lunedì 14 settembre 2009

L'Amor maiuscolo

Avvertenza per chi vuole avventurarsi nella lettura di questo post: è un pensiero da vecchia zitella. Siete avvisati!

Sabato si è sposato il cugino più prossimo a me e mia sorella. Per la prima volta, forse, io e lei non eravamo la generazione più giovane, e la cosa ci ha fatto uno strano effetto, ma non ci ha impedito di divertirci come delle matte. Tanto è vero che la giornata è passata come un lampo e non abbiamo avuto neanche il timore di addormentarci tra una portata e l'altra del ristorante. E' volata in allegria.
Sono una coppia davvero giovane, per i nostri tempi. Si conoscono da molto, e ci siamo rese conto, io e la Manu, che questi due sono proprio complementari.
Sabato, quindi, l'ho visto. Era lì, è rimasto con noi per tutta la giornata. Parlo dell'Amore. Quello che ti lascia lì, appoggiato ad un tavolo, a bordo della scena, a osservare e sorridere. Quello che ammiri, di cui non puoi essere geloso, perchè è splendente, allegro, coinvolgente. Lo vedi nei loro occhi, come si guardano, come posano la mano l'uno sulla spalla dell'altro, come confermano la loro scelta di vita. Come non è possessivo, perchè non ne ha bisogno. E' di una sincerità disarmante, anzi.
Un'altra volta lo avevo visto, poco tempo fa. Il giorno della nascita di Camilla. Era lì, in quella stanza di ospedale, negli occhi dei suoi genitori. Era a brezza leggera, in quel giorno caldissimo. Sono rimasta lì a guardare, anche quella volta, forse rubando un po' di intimità alla piccola famiglia appena formata, ma non ne potevo fare a meno. L'Amore. Maiuscolo. Esiste, ne ho le prove. Non mi posso accontentare.

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