare. Che lavoro pensa di garantire loro, se esiste lo stage gratuito delle superiori, se esiste lo stage gratuito universitario, se esiste, per certe categorie, un apprendistato che dura anche sei anni. E tutto questo quando il lavoro c'è.
Vorrei chiedere ai figli di Brunetta se devono preoccuparsi di pagare le rate della macchina, o l'affitto, o se devono correre a prendere il treno e rimanere schiacciati in un angolo nelle ore di punta. Credo che la risposta più ovvia sarà una bella risata sulla mia faccia da trentenne precaria.

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